Nonostante l'accordo unanime raggiunto solo il giorno precedente, il 17 marzo, sui punti programmatici minimi, le tre forze politiche hanno optato per la separazione. Un divorzio che arriva alla vigilia di un programma condiviso di eventi e incontri con la popolazione, e che ha creato scompiglio tra le fila degli alleati, soprattutto considerando il clima di ottimismo che sembrava prevalere fino a poche ore prima. La decisione è stata giustificata con il timore riguardo alla “tenuta stabile” di Renaissance Valdôtaine, un'accusa che ha sollevato non poche perplessità e suscitato pettegolezzi sulla reale motivazione della rottura.
Secondo quanto emerso dalla nota diffusa da Arianna Viglino, Responsabile della comunicazione del movimento, Renaissance Valdôtaine ha accolto con rammarico la separazione, ma ha ribadito la necessità di andare avanti con determinazione. Il movimento ha, infatti, sottolineato con fermezza il proprio impegno a "azzerare" l'attuale Giunta comunale di Aosta, considerata uno dei principali punti di frizione che ha portato alla rottura dell'intesa. “La nostra convinzione rimane salda: è necessario costruire un'alternativa di discontinuità per innescare un reale cambiamento. Questo è il nostro impegno politico, la ragion d'essere della nostra formazione”, ha dichiarato il Direttivo di Renaissance Valdôtaine, lasciando intendere che la questione non è solo politica, ma anche un simbolo di un desiderato cambiamento nella gestione della città.
Le motivazioni dietro la frattura, però, non sembrano essere state così nette come le parole del Direttivo vorrebbero far credere. Fonti vicine ai vertici di PLA e Rassemblement Valdôtain parlano di divergenze in merito al programma e alla visione strategica di lungo periodo. Pare che alcuni membri dei partiti separatisi non vedessero di buon occhio il pragmatismo eccessivo che Renaissance Valdôtaine avrebbe voluto adottare, temendo una perdita di identità in favore di una politica troppo focalizzata sul "cambiamento" a tutti i costi. "Non ci sono margini per un'intesa che non rispetti le nostre radici e la nostra visione del futuro", avrebbero dichiarato alcuni esponenti di Rassemblement Valdôtain, alimentando i rumor di una divisione non solo sui temi, ma anche sulle personalità che stano dietro le decisioni.
Ma la politica, si sa, è spesso anche fatta di compromessi e, nel caso specifico, la separazione ha sollevato non poche interrogazioni. Non è difficile immaginare che, dietro l’apparente frattura, si nascondano interessi personali e battaglie di potere locali. Alcuni, infatti, parlano di veti incrociati sulle candidature per le prossime elezioni e di chi, tra i diversi gruppi, si sentiva escluso dalla distribuzione delle posizioni chiave. La recente rottura, peraltro, arriva in un momento delicato, con le elezioni comunali ormai imminenti, e le voci che girano sui corridoi suggeriscono che alcuni degli ex alleati di Renaissance Valdôtaine siano già alla ricerca di nuove alleanze, possibili alleanze che potrebbero rivelarsi determinanti nelle urne.
Nonostante le difficoltà, il movimento capeggiato da Arianna Viglino sembra non voler cedere: "Affronteremo le prossime elezioni con chiarezza e coerenza, portando avanti i nostri valori di discontinuità e cambiamento", ha ribadito il Direttivo. Il futuro di Renaissance Valdôtaine, però, sembra essere ancora tutto da scrivere. La sfida politica è lanciata, e la questione di chi riuscirà a raccogliere il consenso popolare potrebbe rivelarsi decisiva per il futuro della città e della politica valdostana.
Nel frattempo, i cittadini osservano con crescente disillusione, incerti su quale sarà la vera natura di questo tanto decantato "cambiamento" e se, alla fine, non si tratterà solo di un altro capitolo della solita politica di alleanze e divisioni.