Sebbene il disegno di legge rappresenti uno sforzo legislativo importante, la mancanza di riferimenti agli effetti dei cambiamenti climatici sulle zone montane e le misure da intraprendere per contrastarli sono tra le principali criticità sollevate dall’associazione.
"Il DDL Montagna, approvato dal Senato, manifesta buone intenzioni da parte dei legislatori", dichiara Vanda Bonardo, presidente di CIPRA Italia, "ma il testo, nel suo complesso, non sembra rispondere pienamente alle aspettative sollevate dal titolo, mostrando criticità anche nel capitolo relativo agli incentivi". In particolare, CIPRA evidenzia l’insufficiente attenzione dedicata agli effetti dei cambiamenti climatici sulle montagne italiane. I report dell'IPCC e della comunità scientifica hanno ampiamente documentato come le aree montane siano particolarmente vulnerabili. Ad esempio, nelle Alpi, le temperature sono aumentate di 2°C, il doppio rispetto alla media globale, eppure il DDL non affronta adeguatamente questo problema, né propone soluzioni concrete per mitigare gli impatti.
La legge avrebbe potuto essere un'opportunità per promuovere un turismo più sostenibile, ma anche in questo caso il testo appare insufficiente. Non si fa riferimento a misure destinate a favorire la transizione verso un turismo meno stagionale, che possa adattarsi alle nuove realtà climatiche, rispettando l’ambiente e migliorando la qualità della vita delle comunità locali. L'assenza di strategie per il turismo sostenibile potrebbe, secondo CIPRA, avere effetti negativi sull'economia montana, già provata dai cambiamenti climatici e da un modello di sviluppo che non tiene conto delle nuove sfide.
Inoltre, CIPRA sottolinea l'importanza del coinvolgimento attivo della società civile. Le comunità locali, le associazioni e i cittadini devono avere un ruolo centrale nelle decisioni riguardanti i loro territori. "Senza il loro contributo, c'è il rischio che vengano adottate misure non condivise dalle popolazioni locali", afferma Bonardo. In effetti, per promuovere uno sviluppo davvero sostenibile e condiviso, è essenziale che le politiche regionali siano il risultato di un dialogo costante e partecipativo con i territori.
Un altro punto critico riguarda la mancanza di riferimenti a politiche coordinate a livello nazionale e internazionale. "Si auspica che il provvedimento, attualmente in esame alla Camera, venga ulteriormente discusso e arricchito, includendo anche riferimenti al contesto internazionale che coinvolgono l'Italia e le Regioni, come la Convenzione delle Alpi, le politiche europee e altri strumenti pertinenti", suggerisce Vanda Bonardo. Inoltre, la legge dovrebbe fornire linee guida per l'elaborazione di documenti a livello regionale e locale che affrontino temi urgenti come l’adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione territoriale e la promozione della partecipazione decisionale.
CIPRA Italia auspica che il DDL Montagna faccia riferimento anche a nuovi strumenti organizzativi, come le Green Communities, le Associazioni Fondiarie e gli Accordi di Foresta, strumenti che potrebbero favorire una gestione territoriale multifunzionale, coinvolgendo attivamente tutte le parti interessate. "Questi strumenti dovrebbero essere riconosciuti dalla legge come opportunità per la creazione di luoghi di gestione territoriale che rispondano alle esigenze locali", aggiunge Bonardo.
Infine, la questione della governance territoriale rimane un altro tema delicato. Attualmente, solo tre Regioni italiane hanno mantenuto le Comunità Montane e solo alcune hanno promosso Unioni montane di Comuni. La mancanza di un ente che garantisca servizi associati tra i Comuni montani è una delle principali criticità segnalate da CIPRA, in quanto impedisce una pianificazione efficace per lo sviluppo socio-economico e per affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e sociali. "In un'era di rapidi cambiamenti, è urgente adottare un modello di governance che favorisca la cooperazione tra i Comuni e promuova la valorizzazione delle risorse naturali della montagna", conclude Bonardo.
Il DDL Montagna, quindi, pur rappresentando un passo avanti per la valorizzazione delle aree montane, necessita di un miglioramento significativo. Per essere efficace, deve considerare le problematiche ambientali e sociali in modo più integrato, e dare spazio al coinvolgimento attivo delle comunità locali, in modo che le politiche adottate siano realmente in grado di rispondere alle sfide che le montagne italiane si trovano ad affrontare.