Il concorso, l’unico al mondo a premiare i vini provenienti da viticoltura eroica, si terrà a Sarre il 20 e 21 settembre 2025, con la cerimonia di premiazione che tornerà finalmente al Forte di Bard, a novembre. Un’occasione che celebra l’impegno dei produttori che lavorano in condizioni difficili, su terreni impervi, eppure, nonostante la bellezza e la qualità del nostro patrimonio vitivinicolo, l'indifferenza sembra essere la norma.
Perché è necessario un concorso che valorizzi il lavoro dei viticoltori in territori così estremi? Perché la viticoltura eroica è stata troppo a lungo ignorata, relegata a una nicchia che, sebbene affascinante, non ha mai ricevuto la giusta attenzione né a livello nazionale né internazionale. Eppure, ogni bottiglia di vino che arriva da questi terreni è un atto di coraggio, una dichiarazione di resistenza contro un mondo che troppo spesso tende a dimenticare le piccole realtà e le sfide che queste comportano.
La Valle d'Aosta, che ospiterà l’edizione di quest’anno, dovrebbe essere fiera di essere al centro di un evento di portata mondiale, eppure troppo spesso la sua viticoltura è trattata come una curiosità, una rarità. È un paradosso che il Mondial des Vins Extrêmes, un concorso che valorizza i vitigni autoctoni coltivati in terreni di difficile accesso, debba ancora lottare per ottenere il riconoscimento che merita. E mentre il concorso si prepara ad accogliere esperti da ogni angolo del pianeta, la Valle d'Aosta fatica a comprendere la reale importanza di questa realtà. Forse, troppo spesso ci preoccupiamo di guardare altrove, mentre ciò che abbiamo sotto gli occhi merita una visibilità molto maggiore.
Ogni anno, il concorso celebra l'eccezionale impegno dei viticoltori che lavorano su pendii impervi, in terreni che mettono a dura prova la loro passione e resistenza. Eppure, chi sono davvero questi produttori eroici? Sono uomini e donne che, nonostante le difficoltà, continuano a coltivare una tradizione che affonda le radici nei secoli, senza mai fermarsi. Ogni bottiglia che producono è il frutto di una lotta contro le forze della natura e della modernità, un prodotto che porta con sé la storia e l’identità di una regione.
La cerimonia di premiazione, che tornerà al Forte di Bard, rappresenta un simbolo di speranza, ma anche un monito: non possiamo più permettere che queste piccole realtà siano trattate come un’eccezione. La viticoltura eroica è una risorsa fondamentale, non solo per il suo legame con il territorio, ma anche per la biodiversità e la sostenibilità che essa promuove. È ora di smettere di sottovalutare il valore di un settore che, pur affrontando sfide enormi, continua a produrre eccellenze in grado di competere sui mercati internazionali.
Il Mondial des Vins Extrêmes non è solo una competizione enologica, è una dichiarazione di valore. Eppure, è l’unico concorso che pone in risalto questi vini straordinari. Il ritorno della cerimonia di premiazione in Valle d'Aosta, dopo cinque anni, dovrebbe essere celebrato come un evento di grande importanza. Eppure, c'è ancora chi preferisce non dare il giusto spazio a queste iniziative, come se il nostro patrimonio vitivinicolo non fosse meritevole di attenzione. In questo silenzio si nasconde un errore collettivo: ignorare ciò che di unico abbiamo a disposizione.
Il Mondial des Vins Extrêmes è l’unica vetrina globale che premia chi, con fatica e sacrificio, riesce a trasformare un lavoro estremo in arte, facendo di ogni bottiglia un simbolo della tenacia e della bellezza di un territorio che merita di essere conosciuto e apprezzato per quello che è. Eppure, c’è ancora chi non comprende che questa è una battaglia da vincere non solo per i viticoltori, ma per tutti noi.