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CRONACA | 04 febbraio 2025, 13:16

Mentre i pazienti sono in lista di attesa una TAC viene usata per un gatto

Irresponsabilità e abuso delle risorse pubbliche al Parini

Foto repertorio

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La notizia che arriva dall'Usl è sconvolgente e mette in evidenza una grave disfunzione all'interno del sistema sanitario pubblico: il 31 gennaio 2025, un medico radiologo della SC Radiologia dell'Ospedale "Parini" di Aosta ha utilizzato una delle risorse destinate ai pazienti umani per eseguire una TAC su un animale, un gatto.

La vicenda è emersa grazie alla segnalazione di un cittadino, ma nonostante il clamore suscitato, il sistema sanitario regionale ha solo reagito in modo tardivo, senza considerare l’urgenza di affrontare una questione che coinvolge la fiducia dei cittadini nel servizio pubblico.

L'incredibile irresponsabilità di chi ha deciso di utilizzare una macchina destinata a diagnosticare le patologie umane per esaminare un animale non può essere minimizzata. Mentre tanti cittadini della Valle d'Aosta, e non solo, attendono con ansia di poter usufruire dei servizi sanitari pubblici, con lunghe liste di attesa che mettono a rischio la loro salute, c'è chi sembra ritenere più importante la salute di un animale che quella di un essere umano.

Questo episodio non solo evidenzia una grave carenza di sensibilità e rispetto verso chi ha bisogno di cure urgenti, ma segna un momento di frustrazione e rabbia per tutte quelle persone che lottano per ottenere un esame diagnostico, spesso in condizioni di grande disagio.

La risposta dell’Azienda USL è arrivata solo dopo una verifica interna, che ha confermato la veridicità dell'accaduto. La conseguenza immediata è stata la trasmissione degli atti alla Commissione di disciplina, il che dimostra l'intenzione di affrontare il problema, ma anche la lentezza con cui vengono trattati casi di grave negligenza.

La relazione e la successiva istruttoria sono necessarie per stabilire eventuali sanzioni, ma ciò che più preme in questo momento è chiedersi come si sia potuto arrivare a una simile situazione: come mai una macchina destinata alla salute pubblica è stata usata per soddisfare un interesse personale? È una domanda che i cittadini hanno il diritto di porsi.

Intanto, i pazienti continuano a trovarsi in attesa di esami vitali per le loro condizioni di salute. La frustrazione di chi non ha risposte concrete per le proprie necessità cresce ogni giorno, mentre le risorse pubbliche vengono usate in modo inaccettabile per scopi che non sono quelli per cui sono destinate. Il sistema sanitario, che dovrebbe garantire l'accesso alle cure in modo equo e tempestivo, non solo fallisce nel fornire le risposte necessarie ai cittadini, ma si trova ora a dover rispondere a una grave violazione delle sue stesse regole interne.

Questo episodio deve servire come campanello d’allarme. Non basta una relazione interna e l’eventuale avvio di un'istruttoria disciplinare per far luce su quanto accaduto. La trasparenza deve essere totale e il sistema sanitario regionale deve essere messo davanti a una riflessione profonda. Il diritto alla salute di ogni cittadino deve essere tutelato con serietà, e gli operatori del sistema devono rispondere delle proprie azioni con la massima responsabilità. È inaccettabile che, mentre tanti pazienti sono costretti a pazientare per mesi, qualcuno possa abusare delle risorse pubbliche per scopi privati.

Le istituzioni regionali e i dirigenti dell'Azienda USL hanno il dovere di rispondere con fermezza, adottando misure che non solo puniscano il singolo responsabile, ma che garantiscano che episodi simili non si ripetano più. È un problema che riguarda la dignità dei cittadini e la correttezza nell'uso delle risorse che tutti contribuiamo a finanziare. La speranza è che questo caso non venga archiviato come una mera disattenzione, ma che diventi l’occasione per una revisione radicale di come vengono gestite le strutture sanitarie e le risorse pubbliche, affinché il rispetto per la vita e la salute umana torni ad essere la priorità.

pi/red

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