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Consiglio Valle Comuni | 27 marzo 2025, 21:19

Il PD valdostano ha battuto un colpo: ma quale colpo?

In un paese in cui il governo Meloni si è distinto per riforme previdenziali tanto impopolari quanto controverse – in pensione sempre più tardi e con assegni sempre più bassi – il PD valdostano ha fatto sentire la sua voce

Paolo Cretrier capogruppo Pd Consiglio Valle

Paolo Cretrier capogruppo Pd Consiglio Valle

Fino a ieri, i toni del Partito Democratico valdostano sembravano essere quelli di un silenzio assordante. Nessuna dichiarazione, nessuna presa di posizione forte, nemmeno un cenno alle questioni nazionali che scuotono l'Italia intera. In un paese in cui il governo Meloni si è distinto per riforme previdenziali tanto impopolari quanto controverse – in pensione sempre più tardi e con assegni sempre più bassi – il PD valdostano ha fatto sentire la sua voce. Ma attenzione, il "colpo" è stato davvero tale? O è solo un rumore di fondo, frutto di una politica che ormai pare più interessata a cavilli tecnici che a risolvere le vere problematiche dei cittadini?

Il gruppo Federalisti Progressisti - Partito Democratico, infatti, ha finalmente deciso di scendere in campo. Ma non per criticare il governo Meloni, ovviamente! Non sia mai. No, il loro "colpo" è arrivato dopo l'approvazione di una legge regionale che, secondo loro, sarebbe stata mal interpretata da altri. Le forze politiche che hanno sollevato il caso, accusandole di responsabilità nella riforma previdenziale, sono state tacciate di “false speranze” e di atteggiamenti "politicamente scorretti e profondamente disonesti". Nonostante le proteste, però, la realtà dei fatti è che la riforma pensionistica è una competenza esclusiva dello Stato, come ci ricordano puntualmente i Consiglieri PD. La Regione, dunque, non può far nulla per modificarla.

Ma chi ha mai parlato di voler modificare la legge nazionale? Semmai, il punto è proprio quello: il governo Meloni sta imponendo regole sempre più dure per i lavoratori, senza che il PD regionale, per tutto questo tempo, abbia mai alzato la voce in modo deciso. Ora, come un ninja della politica regionale, si lancia in un acceso difendersi, criticando chi "mistifica la realtà" e promette soluzioni che non possono essere mantenute. Il PD valdostano, insomma, non solo si sforza di spiegare che la Regione non può legiferare sulla previdenza, ma si sente in dovere di sottolineare che, se qualche responsabilità c'è, è tutta di Roma. Perché, si sa, chi è a Roma è sempre il vero colpevole, mentre a Aosta la politica è sempre pulita come un fiume cristallino.

E mentre i consiglieri regionali PD insistono nel sostenere la verità e la serietà, sembra che la loro battaglia non sia contro il governo che ha deciso di colpire i lavoratori e i pensionati, ma contro chi osa mettere in discussione la loro impareggiabile capacità di difendere il diritto dei cittadini. Tra un rafforzamento dei servizi e un’ennesima promessa di dialogo sociale, il PD valdostano sembra dire: "Roma ha le mani in pasta, ma noi siamo qui per portare avanti la nostra autonomia", forse un po' dimenticando che l'autonomia non ha mai impedito a un governo di fare sentire la sua voce anche nelle questioni più spinose.

Nonostante il PD valdostano si impegni a difendere i diritti dei lavoratori, la domanda rimane: dove era fino a ieri? Perché non ha battuto un colpo quando il governo Meloni ha cominciato a ridurre le pensioni e a posticipare l'età di pensionamento? Ora che la legge è passata, il PD si fa sentire. Forse è il caso di ricordare che, mentre il PD ci racconta che non possiamo fare nulla per cambiare la situazione, c'è chi in realtà sta pagando il prezzo della disattenzione e della procrastinazione politica.

E in tutto questo, Roma ride. Ma forse la Valle d'Aosta dovrebbe iniziare a farsi sentire un po' di più – non solo per fare chiarezza su leggi che non può cambiare, ma per cambiare davvero ciò che può: la vita di chi vive ogni giorno le difficoltà della crisi economica.

Jacques Tordeur

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