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FEDE E RELIGIONI | 31 marzo 2025, 08:00

PAPA: in Sud Sudan si apra un tavolo per negoziare la pace

Nel testo dell’Angelus diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, Francesco chiede alle parti in lotta del Paese africano di lavorare per la stabilità e alla Comunità internazionale l'invito a fornire aiuti per fronteggiare la grave catastrofe umanitaria nel vicino Sudan. La preghiera per le nazioni in guerra e il Myanmar, “che soffre tanto anche per il terremoto”. E' una Quaresima "di guarigione. Anch’io la sto sperimentando così nell'animo e nel corpo"

PAPA: in Sud Sudan si apra un tavolo per negoziare la pace

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Da Casa Santa Marta, dove da otto giorni è convalescente e prosegue le terapie, dopo essere stato dimesso domenica scorsa dal Policlinico Gemelli, Francesco continua a volgere il suo pensiero all’attualità internazionale e in particolare ai Paesi dilaniati da guerre e ostilità. Nel testo dell’Angelus diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, dopo una breve riflessione sulla misericordia di Dio e su questa Quaresima, da vivere “come tempo di guarigione”, il Papa manifesta la sua “preoccupazione” per la “situazione in Sud Sudan”.

Rinnovo il mio appello accorato a tutti i leader, perché pongano il massimo impegno per abbassare la tensione nel Paese. Occorre mettere da parte le divergenze e, con coraggio e responsabilità, sedersi attorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo. Solo così sarà possibile alleviare le sofferenze dell’amata popolazione sud-sudanese e costruire un futuro di pace e stabilità.

LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DELL'ANGELUS DI PAPA FRANCESCO

Siano avviati negoziati in Sudan

L’apprensione del Pontefice è anche per il vicino Sudan, dove “la guerra continua a mietere vittime innocenti”, da qui la richiesta di tutelare la popolazione, aprire trattative per far tacere le armi e inviare aiuti umanitari.

Esorto le parti in conflitto a mettere al primo posto la salvaguardia della vita dei loro fratelli civili; e auspico che siano avviati al più presto nuovi negoziati, capaci di assicurare una soluzione duratura alla crisi. La Comunità internazionale aumenti gli sforzi per far fronte alla spaventosa catastrofe umanitaria.

L’invito a pregare per la pace

E non manca, nelle parole del Papa, l’invito a non dimenticare gli altri Paesi dove si combatte da tempo o ci sono emergenze e difficoltà.

Confidando nella misericordia di Dio Padre, continuiamo a pregare per la pace: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Repubblica Democratica del Congo e Myanmar, che soffre tanto anche per il terremoto.

L’ottimo risultato diplomatico tra Tajikistan e Kyrgyzstan

Con lo sguardo all’intera umanità, Francesco cita anche i “fatti positivi” più recenti, come “la ratifica dell’Accordo sulla delimitazione del confine tra il Tajikistan e il Kyrgyzstan, che rappresenta un ottimo risultato diplomatico”, e  incoraggia “entrambi i Paesi a proseguire su questa strada”, invocando “Maria, Madre di misericordia” perché “aiuti la famiglia umana a riconciliarsi nella pace”.

Quaresima tempo di guarigione

Nel testo dell’Angelus, il Papa ricorda, poi, ai fedeli, la parabola che Gesù narra su quel “padre che ha due figli: uno se ne va di casa ma poi, finito in miseria, ritorna e viene accolto con gioia; l’altro, il figlio “obbediente”, sdegnato col padre non vuole entrare alla festa”. Un racconto che “rivela il cuore di Dio: sempre misericordioso verso tutti; guarisce le nostre ferite perché possiamo amarci come fratelli”. Francesco sposta l’attenzione al cammino verso la Pasqua, esorta a vivere “questa Quaresima, tanto più nel Giubileo, come tempo di guarigione”, e parla in prima persona.

Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo. Perciò ringrazio di cuore tutti coloro che, a immagine del Salvatore, sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera.

Lo sguardo del Papa si allarga, quindi, a tutti gli uomini con l’auspicio della fratellanza in Gesù Salvatore.

La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti; a maggior ragione, però, siamo fratelli nella salvezza che Cristo ci ha donato.

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