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CRONACA | 16 marzo 2025, 12:00

Tribunale Ecclesiastico del Piemonte: Le cause di nullità matrimoniale rapide, accessibili e senza costi elevati

Il Tribunale Ecclesiastico del Piemonte, recentemente oggetto di attenzione per le sue modalità e i costi contenuti delle cause di nullità matrimoniale, sta offrendo ai fedeli una possibilità concreta e accessibile di affrontare la dissoluzione di un matrimonio celebrato con rito cattolico

Foto repertorio

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Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il processo di nullità non è né costoso né particolarmente lungo. Le persone coinvolte nelle cause, infatti, nella maggior parte dei casi non sono costrette a sostenere le spese di avvocato, grazie al patrocinio gratuito che permette loro di concentrarsi esclusivamente sul procedimento legale, che comporta solo un pagamento di 525 euro per le spese processuali.

Questa struttura accessibile ha contribuito a rendere il sistema più trasparente e alla portata di molte famiglie, il che è sicuramente un aspetto positivo in un contesto ecclesiastico che, spesso, è visto come distante e rigido. Don Ettore Signorile, vicario giudiziale e presidente del Tribunale, ha confermato che la maggior parte dei casi di nullità si concludono con una sentenza in tempi molto brevi, sotto i dodici mesi, e che la registrazione del provvedimento nel registro di matrimonio e battesimo avviene, quasi sempre, entro quattordici mesi. Un risultato che potrebbe sembrare sorprendente, considerando la natura spesso complessa e articolata delle cause matrimoniali.

Durante l’Anno Giudiziario 2024, inaugurato lo scorso 15 marzo presso il Seminario Metropolitano di Torino, sono emersi anche dati interessanti sulla situazione dei matrimoni in Italia, in particolare nella Diocesi di Torino. Il numero dei matrimoni celebrati con rito cattolico continua a calare drasticamente: dai più di 5.000 del 2002, si è scesi a 1.500 nel 2023, con un leggero aumento durante la pandemia, quando sono stati celebrati 500 matrimoni nel 2020. Questo fenomeno è il riflesso di una tendenza più ampia, che segna la progressiva disaffezione verso il matrimonio religioso, una tendenza che inizia a essere visibile anche nei dati delle istanze di nullità matrimoniale.

Sebbene il numero delle cause di nullità sia diminuito rispetto al passato, passando da 160 all’anno nel 2015 a 60 nel 2024, si è registrato un piccolo incremento rispetto all’anno precedente. Questa diminuzione non è da attribuire esclusivamente a una minore incidenza di matrimoni falliti, ma anche a un cambiamento nella percezione del matrimonio stesso. Secondo Don Signorile, infatti, le persone sono sempre meno consapevoli della dimensione religiosa del matrimonio e spesso si affidano al divorzio civile per risolvere le difficoltà coniugali, senza nemmeno considerare l’opzione ecclesiastica.

La motivazione che sottende questa disaffezione potrebbe risiedere, come sottolineato dal vicario giudiziale, nella mancanza di conoscenza riguardo alla facilità di accesso al Tribunale Ecclesiastico e alla disponibilità di risorse informative che spiegano dettagliatamente il processo. Esiste, infatti, una pubblicazione apposita, distribuita nelle parrocchie e disponibile per tutti gli interessati, che rende più chiaro e trasparente l’intero iter legale per ottenere la dichiarazione di nullità matrimoniale.

Questa situazione fa sorgere alcune riflessioni importanti, non solo in merito alla diminuzione del numero di matrimoni celebrati in chiesa, ma anche riguardo alla crescente indifferenza verso il sacramento del matrimonio. Se da una parte le cause di nullità si riducono, dall’altra si può notare una crescente distanza della società dai valori che una volta rendevano il matrimonio un impegno sacramentale profondo e irrinunciabile. In un contesto in cui l’accessibilità e la trasparenza dei procedimenti ecclesiastici sono sempre maggiori, è quindi fondamentale che la Chiesa continui a sensibilizzare i fedeli sul significato religioso del matrimonio e sulla possibilità di recuperare una visione più alta e spirituale del legame coniugale.

Il Tribunale Ecclesiastico del Piemonte rappresenta un esempio virtuoso di come la Chiesa possa rispondere alle necessità della società contemporanea, con un approccio che unisce la disponibilità ad ascoltare i fedeli e la fermezza nel proteggere la sacralità del matrimonio. Se il calo delle istanze di nullità può sembrare una vittoria per la Chiesa, in realtà nasconde un problema più profondo: la sfida, cioè, di riaffermare la centralità del matrimonio come sacramento, di far comprendere l’importanza del legame coniugale all’interno della comunità cristiana, e di riscoprire il significato profondo della parola "matrimonio" oltre la semplice formalità civile.

In conclusione, il Tribunale Ecclesiastico del Piemonte offre un modello interessante di efficienza e di accessibilità, ma è fondamentale che questa realtà venga accompagnata da una riflessione più ampia sul valore del matrimonio cristiano, sulla sua importanza come simbolo di unione non solo tra due persone, ma anche con Dio e con la comunità. La vera sfida della Chiesa oggi, oltre a garantire giustizia nelle cause di nullità, sarà quella di risvegliare nelle nuove generazioni un senso più profondo del sacramento e del suo ruolo nella vita cristiana.

pi.mi.

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