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ATTUALITÀ POLITICA | 28 gennaio 2025, 12:00

Politica e favoritismi: la beffa della concessione a Beppe Grillo e il disastro per i balneari italiani

Un altro scandalo si aggiunge al lungo elenco di ingiustizie per i balneari italiani

Politica e favoritismi: la beffa della concessione a Beppe Grillo e il disastro per i balneari italiani

La recente decisione del Comune di Bibbona di prorogare per dieci anni la concessione demaniale per l’arenile privato annesso alla villa di Beppe Grillo rappresenta un atto che non solo offende la concorrenza leale, ma mette in luce i doppi standard della politica italiana. A denunciare l’incredibile favoritismo è Fabrizio Licordari, Presidente di Assobalneari Italia, che accusa apertamente il governo e i suoi alleati di aver tradito i balneari, giustificando le azioni con una facciata di moralità che, in realtà, nasconde un gioco di potere che avvantaggia solo i "soliti noti".

Secondo Licordari, questa decisione è l'ennesima "beffa" per le migliaia di piccole imprese balneari che, da anni, lottano per la loro sopravvivenza sotto il peso di una normativa imposta senza ascoltare le reali esigenze del settore. Il Comune di Bibbona, con una mano apparentemente giustificata dalla legge, regala di fatto una concessione pluriennale a Beppe Grillo, che, con la sua megavilla, può contare su uno degli accessori più esclusivi che pochi altri possono vantare: un arenile privato.

Quello che emerge, secondo il Presidente di Assobalneari Italia, è un chiaro esempio di ipocrisia politica. Se da un lato il governo e i suoi alleati hanno invocato la Bolkestein come una panacea per la concorrenza e l’adeguamento delle concessioni balneari alle regole europee, dall’altro, quando si tratta di favorire chi detiene realmente il potere, le leggi vengono adoperate a proprio piacimento, creando una giungla di favoritismi e deroga alle normative.

"Con una buona dose di ipocrisia, il partito che con i Croatti, i Turco, i Battelli, la Raggi, si era incaricato di dare battaglia ai piccoli bagnini italiani, in un’ipocrita azione moralizzatrice e di ripristino fasullo delle regole della concorrenza, oggi consente in assoluto silenzio che si consumi l’ennesima beffa in danno di chi dalle concessioni demaniali si guadagna il pane e crea lavoro", afferma Licordari.

La questione solleva interrogativi cruciali: dove sono l’Autorità Garante della Concorrenza e i giudici che, con le loro sentenze, hanno minato la stabilità di un comparto che dà lavoro a oltre 300.000 persone? Perché le stesse regole di concorrenza, che hanno portato alla fine di tante piccole imprese balneari, non si applicano a chi, come Grillo, ha la capacità di influenzare politicamente l’andamento delle leggi? "Dov’è l’autorità Garante del Mercato e della concorrenza? Dove sono i vari giudici che con le loro sentenze fotocopia stanno distruggendo un comparto economico di oltre 30 mila imprese e 300 mila addetti creato con anni di sacrifici e che produceva lavoro?" continua Licordari.

"A ben vedere oggi nella Bolkestein, nella sua interpretazione più deteriore e perversa, è rimasta solo la 'lobby' dei bagnini con buona pace dei Grillo, Bonelli & C. Per i potenti, quelli veri, l’affidamento delle risorse pubbliche può farsi in maniera diretta e la concorrenza può attendere", conclude con amara ironia Licordari.

Questa vicenda non è altro che la punta dell’iceberg di un sistema che, progressivamente, sta svuotando il paese delle sue vere opportunità economiche, a favore di una ristretta élite che manovra le leggi per soddisfare i propri interessi. Mentre i balneari continuano a combattere per la loro sopravvivenza, chi ha il potere di influenzare la politica riesce a "strappare" concessioni vitalizie e privilegi esclusivi, rendendo sempre più evidente il divario tra chi lavora per vivere e chi sfrutta il potere per prosperare senza rispettare le regole che impongono sacrifici agli altri.

La politica, insomma, continua a giocare sporco, e l’Italia si trova sempre più schiacciata tra il desiderio di equità e un sistema che favorisce solo chi può permettersi di manipolare le leggi a proprio favore.

red/cro

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