Zona Franca - 06 febbraio 2025, 15:21

Lo meudeceun Cataro e lo tsat a l’épetail

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

foto tratta dal web

Caro direttore, ti leggo sempre con attenzione. Mi permetto di disturbarti per questa vicenda grottesca del gatto all’ospedale.

Questo fatto terribilmente vero ha trasformato il nostro servizio sanitario regionale, per alcune ore, nel teatro Giacosa. In effetti, quanto verificato ha tutti gli ingredienti per assomigliare alla trama di una piéce dello Charaban “Lo meudeceun Cataro e lo tsat a l’épetail”.

La Valle d’Aosta è andata su tutti i giornali non per le sue montagne, ma perché la gatta Athena (dea greca della saggezza, della scienza e della guerra) ha sperimentato l’efficienza del Parini. (Tra l’altro, pensate che cosa direbbe il compianto dottor Parini di un simile scempio della professione medica compiuto nel Suo ospedale).

Non voglio tornare sulle giustificazioni per tale atto, addotte dal medico nonché primario, autore di tale performance, e dalla Sua consorte, che ricopre “pro tempore” un ruolo apicale nelle istituzioni italiane.

Bene han fatto i media a pubblicare le giustificazioni di questi famosi coniugi padroni del gatto. Tali puerili e fantasiose considerazioni hanno permesso ai Valdostani di completare negativamente la conoscenza degli autori dei fatti.

Le reazioni a caldo del dott. Uberti, responsabile dell’Usl, forse scioccato, denotano però scarsa sensibilità istituzionale e prontezza nel gestire situazioni forse troppo complesse per Lui. È riuscito a dire “che pensava a uno scherzo o ad usanza locale nei giorni di San Orso”. Quindi i Valdostani sono dei mattacchioni… Signor Uberti, per favore lasci stare San Orso (si svolge nel periodo di Carnevale ma non è una Carnevalata) ed i Valdostani.

Purtroppo, dopo questi fatti: gatto in ospedale e primario che si fa arrestare dopo una notte di bagordi per oltraggio alla forza pubblica, siamo noi che pensiamo di avere a che fare con una Sanità da “scherzi a parte!”

Invece di parlare, agite per migliorare e per usare al meglio 350 milioni all’anno di denari dei contribuenti valdostani. Vi dò un consiglio… usate tutti una parola ed un atto un po’ desueto in questi tempi. Chiedete scusa ai Valdostani!

Per le eventuali responsabilità, ci penseranno, spero, gli organi competenti.

PS. Questi baldi eroi, per coloro che auspicano più sanità privata, se fossero dipendenti di una clinica privata, sarebbero già in mezzo a una strada.

Giuseppe Deros

Caro Giuseppe,

ho letto con attenzione la sua lettera e comprendo il tuo disappunto per una vicenda tanto assurda quanto imbarazzante. Quello che è accaduto ha certamente danneggiato l’immagine del nostro sistema sanitario e suscitato giustificate polemiche. L’incidente, seppur isolato, ha messo in luce problemi di gestione e sensibilità che non dovrebbero mai appartenere a un servizio pubblico.

Come Lei, ritengo che in situazioni simili la cosa più giusta sia riconoscere le proprie responsabilità, chiedere scusa e prendere provvedimenti adeguati. È fondamentale che l’amministrazione agisca per ripristinare la fiducia dei cittadini e fare chiarezza su quanto accaduto, senza lasciare spazio a giustificazioni superficiali.

Speriamo che gli organi competenti facciano il loro dovere e che si arrivi presto a una risoluzione. Come Lei giustamente suggerisci, è il momento di scuse sincere e di un impegno concreto per evitare che episodi del genere si ripetano.

Un saluto cordiale. pi.mi.

 

red.