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AMBIENTE | 19 febbraio 2025, 15:29

Prosegue inesorabile il ritiro dei ghiacciai valdostani

Emily Rini, responsabile nazionale del dipartimento per le Politiche della montagna di Forza Italia e coordinatrice di FI VdA, ha commentato un emendamento approvato in Senato per sostenere attività di monitoraggio e studio dei ghiacciai

foto repertorio

foto repertorio

Nel 2024, nonostante le abbondanti nevicate tardo-primaverili, il ritiro dei ghiacciai valdostani continua senza segnali di arresto. Sebbene i dati rilevati siano meno allarmanti rispetto agli anni precedenti, il trend generale resta negativo, confermando la tendenza di decadenza di questi ecosistemi vitali. Questo è quanto emerge dall’analisi dell’Arpa Valle d’Aosta, che ha commentato i dati diffusi dalla Cabina di regia dei ghiacciai valdostani sul sito sottoZero. La dichiarazione di Arpa sottolinea che, "nonostante le abbondanti precipitazioni nevose tardo primaverili, seppur con dati meno negativi rispetto al 2023 e al 2022, i dati 2024 non smentiscono un trend sempre negativo per l'arretramento dei ghiacciai valdostani". Le osservazioni riguardano i dati relativi all’anno idrologico 2024 e offrono uno spunto importante per la riflessione sull’evoluzione della situazione.

Il Report annuale sui ghiacciai valdostani, infatti, evidenzia come la variazione frontale media dei ghiacciai sia stata pari a -12,5 metri, un dato che, seppur meno preoccupante rispetto al -14,5 metri registrato nel 2023, continua a segnare una netta regressione dei ghiacciai. Nonostante l’apparente riduzione della velocità del ritiro, si tratta comunque di una perdita significativa che non lascia presagire alcuna inversione di tendenza. Questo dato si inserisce in un quadro generale di arretramento che, seppur meno accentuato rispetto agli ultimi anni, continua a evidenziare un calo costante delle masse glaciali in Val d'Aosta. Il bilancio di massa, che misura la perdita di ghiaccio durante l’anno, risulta negativo con una perdita pari a -850 millimetri di acqua equivalente. Sebbene questo dato sia meno grave rispetto ai -1.106 millimetri degli ultimi 23 anni e ai -1.845 millimetri registrati nel 2023, rappresenta comunque un forte segnale di un fenomeno in continuo corso.

Accanto a questi dati, un altro elemento che merita attenzione è lo spessore dello strato attivo di permafrost scongelato durante la stagione estiva. Questo dato ha mostrato una leggera riduzione, attestandosi a 6,9 metri, contro i 7,6 metri registrati l’anno precedente. Questo calo non è trascurabile, poiché il permafrost, che svolge una funzione cruciale nel mantenimento dell'equilibrio ecologico delle zone montane, sta manifestando segnali di deterioramento, con evidenti effetti su tutta la stabilità dei ghiacciai e delle strutture naturali circostanti.

Nonostante questi segnali preoccupanti di ritiro dei ghiacciai, le precipitazioni nevose nel corso dell'anno sono state abbondanti. L’altezza massima della neve è stata di 141 centimetri, un dato che si allinea con la media storica e che segna un miglioramento rispetto ai 90 centimetri registrati nella passata stagione. Allo stesso modo, la cumulata annua di neve fresca ha raggiunto 591 centimetri, ben al di sopra dei 358 centimetri del 2023 e decisamente maggiore della media storica di 480 centimetri. Questo incremento delle nevicate ha portato ad una risorsa idrica nivale pari a 1.220 milioni di metri cubi, un valore che segna un aumento del 13% rispetto al valore medio registrato tra il 2001 e il 2023. La precipitazione annua, che include sia la neve che la pioggia, è stata di 1.239 millimetri, con un incremento significativo del 28% rispetto alla media storica del periodo 2002-2023. Questi dati suggeriscono che, nonostante il ritiro dei ghiacciai, la quantità complessiva di precipitazioni sia in aumento, ma senza riuscire a invertire la tendenza di degrado delle masse glaciali.

Per quanto riguarda le temperature, la media annuale della parete Nord del Cervino è stata di -11,9 gradi, sostanzialmente in linea con il valore medio storico di -11,92 gradi. Tuttavia, la temperatura media della stagione estiva, pari a 11,6 gradi, sebbene inferiore ai 12,9 gradi della stagione precedente, ha comunque registrato una leggera anomalia positiva di +0,3 gradi rispetto alla media storica del periodo 2002-2023. Questi valori, seppur non estremamente elevati, continuano a confermare l’andamento globale di riscaldamento, che contribuisce in modo significativo al ritiro dei ghiacciai e all’accelerazione dei fenomeni di scongelamento.

Nel contesto di questo quadro preoccupante, le giornate di allertamento per rischio glaciale sono state ben 53, segnalando una crescente preoccupazione per la sicurezza nelle zone montane, dove il pericolo di crolli o frane legate al riscaldamento dei ghiacciai sta diventando sempre più tangibile.

Infine, un passo importante per cercare di affrontare la situazione è stato compiuto recentemente con l’approvazione in Senato di un emendamento che prevede l’introduzione di attività di monitoraggio e studio sul comportamento dei ghiacciai e sull’evoluzione delle loro caratteristiche morfologiche.

"Questo intervento è fondamentale per prevenire e mitigare gli effetti del cambiamento climatico e affrontare le difficoltà legate alla disponibilità di acqua nelle aree montane", ha dichiarato Emily Rini, responsabile nazionale del dipartimento per le Politiche della montagna di Forza Italia e coordinatrice di Forza Italia VdA, che ha elaborato l’emendamento presentato nel disegno di legge "Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane". L'emendamento, che prevede l'attivazione di interventi straordinari per il monitoraggio dei ghiacciai attraverso il Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (Fosmit), è un segnale importante di impegno per contrastare gli effetti devastanti del cambiamento climatico nelle regioni montane italiane.

Seppure l'introduzione di queste misure possa offrire una speranza per la tutela delle risorse montane, la realtà dei ghiacciai in continua ritirata è un campanello d’allarme che richiede interventi urgenti e una riflessione seria sul nostro impatto ambientale. Il futuro dei ghiacciai valdostani e delle risorse idriche che ne derivano dipende ormai da azioni tempestive ed efficaci.

pi.mi.

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