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ATTUALITÀ | 21 marzo 2025, 12:00

La Valle d'Aosta tra crisi e abbandono: una realtà da risollevare

La Valle d'Aosta, un tempo simbolo di prosperità, oggi vive una grave crisi economica e sociale, come evidenziato dal Dottor Massimo Leveque durante la conferenza di Gressan. La decrescita demografica, la mancanza di lavoro, l'abbandono delle valli e l'inefficienza dei servizi stanno svuotando la regione, mentre la politica locale sembra incapace di affrontare le reali esigenze della popolazione. Senza interventi urgenti e una visione di lungo periodo, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nei prossimi anni.

La Valle d'Aosta tra crisi e abbandono: una realtà da risollevare

I dati raccolti parlano chiaro: la Valle sta vivendo una decrescita allarmante, con la popolazione che è passata da 125.000 residenti nel 2019 a soli 122.600 all'inizio del 2023. Questo fenomeno non è legato a un singolo fattore, ma è il risultato di una serie di cause che si intrecciano tra loro, rendendo sempre più difficile per la nostra regione attrarre giovani e famiglie.

La Valle d'Aosta, un tempo definita come un'isola felice, oggi si trova ad affrontare una realtà ben lontana da quella immagine idilliaca. L’analisi impietosa portata avanti dal compianto Dottor Massimo Leveque durante la conferenza di Gressan il 23 agosto 2024 ha messo in luce le difficoltà economiche e sociali che attanagliano la nostra regione. 

La mancanza di lavoro è certamente uno dei fattori principali. Oggi, nelle valli, è quasi impossibile mantenere un’attività agro-pastorale come facevano i nostri nonni, che vivevano con poco ma con dignità. Piccole aziende commerciali e artigianali stanno chiudendo a vista d’occhio. Il 30% dei comuni valdostani non ha più nemmeno un negozio di alimentari o una ferramenta, e la carenza di servizi spinge i giovani a scendere verso la pianura, mentre anche gli anziani, spesso non autosufficienti, si trovano in difficoltà. L'inadeguatezza dei trasporti pubblici non aiuta certo a risolvere questa situazione, eppure la politica sembra non trovare soluzioni concrete per i problemi reali.

In un contesto del genere, non possiamo fare a meno di sottolineare quanto l’abbandono delle valli e dei territori stia causando danni ingenti. L'assenza di cura delle terre, la gestione inefficace delle risorse naturali e la mancanza di manutenzione stanno portando a frane, esondazioni e disastri ambientali. I comuni come Brusson, Challand Saint Anselme, Emarèse e molti altri, che un tempo avevano piccoli impianti di risalita che davano lavoro stagionale, oggi vedono chiusi questi impianti a causa dei cambiamenti climatici e della crisi economica. Il turismo, che potrebbe essere una risorsa fondamentale, ha bisogno di una visione innovativa e consapevole, un turismo che valorizzi la natura incontaminata, ma che allo stesso tempo sappia rispondere alle sfide moderne.

C’è anche da dire che la politica regionale non sta facendo molto per affrontare queste sfide. Le scelte fatte spesso sembrano più orientate a creare poltrone per i "trombati" piuttosto che a risolvere i problemi reali della popolazione. In molti casi, le amministrazioni locali si sono trasformate in strutture aziendali, dove l’efficienza si misura solo sulla produttività e non sui servizi reali offerti ai cittadini. La riorganizzazione dei comuni tramite le comunità montane ha avuto, nel lungo termine, effetti deleteri: molti comuni ora sono privi di personale tecnico, cantonieri o addetti all'acquedotto. A complicare ulteriormente le cose ci sono enti e sigle che, in teoria, dovrebbero semplificare la gestione delle risorse, ma che in realtà finiscono per complicare ulteriormente il quadro.

Le case, poi, sono diventate un peso, più che una risorsa. Le vecchie abitazioni ereditate diventano impossibili da ristrutturare a causa di vincoli burocratici e paesaggistici che ne impediscono il rinnovamento. L'impossibilità di vendere questi immobili senza incorrere in problematiche fiscali, come quelle legate alle plusvalenze, rende ancor più difficile per i giovani rimanere nelle valli e investire nel recupero di queste abitazioni.

Il quadro che emerge è quello di una regione in piena crisi, dove il futuro sembra essere sempre più incerto. Se non si interverrà rapidamente con politiche lungimiranti, che rispondano alle esigenze reali della popolazione e non alle logiche del "tanto non cambia nulla", tra dieci anni la situazione sarà ancor più drammatica. La Valle d'Aosta ha bisogno di una rinascita, ma per farlo è necessario affrontare in maniera seria e concreta tutti questi problemi, partendo dalle persone, dai giovani e dalle famiglie, e costruendo una visione di lungo termine che vada oltre l'emergenza e la gestione del presente.

Vittore Lume-Rezoli

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