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CRONACA | 15 febbraio 2025, 15:14

Disillusa del sistema sanitario

Un viaggio tra le pieghe della burocrazia e delle disuguaglianze

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Giovedì scorso, una lettrice mi ha scritto per condividere il suo sconforto, un’espressione di frustrazione che risuona nelle parole di molti che, ogni giorno, affrontano la realtà del nostro sistema sanitario.

Mi ha parlato di un’esperienza recente, dove la necessità di sottoporsi a un esame medico si è trasformata in un altro passo lungo il sentiero delle disuguaglianze sociali.

Le opzioni, per questa persona, erano chiare e taglienti: un esame a pagamento, privato, a soli due giorni di distanza, ma al prezzo di 252€. Altrimenti, se avesse voluto risparmiare, avrebbe dovuto accontentarsi di un’attesa più lunga, ma con la possibilità di "approfittare" di una tariffa inferiore, "solo" 180€. Una scelta di questo tipo, con la sua indubbia urgenza e il disagio del momento, avrebbe messo chiunque nella condizione di dover decidere se rischiare di sacrificare una parte della propria vita quotidiana per una risposta sanitaria tempestiva o se puntare su un’attesa che si sarebbe rivelata, a sua volta, una forma di sofferenza.

Questa lettrice, che lavorava nel settore sanitarioi, non ha potuto fare a meno di riflettere su una realtà che ha visto e vissuto tante volte. Ogni giorno, persone che si rivolgono alla sanità privata si trovano a ricevere i loro risultati più velocemente, mentre altri, meno fortunati, sono costretti a fare i conti con la burocrazia, con l’attesa lunga e, a volte, anche con l’umiliazione del non potersi permettere l’efficienza economica di una visita privata.

Quello che emerge da queste parole non è solo la delusione nei confronti di un sistema che non sembra mai cambiare, ma anche la constatazione che, nonostante gli sforzi di chi lavora per garantire cure a tutti, ci troviamo ancora di fronte a un’ingiustizia sociale che ha un impatto diretto sulle vite delle persone.

Eppure, quelle stesse persone, purtroppo, non hanno accesso alla "porta giusta", quella che permette di ricevere le cure in tempi rapidi e senza dover svuotare il portafoglio. Oppure chi può permettrsi di farsi curare fuori Valle come spesso capita. In molti, anche chi sta dietro la scrivania di un ospedale, sono testimoni di questi ingiusti trattamenti quotidiani, ma purtroppo, spesso, non possono fare nulla per cambiarli.

Molti di noi potrebbero scrivere un libro su queste situazioni, accumulando capitoli di delusione, scoraggiamento e impotenza. Ogni storia è una tessera di un mosaico che rappresenta l’insoddisfazione di una sanità che non sempre risponde ai bisogni, non sempre è giusta e non sempre è accessibile a tutti. Eppure, le voci silenziose di chi vive questa disuguaglianza ogni giorno si alzano, sperando che, prima o poi, qualcuno le ascolti davvero.

pi/red

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