L’Assessore agli Affari europei, Innovazione, PNRR e Politiche nazionali per la Montagna, Luciano Caveri, ha partecipato ieri sera a un incontro a Roma presso la Conferenza delle Regioni con Raffaele Fitto, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme. In questo ruolo, è responsabile delle politiche di coesione, dello sviluppo regionale e urbano, e del monitoraggio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
“È stato un interessante scambio di opinioni - commenta Caveri – nel quale ho avuto la possibilità di intervenire in maniera più approfondita di quanto avessi potuto fare, giorni fa, al Comitato delle Regioni con lo stesso Fitto, che ebbe già analoghe deleghe come Ministro in Italia e che incontrammo come Regione su diversi temi”.
Tre i filoni indicati a nome della Valle d’Aosta: “Il primo – spiega l’Assessore - ha riguardato i già noti rischi di centralizzazione, cui si somma ora la discussione sullo spostamento di alcuni fondi di coesione sul riarmo dell’Europa. Ho segnalato la necessità di trovare altre fonti di finanziamento per quella che ritengo essere una necessità. Sulla centralità ho rievocato i danni fatti da un ruolo eccessivo dello Stato, scarsamente collaborativo con le Regioni, del Piano di Resilienza, segnalando al Vicepresidente per alcuni progetti l’importanza di consentire la conclusione dei lavori oltre la metà del 2026, pur segnalando le buone performance della Valle d’Aosta”.
Come secondo tema, nel ricordare un ottimo documento unitario delle Regioni sui fondi di coesione, Caveri ha segnalato “la necessità assoluta di semplificare le procedure e di coordinare meglio il sistema dei controlli, che innesca ritardi e problematiche che mettono a rischio la spesa anche a causa del complesso sistema amministrativo italiano. Condivido l’idea di elencare alla Commissione temi puntuali su questo argomento”.
Infine, tra i temi più significativi per il futuro, secondo Caveri, “spiccano, nelle zone di montagna, il cambiamento climatico, la crisi demografica e l’invecchiamento della popolazione e anche quello della sovranità energetica su cui ho ribadito la logica sbagliata con cui l’Italia chiede - a differenza dei principali Paesi europei - le gare per le concessioni nel settore idroelettrico”.