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50 & più per il sociale | 22 gennaio 2025, 12:04

Sanità, il 61% degli italiani chiede più collaborazione tra pubblico e privato

Secondo un’indagine realizzata dall’Osservatorio Sanità di UniSalute e Nomisma, sei italiani su dieci ritengono che l’integrazione tra pubblico e privato possa alleviare la pressione sul Sistema sanitario nazionale. Allo stesso tempo, quasi quattro su cinque lamentano un aumento dei costi della sanità privata

Sanità, il 61% degli italiani chiede più collaborazione tra pubblico e privato

 Una maggior collaborazione tra pubblico e privato potrebbe migliorare l’efficienza complessiva della nostra sanità, mitigando la crisi in cui si trova. Lo pensano sei italiani su dieci, secondo quanto emerge dall’ultima ricerca sul tema dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, la prima assicurazione sanitaria in Italia per numero di clienti gestiti. L’indagine – svolta insieme all’istituto di ricerca Nomisma – è stata condotta su un campione di 1.650 italiani con età compresa tra 18 e 70 anni, stratificato per età, sesso ed area geografica, con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli, Palermo, Genova, Cagliari.

Tra gli esami più spesso svolti privatamente, o in convenzione, le visite odontoiatriche

Di fronte all’allungarsi delle liste di attesa e alle difficoltà di accesso ai servizi sanitari pubblici, il 61% degli intervistati ritiene che la collaborazione con il privato possa alleviare la pressione sul pubblico, in un contesto in cui il 27% degli italiani pensa che in futuro la sanità pubblica non risponderà in alcun modo ai suoi bisogni in fatto di salute, e il 65% ritiene potrà farlo solo in parte.

Già oggi per molti controlli la tendenza è quella di rivolgersi direttamente al privato. Dall’indagine emerge che gli esami più spesso svolti privatamente, o comunque in convenzione, sono le visite odontoiatriche (92%). Seguono l’esame della vista (76%), i test dell’udito (69%) e le visite dermatologiche (62%). Anche la maggioranza delle visite ginecologiche (71%) viene effettuata privatamente o in convenzione. Nonostante ciò, solo il 32% del campione pensa sia necessario differenziare le prestazioni offerte da SSN e sanità privata. Segno che gli italiani credono sia comunque importante garantire equità e uniformità di accesso ai servizi.

Si ricorre al privato soprattutto per le liste di attesa

I motivi del ricorso alla sanità privata sono riconducibili principalmente al superare il problema delle liste di attesa. I tempi di attesa ridotti sono infatti la ragione principale (64%). Sono seguiti da una più ampia disponibilità di date e orari (34%) e da una maggior facilità nella prenotazione (27%). La maggior qualità del servizio, invece, è citata solo da una minoranza del campione (13%).

D’altro canto, anche se due italiani su tre (66%) si dicono soddisfatti delle cure ricevute, la maggioranza (78%) riscontra un aumento dei costi nella sanità privata rispetto a prima della pandemia, e secondo il 36% anche in ambito privato si sono allungati i tempi di attesa, a evidenziare come le criticità non siano esclusivamente circoscritte al settore pubblico, ma investano l’intero panorama dell’assistenza sanitaria.

50&più/pc

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