CRONACA - 15 marzo 2025, 12:00

La mafia ruba i sogni: Storie di vite spezzate e riscatto nel docufilm 'Le parole non bastano' presentato in anteprima a Catanzaro

La partecipazione di Marco Sorbara, insieme agli altri testimoni, è stata un invito a non dimenticare, a non girarsi dall’altra parte, ma a impegnarsi per costruire una società più giusta, libera dalla criminalità.

Nella foto Lacnews un momento dell'anteprima

"Le parole non bastano" è un docufilm che ha emozionato e fatto riflettere il pubblico durante la sua anteprima nazionale a Catanzaro, al Teatro Comunale. La pellicola, ispirata al libro La tazzina della legalità, racconta storie di vita di 21 testimoni, tra cui Marco Sorbara, un nostro corregionale che ha vissuto un'esperienza traumatica e di riscatto. Il docufilm, nato dopo l'attentato alla Guglielmo Spa a Copanello di Stalettì 8Catanzaro) nel 2022, ha come obiettivo quello di sensibilizzare i giovani sulla lotta alla mafia e alla ‘ndrangheta, temi particolarmente urgenti in un'epoca in cui la criminalità organizzata cerca di intaccare le vite e i sogni delle persone.

Marco Sorbara, ex consigliere regionale ed ex assessore in Valle d'Aosta, è stato uno dei protagonisti dell'anteprima. La sua presenza nel docufilm è il frutto di una vicenda personale che ha scosso profondamente la sua vita: nel 2019, è stato accusato di associazione ‘ndranghetistica, un'accusa che ha portato a un'ingiusta detenzione. Solo grazie ai tre gradi di giudizio, che hanno dimostrato la sua innocenza, Sorbara è riuscito a ritornare alla sua vita. Nel docufilm racconta la sua esperienza e come sia riuscito a superare questo periodo buio della sua esistenza. “Famiglia, fede e sport mi hanno dato la forza di rialzarmi” – ha dichiarato Sorbara durante l'evento – “Ora vado in giro a parlare ai ragazzi per spiegare loro che la mafia è la cosa peggiore che possa accadere a una persona, che ruba loro i sogni”.

Da sx: Mimmo Scordino staffetta con la volante al convoglio di scorta diFalcone; Sergio Gaglianese, presidente dell'ass. La tazzina della legalità; Marco Sorbara,  Ambasciatore del perdono, e Mauro Esposito, delegati della Tazzina della legalità; Nicola Catanese, già capo scorta Dottore Borsellino .

Il suo impegno nel sensibilizzare le giovani generazioni è quello di un uomo delle istituzioni che ha vissuto sulla propria pelle gli effetti devastanti della criminalità. La sua partecipazione al progetto è stata una delle testimonianze più forti di un percorso di rinascita, che passa attraverso la consapevolezza e l'impegno sociale. Marco Sorbara è convinto che la mafia non debba mai essere un argomento tabù, ma che le storie di chi ha lottato per combatterla e di chi ne è stato vittima vadano raccontate, affinché possano diventare esempi di forza e speranza per le future generazioni.

L'anteprima ha visto anche la partecipazione di altri testimoni di giustizia, come Piera Aiello e Mauro Esposito. Aiello, che ha trascorso anni sotto protezione, ha sottolineato quanto sia importante portare la sua esperienza nelle scuole: “Ogni anno incontro fino a 15mila giovani per dirgli che la malavita ruba i loro sogni. Questi ragazzi sono molto più preparati di quanto pensiamo, sono attenti e vogliono capire cosa c’è dietro le parole”. Mauro Esposito ha aggiunto che la vera battaglia contro la ‘ndrangheta si combatte attraverso la legalità e la diffusione della cultura della giustizia. “Nonostante la televisione e i media che esaltano la criminalità, vedo ragazzi preparati e consapevoli, anche in ambienti a rischio. La legalità è la via da seguire,” ha dichiarato.

Nel corso della serata, non è mancato l’intervento di Nicola Catanese, caposcorta di Paolo Borsellino, che ha ricordato il senso del suo impegno nella protezione dei magistrati e del suo lavoro per lo Stato. “Non piegatevi mai alle angherie – ha esortato Catanese – camminate a testa alta e fatevi rispettare nel nome della legalità.”

Gli studenti di Catanzaro, presenti in gran numero per l'anteprima, hanno ascoltato con attenzione e partecipazione. Lorenzo Maiolo, uno degli studenti del quarto anno dell'Istituto Industriale, ha espresso la propria riflessione: “Stare dalla parte della legalità è la cosa più giusta da fare. All’inizio, alla nostra età, la figura dello spione o dello sbirro è vista male, ma più presto si capisce quanto sia importante lottare contro la mafia, più presto si diventa grandi”.

"Le parole non bastano" è un docufilm che non solo racconta storie di dolore, ma soprattutto di speranza, di lotta, e di riscatto. Un potente strumento di educazione, capace di sensibilizzare i più giovani su uno dei temi più delicati e urgenti della nostra società. La partecipazione di Marco Sorbara, insieme agli altri testimoni, è stata un invito a non dimenticare, a non girarsi dall’altra parte, ma a impegnarsi per costruire una società più giusta, libera dalla criminalità.

pi.mi.