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FEDE E RELIGIONI | 13 febbraio 2025, 08:00

PAPA: Non siamo nati per uccidere, si trovino cammini di pace

Il Papa a fine udienza generale rilancia l’appello a fare “tutto” perché cessino violenze e conflitti: “La guerra è una sconfitta sempre”. Elencando i Paesi martoriati, il Pontefice chiede ai fedeli di continuare a pregare per la pace e a “fare penitenza per la pace”

PAPA: Non siamo nati per uccidere, si trovino cammini di pace

Salvatore Cernuzio – VN

“Non siamo nati per uccidere ma per far crescere i popoli, che si trovino cammini di pace”. Con espressione contrita, voce roca, a motivo della bronchite che lo affligge da giorni e che anche questo mercoledì gli ha impedito di leggere la catechesi, Papa Francesco prende parola alla fine dell’udienza generale di oggi, 12 febbraio, in Aula Paolo VI, e torna a chiedere pace per un mondo dove appaiono sempre più fragili tregue e negoziati e l’unica certezza sembra essere il rumore delle armi.

Far crescere i popoli

“Penso a tanti Paesi che sono in guerra”, scandisce il Papa, distaccando gli occhi dal foglio bianco. “Fratelli, sorelle, preghiamo per la pace, facciamo del nostro tutto per la pace. Non dimenticatevi che la guerra è una sconfitta sempre”.

Non siamo nati per uccidere ma per far crescere i popoli, che si trovino cammini di pace. Per favore nella vostra preghiera quotidiana chiedete la pace.

Fare penitenza per la pace

Come sempre, il Papa elenca le terre colpite: “La martoriata Ucraina, quanto soffre…”, dice, facendo una pausa tra una parola e l’altra. “Poi pensate alla Palestina, a Israele, al Myanmar, al Nord Kiwu, Sud Sudan, tanti Paesi in guerra”.

Per favore, preghiamo per la pace. Facciamo penitenza per la pace

Un richiamo, quest’ultimo, alle tante iniziative di digiuno e preghiera per la pace avviate nel corso del pontificato. L’ultima il 7 ottobre 2024, primo anniversario dell'attacco terroristico perpetrato da Hamas in Israele che ha fatto esplodere le brutalità a cui si è assistito in Terra Santa.

Ascoltare il grido dei fratelli

Con uno sguardo sempre ai popoli sofferenti, il Papa, nel saluto ai fedeli francesi, esorta a chiedere a Dio di mantenere il cuore di ognuno “umile e aperto” così da ascoltare “il grido dei nostri fratelli” e “saper riconoscere la sua presenza nelle debolezze e nelle ferite del mondo”. Un richiamo simile anche nel saluto ai pellegrini polacchi con l’appello “a vedere Gesù in chi vive nell'abbandono e nelle circostanze difficili” e un particolare ricordo per malati, persone sole e vittime delle alluvioni: “Aiutateli e portate loro la speranza che viene dal Signore”.

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