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CRONACA | 24 febbraio 2025, 12:04

Il SerD in prima linea contro bullismo e cyberbullismo: educare i giovani per un ambiente scolastico più sicuro

Il progetto ha coinvolto ben cinque classi delle scuole medie locali, che hanno partecipato a un percorso educativo di 20 ore, suddiviso in diverse attività.

Il SerD in prima linea contro bullismo e cyberbullismo: educare i giovani per un ambiente scolastico più sicuro

Il SerD, il Servizio per le Dipendenze patologiche dell’Azienda USL, ha recentemente concluso un importante progetto di sensibilizzazione e prevenzione contro il bullismo e il cyberbullismo, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sui pericoli e le conseguenze di questi fenomeni. Questo progetto ha coinvolto ben cinque classi delle scuole medie locali, che hanno partecipato a un percorso educativo di 20 ore, suddiviso in diverse attività. Ogni classe ha completato 4 ore di lavoro, che includevano la compilazione di un questionario anonimo inviato dalla Sovraintendenza agli studi, la discussione sui risultati emersi e la creazione di elaborati digitali in gruppi sul tema del contrasto al bullismo.

Gli studenti hanno dimostrato un impegno e una creatività notevoli, tanto che il loro entusiasmo ha spinto gli organizzatori a coinvolgerli ulteriormente nella formazione dei compagni delle classi prime, portando alla diffusione del progetto attraverso la modalità della peer education. Questa iniziativa ha avuto un impatto significativo, in quanto ha permesso agli stessi ragazzi di educare i più giovani, amplificando così l'efficacia del messaggio. La culminazione del progetto è avvenuta in occasione della Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, quando si è svolta presso la scuola “E. Martinet” una premiazione dei cinque migliori elaborati tra i quaranta realizzati. Il Dott. Gerardo Di Carlo, Direttore del SerD, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra scuole, famiglie e istituzioni, affermando: “Ognuno di noi, famiglie, studenti, insegnanti, ha un ruolo fondamentale nel creare un ambiente scolastico più sicuro e inclusivo”.

Il progetto ha rappresentato un passo avanti significativo nella sensibilizzazione dei giovani su un tema tanto delicato, ma è andato oltre l’informazione. La Dott.ssa Sveva Mancini, Educatrice del SerD e coordinatrice dell’attività, ha dichiarato: “Questo progetto ha spinto gli stessi ragazzi a svolgere il ruolo di educatori nei confronti dei compagni più giovani, ed è proprio questo uno degli aspetti più importanti”. Il Dott. Di Carlo ha aggiunto che il bullismo non deve essere considerato un problema che riguarda esclusivamente la vittima o il bullo, ma una questione collettiva che richiede un intervento unitario. Le conseguenze del bullismo sulle vittime sono devastanti: disturbi psicologici, isolamento, abbandono delle relazioni, dispersione scolastica e, nei casi più gravi, pensieri suicidi. Tuttavia, il supporto adeguato può permettere alla vittima di superare il trauma, soprattutto se in possesso di una forte resistenza mentale o se aiutata nel percorso di recupero.

Il bullismo non è solo una questione di aggressività gratuita, ma spesso deriva da una profonda sofferenza psicologica dell’aggressore. Come ha spiegato il Direttore del SerD: “La figura del bullo rappresenta un’apparente durezza che in realtà nasconde lacune psicologiche, conflitti interiori e problematiche familiari. Spesso l’aggressore è stato a sua volta una vittima di abusi e traumi psicofisici, che lo hanno spinto a identificarsi con l’aggressore per acquisire un potere che sente di non possedere, interiorizzando l’unica forma di affermazione che conosce, ovvero la forza fisica e verbale”. Questa lettura del fenomeno è cruciale per comprendere la necessità di un intervento che non solo supporti le vittime, ma che agisca anche sulle cause profonde del comportamento del bullo.

L’Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Carlo Marzi, ha sottolineato la rilevanza della sinergia tra sanità e scuola per contrastare questi fenomeni: “Il lavoro del SerD nella prevenzione del bullismo e del cyberbullismo conferma l’importanza di strategie come la peer education e l’uso di strumenti digitali per sensibilizzare e supportare i giovani, vittime e aggressori compresi”. La Regione, attraverso questi progetti, dimostra un impegno costante per il benessere giovanile, e tra le iniziative in corso spiccano la web app Youngle, un progetto di ascolto gestito da giovani per i giovani, e il progetto Gioca al questionario, che raccoglierà dati sul benessere dei ragazzi e permetterà di ottimizzare gli interventi di prevenzione.

Il SerD è dunque in prima linea, non solo nella cura delle dipendenze patologiche, ma anche nella lotta contro fenomeni devastanti come il bullismo e il cyberbullismo, dimostrando che la prevenzione e l’educazione sono strumenti chiave per costruire una società più sicura e inclusiva. L’approccio innovativo e l’impegno in progetti che coinvolgono i giovani come protagonisti del cambiamento sono fondamentali per contrastare efficacemente questi problemi sociali.

pi.mi.

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