La montagna non perdona, e ieri sera lo ha ricordato con forza. Alle 19:00, la Centrale Unica del Soccorso ha ricevuto una chiamata che ha immediatamente fatto scattare l’allarme: un gruppo di scialpinisti americani, bloccati a 2500 metri nel canale Grassi del Petit Mont Blanc, aveva bisogno di aiuto. Un incidente, una scivolata di un centinaio di metri, un infortunio grave a una gamba che impediva ogni movimento. La situazione era disperata: il buio stava calando rapidamente, e la montagna, implacabile, sembrava averli intrappolati in un abbraccio gelido e indifferente. La neve, il ghiaccio, le pareti ripide del canale rendevano ogni tentativo di soccorso estremamente difficile, ma i soccorritori non hanno esitato.
La risposta è stata immediata e decisiva: la CUS ha attivato la squadra SA1, i cui membri si sono preparati ad affrontare una delle missioni più difficili di quest’inverno. Il cielo scuro, privo di stelle, sembrava una tela nera su cui si stagliavano solo le luci dell’elicottero in volo. Il tempo stringeva. Ogni minuto che passava senza soccorso significava rischiare di perdere una vita. La squadra di elisoccorso, esperta e determinata, ha dovuto affrontare non solo la difficoltà di individuare l’infortunato in un ambiente così impervio, ma anche la sfida di farlo in condizioni estreme di visibilità e con un terreno che metteva a dura prova anche l’equipaggiamento più sofisticato.
Nonostante il buio e la natura ostile del canale, l’elicottero è riuscito a localizzare l'infortunato grazie alla coordinazione perfetta tra la Centrale e i soccorritori sul campo. Con una precisione che solo l’esperienza può garantire, il verricello è stato calato dall'elicottero, scivolando nell'aria fredda della notte. Il soccorritore è sceso in picchiata per recuperare il ferito, un gesto che sembrava fermare il tempo stesso, sospeso tra il cielo e la terra. Il salvataggio, reso ancora più difficile dalla conformazione del terreno, è stato portato a termine con grande professionalità e velocità. L’infortunato è stato recuperato, e l’elicottero lo ha portato in salvo, verso l’ospedale dove sono stati effettuati gli accertamenti diagnostici.
Una notte che, purtroppo, ha ricordato a tutti quanto la montagna possa essere crudele, ma anche quanto la determinazione, la solidarietà e la prontezza dei soccorritori possano fare la differenza tra la vita e la morte. Un’operazione speciale, che ha richiesto cuore, mente e forza, e che ha dimostrato ancora una volta quanto sia fondamentale il lavoro di squadra, anche nel cuore della notte più buia.