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CRONACA | 18 marzo 2025, 13:10

Commemorazione delle vittime del Covid-19: l'intervento di Matteo Fratini a cinque anni dalla pandemia

La commemorazione, che ha avuto luogo nella suggestiva cornice del cimitero cittadino, ha visto la partecipazione di autorità civili e militari, nonché dei concittadini di Aosta, riuniti per non dimenticare le vittime della pandemia che ha segnato in modo indelebile la storia recente

Matteo Fratini (ph. archivio)

Matteo Fratini (ph. archivio)

In occasione della cerimonia di commemorazione delle vittime del Covid-19, il presidente dell'Aps Azienda del Comune di Aosta per la gestione del Cimitero, Matteo Fratini, ha tenuto un intervento emotivo e significativo che ha toccato profondamente il cuore di tutti i presenti. La commemorazione, che ha avuto luogo nella suggestiva cornice del cimitero cittadino, ha visto la partecipazione di autorità civili e militari, nonché dei concittadini di Aosta, riuniti per non dimenticare le vittime della pandemia che ha segnato in modo indelebile la storia recente.

Fratini ha aperto il suo discorso con una riflessione toccante sull'importanza della memoria collettiva. «Oggi non siamo qui solo per commemorare, siamo qui per ricordare. E per non dimenticare mai» – ha affermato con voce ferma, sottolineando l'importanza di mantenere vivo il ricordo delle sofferenze e dei sacrifici di quei giorni tragici.

Ha poi proseguito, descrivendo il dramma del Covid-19 come un «nemico invisibile, più antico della nostra specie» che ha sconvolto le vite di milioni di persone in tutto il mondo. Fratini ha evocato le immagini di un silenzio inquietante che aveva pervaso le città, con le strade deserte e le piazze vuote, trasformate in «nature morte», segnando un momento di pausa dolorosa per tutta la civiltà. Un silenzio che, come ha detto il presidente, è stato interrotto solo dal suono lacerante delle sirene, che hanno portato via non solo persone, ma «universi interi».

L'intervento di Fratini ha posto l'accento anche sulla paura che ha attraversato le vite di tutti durante quei terribili mesi. Non solo la paura dell'ignoto, ma quella del familiare, con abbracci e carezze che sono diventati minacce, e con il respiro che è diventato sospetto. È stata una paura che ha trasformato i legami più stretti in un potenziale pericolo, creando una separazione fisica ed emotiva tra le persone.

Tuttavia, il presidente ha anche voluto sottolineare la straordinaria forza dell'umanità in quei momenti di grande difficoltà. Ha celebrato il sacrificio dei medici, degli infermieri e di tutte le persone in prima linea, che ogni giorno affrontavano la pandemia con coraggio e determinazione. «Nel cuore stesso dell’orrore, abbiamo assistito all’impossibile» – ha detto, lodando anche il lavoro degli scienziati e dei ricercatori che, in tempi record, sono riusciti a sviluppare soluzioni salvavita.

Fratini ha poi ribadito un concetto fondamentale per la comunità: la memoria non deve essere un lusso, ma un «vaccino contro la ripetizione dell’orrore». Ha esortato tutti a non permettere che il ricordo della pandemia svanisca nel tempo, ma a farlo vivere attraverso le scelte quotidiane, con la speranza che il dolore e la sofferenza di quei giorni possano orientare il futuro verso una società più unita e consapevole.

L'intervento si è concluso con una promessa di rinnovato impegno collettivo: «Il Covid non ha solo mostrato la nostra vulnerabilità. Ha rivelato la nostra capacità di resilenza» – ha dichiarato, concludendo con un forte messaggio di speranza. «E sì… andrà tutto bene. Ma solo se noi, qui e ora, scegliamo di renderlo possibile nel nostro quotidiano.»

L’intervento di Matteo Fratini ha ricevuto un caloroso applauso dai presenti, un segno tangibile del profondo impatto delle sue parole. La commemorazione di quest’anno non è stata solo un momento di riflessione, ma anche di rinnovato impegno, affinché la memoria di quel periodo difficile resti viva nelle azioni di ogni giorno, per evitare che una simile tragedia possa mai ripetersi.

pi.red

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