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FEDE E RELIGIONI | 25 febbraio 2025, 08:00

Il martoriato popolo ucraino torni ad avere la pace

vicario di Roma ha concelebrato con il cardinale Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, una Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano per il terzo anniversario della guerra: "Facciamo 'riecheggiare' le richieste di pace del Papa". L'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede: grazie al Pontefice per il suo “personale impegno”

Il martoriato popolo ucraino torni ad avere la pace

Isabella H. de Carvalho – VN

In questa “ricorrenza dolorosa e vergognosa” preghiamo per le vittime e che “il martoriato popolo ucraino torni ad avere la pace". È l’appello del cardinale Baldo Reina, vicario della Diocesi di Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, dove questa mattina, 24 febbraio, ha celebrato la Messa per il terzo anniversario dell’invasione russa su larga scala contro l’Ucraina. Ha concelebrato il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali.

Pace giusta e duratura

L’evento, organizzato dall'Ambasciata dell'Ucraina presso la Santa Sede, ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti diplomatici, alcuni dei quali hanno letto preghiere nelle loro lingue di origine per manifestare il loro sostegno. Numerosi fedeli si sono riuniti nella Basilica, con bandiere e Rosari nelle mani e le lacrime agli occhi, per pregare per la pace in quella terra che Papa Francesco ha da sempre definito "martoriata". Il cardinale vicario ha ricordato più volte durante la sua omelia la dedicazione e le parole costanti del Pontefice per la pace in Ucraina. E lo ha ricordato pure l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, il quale - a fine Messa - ha ringraziato il Papa per il suo “personale impegno” per il Paese, chiedendo di di pregare “per le vittime della guerra, per la pace, e per la pronta guarigione del Santo Padre”. “Oggi sono passati 3 anni durante la quale l’Ucraina resiste”, ha affermato Yurash, chiediamo una “pace giusta e duratura”

Facciamo riecheggiare gli appelli alla pace del Papa

Durante la sua omelia, il cardinale Reina ha assicurato la vicinanza e le preghiere dell’assemblea a Francesco, che dal 14 febbraio è ricoverato al Policlinico Gemelli. Nonostante la malattia, nel testo dell'Angelus di ieri, 23 febbraio, diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, il Papa non ha mancato di esprimere la sua vicinanza in questo triste anniversario per l'Ucraina. Il vicario della Diocesi di Roma ha infatti ringraziato il Pontefice, “per le sue parole forti in tre anni, parole che veramente abbiamo accolto come profetiche”. “Parole, che chiedono e hanno chiesto, il dono della pace. Quante volte il Santo Padre ha detto: ‘Basta! Si fermino le armi’. Noi oggi non possiamo non far riecheggiare queste parole che sono del nostro vescovo, del nostro pastore”, ha detto Reina.  “Grazie Papa Francesco”, ha aggiunto, grazie perché tante volte ha chiesto “che si percorressero strade di pace”, e per “questa sua premura paterna, perché il martoriato popolo ucraino torni ad avere la pace”.

Foto a conclusione della Messa nella Basilica laterana Foto a conclusione della Messa nella Basilica laterana

L’importanza della preghiera

“Ripensando a questi tre anni di guerra, penso tutti siamo stati segnati dalle immagini che quotidianamente arrivano nelle nostre case”, in particolare di “bambini, uomini, donne, soldati” che hanno perso la vita, ha aggiunto il cardinale. “Lì dove c’è la guerra, non c’è la sapienza. Lì dove c’è conflitto e invasione, non c’è intelligenza prudente”, ha sottolineato, evocando la prima lettura della liturgia, tratta dal libro del Siracide. “Abbiamo bisogno di chiedere al Signore che ritorni questa capacità di saper riflettere” per poter affrontare questa situazione di conflitto creando una “cultura di pace”.

Trovare vie di riconciliazione

Il vicario di Roma ha poi ribadito l’importanza della preghiera in questo momento di grande tensione. “Abbiamo sperimentato, e ancora oggi sperimentiamo, i fallimenti dei tentavi umano. Abbiamo bisogno di dire a Gesù.. aiutaci nella nostra incredulità”. Da qui una preghiera perché "il Dio della pace, il Dio della vita, possa risolvere ciò che gli uomini non sono stati, e non sono capaci, di risolvere”, e possa aiutarci a trovare le “vie della riconciliazione, della misericordia, e della pace”, ha detto il porporato. E ha concluso con una preghiera per le vittime della guerra e le loro famiglie, implorado da Dio che doni a tutti “la forza e la speranza perché sia coltivata e seguita la pace”.

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