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Camminar pensando | 09 febbraio 2025, 08:00

Dubra - La donna che seminava aquilegie

Capitolo TRE Riassunto dei capitoli precedenti: Dubra è una donna dal carattere forte che dopo anni di vita solitaria sulle colline del Lago Maggiore incontra un uomo stravagante con il quale riesce finalmente a condividere la sua passione per i fiori e le aquilegie in particolare. Ma anche questo amore platonico arriva al capolinea

Il lago che sembra un fiume visto dal Monte Croce (ph. Mauro Carlesso)

Il lago che sembra un fiume visto dal Monte Croce (ph. Mauro Carlesso)

E' una radiosa giornata di metà maggio. Manca poco a mezzogiorno ed il bosco è incorniciato nell'azzurro di un cielo accondiscendente. La lunga fila colorata e chiassosa di bambini sale lungo le serpentine del sentiero. Ormai manca poco alla cima del monte. Inframmezzati ai bimbi, ci sono gli insegnanti e molte persone di ogni età. Ognuno, compresi i bimbi più piccoli, porta uno zainetto contenente la colazione che condurranno tutti assieme sul prato di Dubra.

Che Dubra non fosse una persona socievole, nonostante il trascorso di negoziante, era risaputo. Ma dalla vicina a prendere le uova settimanalmente non rinunciava mai. Neppure quando nevicava e le galline, per la stagione, non sempre erano prodighe a sfornare uova. In tali circostanze Dubra rientrava a casa a mani vuote ma lasciando alla vicina cinque minuti di chiacchiere che venivano da quest'ultima custodite gelosamente. Quasi fosse un onore poter ascoltare quell’insolita vegliarda.

Ma normalmente, oltre ai cinque minuti di parole, a Dubra che la visitava puntuale come un orologio svizzero consegnava quanto le galline avevano prodotto durante la settimana. Quel giorno però l'ora dell'appuntamento era arrivata e passata da un pezzo e la Dubra non si era vista.

Una sorta di angoscia da cattivo presagio si era impadronita della vicina che, senza stare a pensarci più di tanto, incarta mezza dozzina di uova e si dirige a passo spedito a casa di Dubra. Dopo averla inutilmente chiamata l'agitazione prende il sopravvento sulla povera donna che trovando la porta aperta si fa avanti nel piccolo soggiorno dove scorge la vecchia accomodata serenamente sulla poltrona con un libro in grembo. La donna le si avvicina, la chiama, la scuote ma la realtà dell’accaduto, la conferma del presagio è lì, davanti a lei. Istintivamente la donna si fa il segno della croce lasciando cadere il cartoccio delle uova che si spiaccicano sul pavimento.

In preda al panico corre fuori fino alla casa più vicina ed all'uomo che si affaccia dice sommessamente: "La Dubra è morta". Le tristi operazioni del dopo trapasso vengono svolte dai volontari della Caritas locale che si troveranno a sgomberare alla meglio quei pochi locali strapieni in ogni angolo di libri, album da disegno, erbari ed ogni sorta di barattoli e carabattole inerenti la botanica.
La nipote troppo indaffarata nelle sue faccende si è prodigata per le sole esequie rinunciando con tono piccato a tutto ciò che atteneva alla vita della zia defunta.
Nelle operazioni di sgombero oltre alle lettere di Somerset una ragazza si imbatte in una lettera che raccontava una storia affascinante.

I bimbi si sparpagliano disordinatamente ed allegramente a terra. Dai loro zainetti estraggono panini e bibite. Sono radiosi e gaudenti come la luce che oggi avvolge il bosco e si distende sul lago là sotto, che con i suoi riflessi sembra partecipare alla festa dei bambini.

Terminata la colazione, una delle insegnanti chiede attenzione. I bimbi ascoltano la maestra che legge la storia di Dubra e delle sue aquilegie. L'insegnante, nel raccontare questa storia che sembra una fiaba, si commuove. Ricorda quella sera che si è trovata tra le mani quella lettera e quei disegni. Legge con voce calma e pacata quel che Dubra aveva lasciato scritto. Con dolcezza poetica, Dubra scriveva del suo sogno che si stava realizzando. Scriveva delle sue aquilegie e di quel giardino che, anno dopo anno, andava seminando lungo il sentiero nel bosco, lungo il ruscello e le radure fin su alla chiesina, col suo praticello che da verde diventava, per almeno un mese, un giardino fiorito dai mille colori. Scriveva Dubra in quella lettera, che sembrava davvero una fiaba, di come i suoi fiori l'accoglievano impettiti ed orgogliosi ogni volta che saliva a salutarli. Uno ad uno. Come aveva fatto anche quell'ultima volta prima di addormentarsi per sempre sulla sua poltrona. E raccontava, sempre in quella lettera che sembrava essere sempre più una fiaba, dell'eccitazione che la coglieva quando a salutare le sue aquilegie veniva anche quel signore col cappello di paglia e con l’accento francese.

E la ragazza che leggeva quella lettera che parlava di bellezza, di amore e di rispetto per il Creato, pareva trasmettere a quella platea di piccoli ascoltatori quel sentimento di amorevole compassione per tutti gli uomini di buona volontà che facevano qualcosa di bello per coloro che sarebbero venuti dopo.

La piccola folla radunata sotto i grandi faggi, astanti il lago luccicante, ascoltava rapita le parole che erano scaturite prima dalla penna di Dubra ed ora dalle labbra della giovane insegnante. Qualcuno, tra gli adulti presenti, aveva il volto rigato da una lacrima.

L'insegnante si commuoveva immaginando che Dubra avesse seminato le sue aquilegie proprio per questi piccoli gitanti. Erano questi marmocchi "coloro che sarebbero venuti dopo". Dopo Dubra. Anche se l'insegnante era certa che quella garbata ed esile signora non se ne fosse andata definitivamente, ma fosse ancora lì, in mezzo a loro, in mezzo al giardino di aquilegie che guardava il lago.

Aquilegia Cerulea-Virginia- (ph. Mauro Carlesso)

FINE

NOTA
L’aquilegia è una pianta erbacea perenne a vita breve (circa 5 anni) e molto rustica. Appartiene alla famiglia delle Ranuncolacee. Ha un portamento in altezza dai 10 ai 90 cm. Le foglie basali sono picciolate e composte con 1-3 lobi, simili ai capelveneri. I fiori sono multicolori, spesso penduli ma anche eretti, con curiosi speroni. Tra le varietà più note A. vulgaris, A. coerulea, A. alpina, Le A. fragrans e A. viridiflora si distinguono per un profumo dolcissimo.

Mauro Carlesso Scrittore e camminatore vegano

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