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ECONOMIA | 16 febbraio 2025, 08:30

Valle d'Aosta e il caro pedaggio

Il Consiglio di Stato solleva dubbi sulla legittimità del decreto che blocca gli aumenti

Valle d'Aosta e il caro pedaggio

La questione del caro pedaggio autostradale coinvolge direttamente la Valle d'Aosta, con la società Rav (Raccordo autostradale valdostano), che gestisce il tratto autostradale A5 Aosta-Traforo del Monte Bianco. La società si trova al centro di una disputa legale con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguardante la decisione di non concedere gli aumenti tariffari previsti per il 2020 e il 2021. Questo conflitto ha assunto una rilevanza tale da portare il Consiglio di Stato a sollevare la questione di legittimità costituzionale in merito ad alcune disposizioni contenute nel decreto legge "milleproroghe" del 2019, in particolare nell’articolo 13, comma 3.

Il contenzioso riguarda in particolare il ritardo nel rinnovo del Piano economico finanziario (PEF) delle società concessionarie autostradali, che non solo ha ostacolato l’adeguamento delle tariffe, ma ha anche sollevato preoccupazioni sul futuro delle infrastrutture. La Rav, sotto il controllo indiretto di Autostrade per l’Italia, aveva richiesto l’autorizzazione per incrementare i pedaggi in linea con gli accordi previsti dalla sua convenzione. Ma il Ministero, per ragioni amministrative e politiche, ha bloccato l’adeguamento.

I giudici del Consiglio di Stato, nel loro intervento, hanno evidenziato che la dilazione dei termini per l’aggiornamento del PEF ha effetti distorsivi, poiché la corrispondenza tra l’uso dell’infrastruttura e il pagamento del pedaggio viene compromessa. In pratica, ciò significa che i fruitori attuali e futuri dell’autostrada A5 potrebbero trovarsi a pagare pedaggi che non rispecchiano il valore reale del servizio, con possibili ripercussioni sulla qualità dell'infrastruttura stessa. La preoccupazione dei giudici è che questo meccanismo di "posticipo" possa mettere a rischio la capacità di mantenere e migliorare le autostrade, con effetti a lungo termine sulla loro sicurezza e funzionalità.

Oltre agli effetti sulle infrastrutture, il Consiglio di Stato ha sollevato dubbi sulla violazione della libertà d’impresa. La capacità di programmare e ottenere le risorse necessarie per una gestione efficiente delle autostrade viene, infatti, messa in difficoltà da un sistema che impedisce agli operatori di adeguare tempestivamente le tariffe. In questo contesto, si invoca anche una possibile violazione dell’articolo 41 della Costituzione, che tutela la libertà di iniziativa economica.

La sentenza del Consiglio di Stato, non definitiva, sottolinea inoltre come la mancata possibilità di aggiornare le tariffe possa compromettere la sostenibilità delle concessioni e influire negativamente sulle economie locali, in particolare in una regione come la Valle d'Aosta, che dipende fortemente dal traffico di transito. Infatti, il tratto autostradale A5 è strategico per i collegamenti internazionali, in particolare con la Francia, e ogni difficoltà economica delle società concessionarie potrebbe riflettersi negativamente sui servizi offerti ai cittadini e ai turisti.

L'intervento del Consiglio di Stato ha quindi messo in luce una questione di rilevanza nazionale, che coinvolge tanto le esigenze delle concessionarie autostradali quanto la tutela degli utenti e delle comunità locali. Dopo questa pronuncia, la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sulla legittimità del decreto e sulla compatibilità delle norme con la Carta Costituzionale. La Rav, nel frattempo, continua a chiedere l’autorizzazione per un aumento significativo delle tariffe, con una richiesta del 21,51% per il 2023. La sospensione del giudizio del Consiglio di Stato, in attesa della decisione della Corte Costituzionale, solleva ulteriori interrogativi sul futuro del sistema delle concessioni autostradali, specialmente in una regione come la Valle d'Aosta, dove le infrastrutture autostradali giocano un ruolo centrale nell’economia.

Se da un lato le concessioni autostradali necessitano di un adeguamento delle tariffe per garantire la sostenibilità e la manutenzione delle infrastrutture, dall’altro è necessario trovare un equilibrio che non penalizzi eccessivamente i consumatori e non ostacoli lo sviluppo economico. La risoluzione di questo conflitto giuridico avrà un impatto significativo, non solo sulle politiche tariffarie, ma anche sulla qualità e la sicurezza delle infrastrutture autostradali in Italia, con particolare attenzione alla realtà specifica della Valle d'Aosta.

pi/cro

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