Quando pensiamo ai videogiochi, la nostra mente può correre velocemente verso immagini di gioco, competizioni online e notti insonni passate davanti a una console. Ma cosa succederebbe se potessimo usare questo strumento per qualcosa di più profondo e significativo? La Valle d'Aosta, all’avanguardia nel settore della salute mentale, ha risposto a questa domanda lanciando la Video Game Therapy (VGT), una metodologia innovativa che sfrutta i videogiochi come mezzo terapeutico per esplorare e trattare le dipendenze patologiche. Una proposta che rappresenta non solo un passo avanti nella psicoterapia, ma anche una sfida alle convenzioni tradizionali della medicina e della cura.
Introduzione ufficiale del SerD (Servizio per le Dipendenze Patologiche) della Regione, la Video Game Therapy non è solo una novità in Italia, ma rappresenta anche un modo completamente nuovo di approcciarsi al trattamento dei disturbi psicologici e delle dipendenze. Il SerD valdostano è il primo in Italia a implementare questa metodica in modo strutturato, offrendo ai suoi pazienti un'opportunità unica di interazione terapeutica. I videogiochi, in questo caso, non sono utilizzati come evasione o semplice svago, ma come strumento di esplorazione emotiva e sviluppo cognitivo. In altre parole, il gioco diventa un canale per comunicare con se stessi e con il terapeuta in un ambiente meno formale, in cui è possibile essere più vulnerabili, meno giudicati e, soprattutto, più aperti a cambiare.
Il Dott. Gerardo Di Carlo, Direttore del SerD, sottolinea con forza l'importanza del gioco nel processo terapeutico. Non si tratta solo di "divertirsi", ma di sfruttare le potenzialità psicologiche che il gioco può offrire. "Il gioco è un’attività fondamentale per lo sviluppo e il benessere umano, contribuendo alla gestione dello stress e alla crescita emotiva", afferma Di Carlo. I videogiochi, grazie alla loro capacità di immergere il giocatore in mondi virtuali e situazioni sempre nuove, consentono di esplorare emozioni e comportamenti che sarebbero difficili da affrontare in un contesto terapeutico tradizionale.
Nel corso delle sessioni di Video Game Therapy, il paziente e lo psicoterapeuta giocano insieme a videogiochi selezionati ad hoc. Si trattano temi fondamentali come la cooperazione, l’empatia e la capacità di prendere decisioni. Il terapeuta osserva e analizza i comportamenti del paziente, traendo spunti che verranno poi approfonditi durante le sedute individuali. Questo approccio consente di raccogliere informazioni che potrebbero sfuggire in un contesto terapeutico tradizionale, creando un ambiente più disteso e informale.
Un aspetto interessante della VGT è la capacità di permettere ai pazienti di esprimere se stessi in modo più naturale. Alcuni soggetti, infatti, trovano difficile aprirsi in una tradizionale seduta psicoterapica. Con il videogioco, invece, il processo di comunicazione diventa più fluido, e il paziente, lontano dalla rigidità delle dinamiche convenzionali, si sente maggiormente a suo agio nel condividere pensieri e emozioni.
La VGT si rivela anche un efficace strumento per avvicinare al trattamento psicologico quelle persone che, inizialmente, potrebbero essere riluttanti ad intraprendere un percorso di cura. Quando il gioco entra nel processo terapeutico, la percezione della terapia cambia, trasformandola da un'esperienza potenzialmente intimidatoria in un'attività stimolante, coinvolgente e persino piacevole. Questo approccio innovativo rende più facile l'adesione al trattamento, consentendo al paziente di affrontare i propri problemi emotivi e psicologici senza il peso di un contesto terapeutico "pesante".
Mentre la Video Game Therapy è ancora un campo in evoluzione, le prime risposte del SerD della Valle d'Aosta sono estremamente promettenti. Non si tratta di una moda passeggera, ma di una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire la cura psicologica. Se il gioco è uno strumento potente per l'apprendimento, la gestione delle emozioni e la crescita personale, perché non sfruttarlo anche in ambito terapeutico?
Con l’introduzione della VGT, il SerD della Valle d'Aosta non solo apre una nuova frontiera nel trattamento delle dipendenze e dei disturbi psicologici, ma si fa pioniere di un movimento che potrebbe, in futuro, diventare una pratica diffusa in tutto il mondo. La possibilità di utilizzare un linguaggio che i giovani e non solo conoscono bene—quello del videogioco—per affrontare tematiche delicate come le dipendenze, la gestione dell’ansia, e la crescita emotiva, potrebbe rivelarsi la chiave per un futuro in cui la cura psicologica è davvero per tutti, adattata ai tempi moderni e ai bisogni dei pazienti.
Il passo successivo? Continuare a sperimentare, raccogliere dati e magari anche… giocare con la possibilità di offrire nuove soluzioni terapeutiche che, fino a poco tempo fa, sembravano impensabili. L’unico vero limite sembra essere la nostra immaginazione. E con la Video Game Therapy, la cura potrebbe diventare un'avventura tutta da scoprire.