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ECONOMIA | 06 febbraio 2025, 10:00

La crescita industriale rallenta anche nlla nostra regione

Nel 2024 il numero delle imprese in Valle d'Aosta si è mantenuto sostanzialmente stabile, con una leggera contrazione dello 0,02% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 12.376 unità

Roberto Sapia, presidente Chambre

Roberto Sapia, presidente Chambre

Sebbene il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni non d'ufficio sia positivo, con un incremento di 15 imprese, i numeri rivelano anche un rallentamento della crescita rispetto agli anni passati. La dinamica del comparto imprenditoriale regionale, pur rivelando una buona vitalità, segna un periodo di incertezze che meritano attenzione.

"Il 2024 ci dice che il comparto imprenditoriale valdostano tiene in termini numerici", afferma Roberto Sapia, Presidente della Chambre Valdôtaine. "Tuttavia, la dinamica tra iscrizioni e cessazioni, sebbene testimoni una certa vivacità, deve farci riflettere, soprattutto per quanto riguarda l’aumento delle cessazioni. È evidente che alcuni settori stanno attraversando difficoltà, come quello agricolo e quello commerciale, mentre altri, come le costruzioni, riescono ancora a mantenere una posizione di crescita".

Nel dettaglio, la regione ha registrato 671 nuove imprese nel corso dell’anno, in linea con i numeri del 2022, ma inferiori a quelli del 2023. Le cessazioni non d’ufficio, invece, sono state 656, in aumento rispetto alle 592 dell’anno precedente. Seppur il saldo risulti positivo, con un incremento di 15 nuove realtà, il tasso di crescita delle imprese in Valle d'Aosta si attesta a un modesto +0,12%, ben al di sotto della media nazionale (+0,62%) e regionale del Nord Ovest (+0,69%).

Tra i settori economici, quelli che si sono distinti per una performance positiva includono i servizi alle imprese, con un aumento del 1,85% (+30 imprese), le costruzioni (+0,54%, +13 imprese) e il turismo (+0,22%, +4 imprese). Al contrario, il comparto agricolo ha segnato una flessione dello 0,68% (-10 imprese), mentre l'industria ha visto una diminuzione dello 1% (-9 imprese). Preoccupante continua ad essere la situazione del commercio, con una riduzione del numero di imprese del 2,04% (-39 unità), un segnale di difficoltà per un settore che non sembra riuscire a contrastare il calo.

"Il comparto edile continua a svolgere un ruolo di traino per l'economia regionale, sebbene la fine degli incentivi statali abbia portato a un rallentamento della sua crescita", aggiunge Sapia. "Tuttavia, è significativo che il settore dei servizi alle imprese e il turismo si confermino tra i settori più dinamici. Questi dati sono sicuramente positivi, ma non possiamo trascurare le difficoltà che persistono per altre categorie, come l’agricoltura, l’industria e, soprattutto, il commercio".

Il comparto artigianale, che include 3.611 imprese registrate, ha registrato un calo dello 0,22% rispetto all’anno precedente, con una perdita di 8 unità. Il settore edile, però, ha mostrato una crescita di 4 imprese (+0,22%).

Dal punto di vista delle forme giuridiche, le società di capitale hanno visto una crescita significativa (+3,41%), mentre le società di persone e le ditte individuali sono in flessione, rispettivamente con una riduzione del 1,67% e dello 0,19%.

"In un contesto nazionale che evidenzia un aumento dei comuni con zero nuove iscrizioni - sottolinea Sapia - è importante notare che in Valle d'Aosta il numero di comuni che non registrano nuove imprese rimane costante, tra i 7 e gli 8 comuni di piccole dimensioni. Questo dato è indicativo di una buona resilienza del nostro tessuto imprenditoriale, che, nonostante le difficoltà, riesce a mantenere una certa stabilità".

Infine, seppur il quadro regionale presenti segnali di difficoltà, soprattutto per i settori più tradizionali e per il commercio, il dinamismo mostrato da alcuni comparti, insieme alla resilienza delle imprese più piccole, offre un barlume di speranza. La sfida per il futuro sarà mantenere questo equilibrio e cercare di sostenere quei settori più vulnerabili, con politiche che possano stimolare la crescita, ridurre i costi energetici e promuovere l’innovazione in tutti i settori economici.

pi.mi.

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