Giancarlo Caselli, uno dei protagonisti più significativi nella lotta contro il terrorismo e le mafie, ha portato ad Aosta la sua testimonianza di giustizia e impegno civile. Il 11 febbraio 2025, al nuovo polo universitario di via Monte Vodice, l’ex Procuratore antimafia, già capo delle procure di Palermo e Torino, ha raccontato la sua lunga carriera, segnata dalla lotta a Cosa Nostra e dai gruppi eversivi degli anni di piombo. L’incontro, organizzato dall’Università della Valle d’Aosta, dalla Fondazione Comunitaria e da Cittadinanzattiva Valle d’Aosta, ha offerto un’opportunità per riflettere su temi cruciali come la difesa della democrazia e della legalità.
Caselli, che da più di 40 anni vive sotto scorta per le minacce ricevute, ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera, a partire dalle indagini contro le organizzazioni terroristiche, passando per la sua esperienza nella lotta contro le mafie che, negli anni Novanta, avevano portato l’attacco diretto allo Stato. La sua figura è quella di un uomo che, nonostante le difficoltà e le critiche politiche che lo hanno etichettato come “toga rossa” o “toga fascista” a seconda dei periodi, ha sempre continuato con coerenza e determinazione, guidato da un forte senso del dovere e da una spiccata etica della responsabilità.
Nel corso dell'incontro, Caselli ha ricordato come il negazionismo mafioso non sia mai scomparso. Anzi, ha affermato che, sebbene oggi la mafia venga riconosciuta come una realtà, il “concorso esterno” – cioè la complicità di ambienti legali e politici con la criminalità organizzata – viene ancora negato. Ha criticato aspramente l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che, secondo Caselli, sarebbe stato tra i capostipiti di questo negazionismo, accusando la magistratura di aver inventato un reato inesistente. Un fenomeno che si manifesta anche nella diffusione delle mafie al nord, dove il riciclaggio di denaro sporco è favorito dalla presenza di soldi e dalle difficoltà economiche di alcune aree.
Caselli ha sottolineato come la presenza della ‘ndrangheta, in particolare, sia cresciuta anche in Valle d’Aosta e in Piemonte, regioni che sono state inizialmente scarsamente attrezzate per contrastare tale fenomeno. Per lui, la soluzione a questa pericolosa connivenza tra la criminalità e i settori legali della società sta in una magistratura indipendente e decisa, nonostante le resistenze politiche e sociali.
L’evento, moderato da Massimo Campedelli, direttore di Umanapersona e collaboratore di Libera, ha offerto uno spunto importante di riflessione per tutti i partecipanti, tra cui anche gli studenti dell'Università della Valle d'Aosta coinvolti nel progetto “Cittadini si diventa”, un’iniziativa che punta a formare i giovani alla legalità e alla consapevolezza civica.
Patrick Vesan, la Rettrice dell'Università della Valle d'Aosta, Manuela Ceretta, Maria Grazia Vacchina
In apertura dell’incontro, la Rettrice dell'Università della Valle d'Aosta, Manuela Ceretta, il Presidente della Fondazione Comunitaria, Pietro Passerin d'Entrèves, e altri rappresentanti istituzionali hanno sottolineato l’importanza di tale occasione. Il Presidente del Consiglio Regionale della Valle d'Aosta, Alberto Bertin, ha ribadito come l'impegno per la legalità sia fondamentale per la crescita della comunità e per il futuro dei giovani.
Il progetto "Cittadini si diventa", che ha visto coinvolti anche studenti in esperienze di volontariato con Libera, ha dato la possibilità a sei giovani universitari della regione di partecipare a campi estivi per conoscere da vicino la realtà della lotta alle mafie. Come ricordato da Mariagrazia Vacchina, Segretaria regionale di Cittadinanzattiva Valle d’Aosta, questo progetto ha avuto il sostegno di numerose realtà locali e ha rappresentato un esempio di sinergia tra università, istituzioni e Terzo Settore, con l’obiettivo di costruire una cittadinanza consapevole e impegnata.
Il messaggio centrale dell’incontro, ribadito anche dai giovani partecipanti, è che la democrazia non è un valore dato per scontato, ma va costruito giorno per giorno, con responsabilità e impegno. L'esempio di Giancarlo Caselli, con il suo coraggio e la sua integrità, resta un faro per tutti coloro che credono che la legalità sia un bene da difendere, non solo a parole ma anche con azioni concrete, specialmente nei momenti storici più complessi e difficili.
Grazia Vacchina, Segretaria regionale di Cittadinanzattiva Valle d’Aosta, ha voluto esprimere un sentito ringraziamento e un apprezzamento per la realizzazione dell'evento, sottolineando come questa iniziativa sia stata un’occasione straordinaria per riflettere su un tema fondamentale: la cittadinanza consapevole e l’impegno civico nella difesa della legalità. In un passaggio particolarmente significativo del suo intervento, ha dichiarato:
"La presenza del procuratore Caselli con la sua lunga carriera dedicata al servizio della giustizia e della legalità è un momento importante e un grande esempio. Come Consiglio regionale, abbiamo voluto istituire l’osservatorio sulla legalità e sosteniamo con forza iniziative di questo genere."
Vacchina ha voluto rimarcare come l’impegno di Caselli, così come quello delle istituzioni e delle associazioni che hanno reso possibile l’incontro, rappresenti una testimonianza tangibile di come la legalità debba essere promossa attraverso la collaborazione tra diverse realtà del territorio. Il suo intervento ha anche messo in evidenza l'importanza di un'educazione alla cittadinanza attiva, che passa attraverso la conoscenza dei diritti e dei doveri e l'esercizio della responsabilità.
Un altro passaggio saliente del suo discorso riguarda il valore che l’incontro ha avuto per i giovani coinvolti nel progetto “Cittadini si diventa”, un’iniziativa che ha visto protagonisti esemplari studenti e giovani del territorio, impegnati nell’approfondire temi di legalità e giustizia. A tal proposito, Vacchina ha commentato:
"Il progetto che abbiamo realizzato con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, la RAVA, il CSV e la Fondazione Comunitaria Valle d’Aosta ha visto protagonisti esemplari i giovani. Questa iniziativa ha avuto come obiettivo quello di promuovere una visione proattiva e civile della funzione accademica, in sinergia con il mondo del Terzo Settore."
Maria Grazia Vacchina ed il Procuratore Caselli
L'approccio proposto da Vacchina non si limita alla semplice teoria della legalità, ma si traduce in un impegno concreto volto alla valorizzazione dei giovani e alla loro partecipazione attiva nella lotta alle disuguaglianze e alle ingiustizie. L’obiettivo, come ha spiegato, è quello di formare “Giovani Ambasciatori della Legalità”, impegnati nella promozione di una cultura della legalità che non si limiti al rispetto delle leggi, ma che si estenda alla promozione di valori come la giustizia sociale e l’etica della responsabilità.
Infine, in un accorato saluto di chiusura, Vacchina ha espresso il suo auspicio che queste esperienze possano concretizzarsi in un futuro in cui la cittadinanza attiva e la difesa dei principi democratici diventino parte integrante del quotidiano di ciascun individuo. Come ha affermato con convinzione:
"Un saluto grato il mio, che vuole essere rinnovata fiducia e convinto auspicio per una strada da percorrere insieme, come questi giovani mi hanno detto e scritto e come - ne sono certa - realizzeranno negli anni, a beneficio di tutti, collaborando - nell’ottica della sussidiarietà e dell’assunzione della responsabilità - a rendere effettiva nel quotidiano quella democrazia che la Costituzione italiana e lo Statuto della Valle d’Aosta sanciscono imponendo di attuare."