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AMBIENTE | 30 gennaio 2025, 12:00

Il ruolo di Arpa Valle d'Aosta nella ricerca sul permafrost

Un contributo fondamentale al monitoraggio ambientale

Stazione di monitoraggio del permafrost posizionata al Colle Superiore di Cime Bianche, nel comprensorio di Cervinia in Valle d’Aosta (ph. Arpa VdA)

Stazione di monitoraggio del permafrost posizionata al Colle Superiore di Cime Bianche, nel comprensorio di Cervinia in Valle d’Aosta (ph. Arpa VdA)

Il cambiamento climatico sta trasformando profondamente gli ecosistemi delle aree montane, con effetti visibili e preoccupanti sulla stabilità del permafrost. Il permafrost, cioè il terreno che rimane congelato per tutto l’anno, è una componente critica degli ambienti di alta quota e delle regioni circumpolari. Un recente studio internazionale, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha evidenziato l’intensificazione del riscaldamento del permafrost nelle montagne europee, con implicazioni significative per la sicurezza dei versanti montuosi e gli ecosistemi d’alta quota.

Lo studio, dal titolo “Enhanced warming of European mountain permafrost in the early 21st century” - come riportato da www.snpambiente.it/snpa -ha analizzato i dati relativi alla temperatura del suolo raccolti da 64 perforazioni in diverse aree montuose d'Europa, tra cui le Alpi, la Scandinavia, l’Islanda e la Sierra Nevada. I risultati mostrano che i tassi di riscaldamento del permafrost nelle Alpi hanno superato in alcuni casi 1°C per decennio nella decade 2013-2022, un ritmo significativamente più veloce rispetto alle stime precedenti. Questo andamento si allinea con quanto osservato nelle regioni artiche, le quali sono notoriamente più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

In questo contesto, il contributo delle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) è stato fondamentale. In particolare, ARPA Valle d'Aosta, insieme alle ARPA di Piemonte e Veneto, ha fornito dati cruciali attraverso le sue stazioni di monitoraggio, posizionate strategicamente sul versante sud delle Alpi. Questi dati, provenienti da aree sensibili del territorio, sono stati utilizzati per arricchire lo studio con informazioni preziose sui trend di temperatura nel sottosuolo a diverse profondità, fino a 30 metri. I grafici elaborati dal team di ricerca mostrano chiaramente un riscaldamento in corso, in linea con i dati di altre stazioni di monitoraggio alpino, e confermano l’urgenza di continuare a monitorare e comprendere meglio questi fenomeni.

La ricerca ha rivelato che il riscaldamento del permafrost non avviene in modo uniforme. Nelle prime fasi, il riscaldamento è più accentuato nei primi 10 metri di profondità, con una diminuzione dell’intensità del riscaldamento a profondità maggiori, dato che il calore impiega più tempo a propagarsi attraverso il terreno. La tipologia di suolo gioca un ruolo determinante: i terreni composti da rocce fredde e povere di ghiaccio si riscaldano più rapidamente rispetto a quelli ricchi di ghiaccio, che rallentano temporaneamente l’aumento della temperatura a causa del processo di fusione del ghiaccio.

L'importanza di un monitoraggio continuo e a lungo termine emerge chiaramente dallo studio. La raccolta di dati in alta montagna, infatti, è una sfida che richiede risorse, tempo e un impegno costante, ma è fondamentale per capire i cambiamenti in atto e per progettare interventi adeguati. I dati acquisiti da ARPA Valle d'Aosta, insieme a quelli delle altre Agenzie, costituiscono una base solida non solo per la ricerca scientifica, ma anche per supportare le decisioni tecniche e politiche riguardanti la gestione del territorio alpino.

In conclusione, la partecipazione di ARPA Valle d'Aosta a questo studio internazionale sottolinea ancora una volta il ruolo strategico dell’ente nel monitoraggio ambientale. Le attività di monitoraggio del permafrost sono essenziali per la comprensione dei cambiamenti in atto nelle Alpi e sono destinate a diventare sempre più cruciali con l’avanzare del cambiamento climatico. Il continuo impegno delle Agenzie per la Protezione dell'Ambiente rappresenta una risorsa fondamentale per la ricerca e per la gestione sostenibile delle risorse naturali in un contesto in rapido cambiamento.

red.pi.

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