Accelerare l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare Cisl e porre la partecipazione dei lavoratori al centro di un nuovo modello di sviluppo. E’ questo il senso dell’Assemblea Nazionale che la Confederazione di Via Po animerà l’11 febbraio a Roma presso l’Auditorium del Massimo.
Oltre 1000 quadri e delegati, militanti e dirigenti si riuniranno per sollecitare il Parlamento su una rapida approvazione del progetto di Legge calendarizzato il 27 gennaio in Aula a Montecitorio e dare finalmente attuazione all’Articolo 46 della Costituzione, che riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare nella gestione delle imprese.
“È il momento di applicare pienamente, attraverso il sostegno alla contrattazione, un principio costituzionale che rappresenta un pilastro di civiltà e progresso– afferma Luigi Sbarra, leader della Cisl – Una promessa mai pienamente realizzata che oggi deve diventare realtà. Partecipazione significa democrazia, giustizia sociale e sviluppo sostenibile. Una sfida che deve unire il Paese, oltre ogni divisione politica”.
“Grottesco che la lezione sul valore della contrattazione arrivi da chi vuole affidarsi alla politica per le regole sulla rappresentanza e le dinamiche sui salari. E letteralmente ridicolo che la critica sulla partecipazione, sancita dall’Art. 46 della nostra Costituzione, arrivi da chi lancia ogni giorno allarmi sulla tenuta della nostra democrazia. Landini ci ha insegnato che il populismo e la demagogia sindacale creano anche questi surreali cortocircuiti”. Ha dichiarato Sbarra. “La libera contrattazione collettiva è calpestata da chi continua a chiedere, come un disco rotto, l’invasione della legge nell’autonomia delle parti sociali, non certo dalla legge di iniziativa popolare presentata dalla CISL, che valorizza a tal punto i contratti collettivi da assegnare loro, dopo settant’anni di attesa, l’agognato adempimento di un principio costituzionale. Ha la memoria corta il sindacato quando dimentica di rappresentare i lavoratori e sceglie di fare politica. La CISL non vuole cadere in questo errore e chiede al Parlamento, con ancora più forza, di approvare la legge sottoscritta da 400mila cittadini che hanno ben compreso ciò che Landini finge di non capire: non con il conflitto ideologico, non con pericolosi richiami alla rivolta sociale, ma solo con il coraggio della partecipazione è possibile elevare il trattamento economico e sociale dei lavoratori italiani. Anche per questo l’11 febbraio daremo vita a Roma a un’assemblea nazionale di quadri e delegati sulla partecipazione. Vogliamo dare vigore a un cammino della responsabilità e accelerare l’approvazione di un provvedimento che deve unire il paese, anche politicamente, su un nuovo modello di sviluppo che dia forte voce ai lavoratori nelle dinamiche di crescita e redistribuzione della ricchezza”.