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Zona Franca | 07 febbraio 2025, 17:29

LA TAC DEL GATTO

Da Biella chiedono: 'che cosa avrebbe risposto allo sconosciuto Emilio Vaglio, se si fosse presentato alle 20 di sera presso il reparto con un gatto, pur in gravissime condizioni di salute, chiedendogli di effettuare al felino una TAC, utilizzando un’apparecchiatura adibita agli umani, e al relativo intervento chirurgico utilizzando bisturi utilizzati per i pazienti?'

Foto repertorio

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Preg.mo Direttore,

La Sanità Italiana e, quindi, anche quella Valdostana, è da oltre cento anni un fiore all’occhiello della nostra Bella Italia. Senza scomodare personalità che, durante il boom economico, hanno contribuito a costruire un caposaldo della nostra Repubblica in tema di Salute Pubblica, basta citare l’on.le Tina Anselmi, prima donna ministro della Repubblica, che alla fine degli anni Settanta fu l’artefice del SSN, un servizio sanitario invidiato da tutta l’Europa, che ha contribuito a garantire a tutti il diritto alla salute pubblica, come da dettami costituzionali e che ora, anno per anno, giorno per giorno, si sta “volutamente disintegrando” a vantaggio dei grandi gruppi, il cui mestiere è quello di curare i ricchi e lasciare che i poveri attendano mesi, a volte anni, per ottenere semplici esami clinici, visite specialistiche, radiografie, risonanze magnetiche, TAC, ecc., con la conseguenza naturale che, procrastinando la prevenzione, la spesa sanitaria non può che aumentare e, a volte, contribuisce a lasciare morire delle persone che, se il sistema avesse continuato a funzionare e fosse stato adeguatamente finanziato, sarebbero forse ancora tra di noi.

Fatta questa doverosa premessa, il nostro Bel Paese ed, in particolare, la Regione Autonoma della Valle d’Aosta, perla delle Alpi, dove regna un’autonomia che permette spese che altre Regioni non possono neppure pensare di affrontare (lo affermo con molta cognizione di causa), sono in questi giorni sulle pagine di tutti i giornali e su tutte le cronache nazionali e forse anche d’Oltralpe, per un episodio SCANDALOSO avvenuto alla fine di gennaio presso l’Ospedale Parini di Aosta, ospedale che porta il nome di un illustre chirurgo prematuramente scomparso, e, più precisamente, presso la Struttura Complessa di Radiologia Diagnostica ed Interventistica, diretta dal valente Dr. Massimiliano Natrella, di origine biellese, ma ormai professionalmente valdostano, persona seria, competente e onesta intellettualmente.

Mi permetto di fare queste affermazioni non per sentito dire, ma per aver toccato con mano di persona, avendo avuto necessità di sottoporre mia moglie Letizia Pastè alle sue cure e prestazioni nell’anno 2023. Un medico coscienzioso che, a fronte di mia precisa affermazione: “Vorrei sottoporre mia moglie a questi trattamenti privatamente, senza l’intervento del SSN, per i seguenti motivi: fortunatamente dispongo di un fondo sanitario integrativo privato e, soprattutto, desidero che le prestazioni vengano effettuate personalmente da Lei”, il Dr. Natrella mi ha garantito che le prestazioni con il SSN avrebbero avuto comunque poco più di un mese di attesa, ma non ha potuto garantirmi che, con tale sistema, sarebbero state effettuate personalmente da Lui.

Conoscendo la struttura della Divisione Radiologica, ho optato per il sistema privatistico - INTRAMOENIA - e fortunatamente l’esito della cura è stato soddisfacente sia dal punto di vista medico che dal punto di vista del rapporto umano.

Ciò detto, spero ardentemente che chi di dovere, Magistratura, Assessorato alla Sanità, ASL VdA, assumano, ciascuno nei propri ambiti, i dovuti provvedimenti nei confronti dello stretto collaboratore del Dr. Natrella, e, soprattutto, spero altrettanto ardentemente che la Divisione Radiologica Interventistica del Parini di Aosta non subisca dei contraccolpi. Mi auguro che sia i valdostani che i residenti nelle zone contigue, Piemonte, Liguria, Lombardia, che da tempo si rivolgevano a tale struttura per trattamenti di ozonoterapia intradiscale, dimentichino in fretta lo scandaloso episodio e che le gravissime colpe di un professionista, contagiato dall’onnipotenza, non creino nocumento a un reparto che ha, nel tempo, migliorato la vita di coloro che convivevano con i dolori provocati da ernie discali lombosacrali.

In ultimo, Egr. Direttore, mi permetta di rivolgere al medico che si è permesso di utilizzare la cosa pubblica, che comunque non gli appartiene, fuori orario, una semplice domanda: che cosa avrebbe risposto allo sconosciuto Emilio Vaglio, se si fosse presentato alle 20 di sera presso il reparto con un gatto, pur in gravissime condizioni di salute, chiedendogli di effettuare al felino una TAC, utilizzando un’apparecchiatura adibita agli umani, e al relativo intervento chirurgico utilizzando bisturi utilizzati per i pazienti?
Grazie per l’attenzione
EMILIO VAGLIO  -BIELLA-

Gentile Signor Vaglio,

La Sua lettera, che affronta con preoccupazione e passione il delicato tema della Sanità pubblica, tocca punti di grande rilevanza per la nostra comunità e per il nostro sistema sanitario. Condividiamo profondamente la Sua preoccupazione per la crescente difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, che rischiano di minare uno dei fondamenti della nostra Costituzione: il diritto alla salute per tutti, senza distinzione di censo.

Lei fa giustamente riferimento a figure come l’onorevole Tina Anselmi, che ha gettato le basi per un sistema sanitario pubblico che, seppur oggi in difficoltà, resta uno degli obiettivi da difendere e preservare. Come Lei sottolinea, la Sanità non è solo un settore di servizio, ma un bene pubblico che riguarda ogni cittadino, e l'attuale situazione di disuguaglianza nell'accesso ai trattamenti deve suscitare un'analisi seria e una risposta adeguata.

L’episodio che ha citato riguardo l’Ospedale Parini di Aosta, se confermato, è sicuramente inaccettabile e preoccupante, e comprendo la Sua indignazione. È essenziale che ogni singolo atto compiuto all’interno di una struttura sanitaria venga fatto nel rispetto della pubblica fiducia e delle risorse a disposizione della collettività. Ciò che è accaduto, se veritiero, non solo danneggia l'immagine di un servizio che ha sempre rappresentato un modello di eccellenza, ma mina anche il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni sanitarie.

D’altra parte, è altrettanto importante che l’operato dei professionisti del settore, come il Dr. Massimiliano Natrella, venga valutato separatamente dagli eventuali errori di chi non ha agito secondo i principi di etica e legalità. La Sua esperienza con il Dr. Natrella è un esempio di come, nonostante le difficoltà, ci siano ancora medici che lavorano con serietà e dedizione per il benessere dei pazienti.

Concordiamo con Lei sulla necessità di provvedimenti adeguati, da parte delle autorità competenti, per evitare che episodi del genere possano intaccare la qualità e la reputazione di reparti che hanno fatto del trattamento di patologie complesse una propria missione. Al contempo, è fondamentale che la Magistratura e l'Assessorato alla Sanità prendano in carico ogni aspetto di questa vicenda, al fine di garantire che vengano ripristinati i giusti standard di professionalità e affidabilità.

La Sua domanda finale, sulla responsabilità etica di un professionista che sfrutta risorse pubbliche per scopi privati, è legittima e invita a una riflessione profonda. Il sistema sanitario deve rimanere uno strumento al servizio della collettività, e non può permettersi deviazioni che possano compromettere la fiducia dei cittadini.

La ringraziamo per aver sollevato con fermezza una questione che merita attenzione e discussione, e ci auguriamo che, attraverso il dialogo e l’impegno delle istituzioni, possano essere trovate soluzioni per rafforzare un sistema sanitario che, pur tra le difficoltà, ha contribuito in modo significativo alla salute e al benessere di tutti noi.

Distinti saluti. pi.mi.

 

 

red.

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