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CULTURA | 12 aprile 2025, 12:00

Un libro che deve entrare nelle scuole

La strage delle innocenti, l’ultima opera dell’avvocato matrimonialista Gian Ettore Gassani

Un libro che deve entrare nelle scuole

C’è un libro che non dovrebbe restare solo sugli scaffali delle librerie. Non è un romanzo, non è un saggio da specialisti, non è una raccolta di casi giudiziari. È una denuncia. Un grido. Un gesto di responsabilità civile. La strage delle innocenti, l’ultima opera dell’avvocato matrimonialista Gian Ettore Gassani, è un libro che deve entrare nelle scuole. Deve far parte dei programmi educativi, deve essere discusso tra i banchi, nelle assemblee, nei consigli di classe, nei laboratori di cittadinanza. Perché è un libro che non solo racconta, ma scuote. E serve.

In un’Italia dove il femminicidio è diventato la più tragica normalità del nostro tempo, dove ogni due o tre giorni una donna viene ammazzata da chi diceva di amarla, questo libro affonda le mani nelle pieghe più buie del nostro tessuto sociale. Gassani, con la lucidità di chi conosce le aule dei tribunali ma anche il cuore dei conflitti familiari, racconta storie vere, vissute, processate, archiviate. Storie di donne giovanissime, di adolescenti, di madri, di compagne, di ex che hanno trovato la morte per mano di uomini spesso insospettabili. Ma La strage delle innocenti non è solo una cronaca del sangue. È una riflessione durissima sulla responsabilità collettiva. Gassani ci dice che ogni femminicidio è l’ultimo anello di una lunga catena fatta di segnali ignorati, denunce sottovalutate, silenzi sociali. Ogni volta che una ragazza viene uccisa, c’era qualcuno che sapeva, che poteva fare qualcosa, che ha scelto di non esporsi.

Spiega  Gian Ettore Gassani «Viviamo in una società che giustifica, minimizza, normalizza. In troppi, ancora oggi, pensano che la gelosia sia amore, che il controllo sia premura, che la donna debba tollerare, perdonare, aspettare. Non è così. Bisogna educare i giovani, fin da piccoli, a riconoscere la libertà dell’altro, a rispettare i no, a capire che l’amore non uccide mai.» 

Il merito più grande di questo libro è di non fermarsi alla denuncia emotiva. Gassani punta il dito contro le istituzioni, contro le falle del sistema giudiziario, contro la lentezza della politica, ma anche contro la superficialità con cui la nostra società continua a educare i propri figli. Il maschilismo tossico non nasce dal nulla, né è patrimonio esclusivo di ambienti degradati. Esso germoglia nel silenzio delle case borghesi, nei discorsi normalizzanti di padri e madri che ripetono ai figli maschi che devono essere forti, dominanti, vincenti. Che non devono piangere. Che devono controllare. E nasce anche nella leggerezza con cui molte madri, sì anche le madri, si fanno complici inconsapevoli di una cultura del possesso.

Questo libro mostra con dolorosa evidenza che l’amore non basta a salvare. Che l’amore non è scudo se non è accompagnato da una cultura del rispetto, della libertà e della responsabilità. E questo si insegna solo a scuola, nelle famiglie, nei media, con costanza e coraggio. Gassani ci dice che ogni femminicidio è l’ultimo anello di una lunga catena fatta di segnali ignorati, denunce sottovalutate, silenzi sociali. Ogni volta che una ragazza viene uccisa, c’era qualcuno che sapeva, che poteva fare qualcosa, che ha scelto di non esporsi.

La strage delle innocenti è un libro che fa male. Ma è un male necessario. Non ha lo stile freddo dei testi giuridici, e nemmeno quello enfatico del giornalismo d’inchiesta. Ha il tono di chi non può più tacere, di chi si sente parte in causa. E in effetti lo siamo tutti. Perché ogni volta che una giovane donna viene ammazzata, è anche la nostra educazione collettiva che ha fallito. È un fallimento della scuola, che spesso non parla abbastanza di relazioni, di affettività, di diritti. È un fallimento della politica, che si limita a slogan e campagne spot. È un fallimento della televisione, dei social, che spettacolarizzano la tragedia e poi passano oltre.

Questo libro, al contrario, non permette di voltare pagina in fretta. Ti costringe a rimanere, a guardare, a interrogarti. Ecco perché deve entrare nelle scuole. Perché serve a formare coscienze. Perché può essere un punto di partenza per educare una generazione diversa, in cui maschi e femmine imparino che l’amore non è mai possesso, che il “no” è sacro, che la violenza non è un’esplosione di follia, ma l’ultimo stadio di una cultura che si può e si deve disinnescare.

Il libro di Gian Ettore Gassani è un atto d’accusa, ma anche un atto d’amore verso questo Paese. Un Paese che deve decidere se vuole continuare a contare le sue vittime o se vuole cominciare davvero a salvarle. E per salvarle, dobbiamo cominciare da dove tutto può cambiare: dalla scuola.

La strage delle innocenti è un libro che fa male. Ma è un male necessario...

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