Caro Direttore,
Buona giornata. Grazie infinite se potrai regalarmi un po' di spazio.
Si parla molto, giustamente, di acqua. Credo che l'acqua, bene irrinunciabile, non dovrebbe rappresentare un costo importante per le famiglie.
Mi sono impegnata seriamente, anni fa, in un referendum puntualmente dimenticato, per garantirne l'accessibilità gratuita.
Ci vendono, temo, a caro prezzo l'acqua dei fiumi.
Mentre per l'elettricità esistono orari calmierati, per l'acqua no. A qualunque ora, noi strapaghiamo l'acqua potabile! Che sia per cucinare o per lavare il pavimento, ha sempre lo stesso costo.
Ti dirò di più, tanti ruscelli spontanei che permettevano agli animali selvatici di dissetarsi e agli umani di attingere il necessario per bagnare l'orto, sono misteriosamente scomparsi.
Da tempo immemorabile, un bial maestro scorreva rassicurante nella nostra proprietà. Mia nonna rompeva il ghiaccio per fare il bucato lungo quelle sponde. La vite del pergolato traeva dal bial la sua energia per garantirci uva profumata e i prati ridevano esultanti al suo passaggio. E noi attingevamo il necessario per bagnare piante e ortaggi. Quel bial cantava lieto dodici mesi all'anno. Le galline e le anatre si rinfrescavano grazie a lui.
Da anni il bial è misteriosamente scomparso. Viene gestito da un consorzio a cui pago regolari gabelle.....ma di acqua neppure l'ombra!! Parlare è inutile. Chi incanala altrove la nostra acqua? E per farne cosa?
Peggio ancora nei condomini dove a chi ha giardini dovrebbe essere garantita l'acqua di un pozzo, che non c'ē Mai.
Lettera firmata
Cara Lettrice,
ti ringrazio per aver condiviso con noi la tua esperienza e le tue riflessioni, che toccano un tema di straordinaria importanza. La tua lettera porta alla luce un problema che riguarda non solo il nostro quotidiano, ma anche la sostenibilità e il benessere delle generazioni future: l’acqua, bene primario e irrinunciabile, che troppo spesso viene trattata come una merce a pagamento, invece che come un diritto universale.
Condivido pienamente la tua frustrazione nel constatare che, nonostante il suo valore fondamentale, l’acqua continua ad essere venduta a prezzi elevati senza alcun criterio di equità. È paradossale che, mentre l’elettricità gode di sistemi di calmieramento, per l’acqua non esista una simile protezione, costringendo le famiglie a fare i conti con costi insostenibili, soprattutto in periodi di difficoltà economica.
Le tue parole sui ruscelli che un tempo servivano la comunità e che oggi sono scomparsi, sono emblematiche di un modello di gestione che sembra ignorare il legame profondo tra il territorio, le risorse naturali e le persone che vi abitano. La gestione delle acque, a volte nelle mani di consorzi che non rispondono ai bisogni reali dei cittadini, diventa così una questione di accesso e di giustizia sociale.
Purtroppo, come hai giustamente sottolineato, il problema è anche politico: la scarsa attenzione delle istituzioni a queste problematiche è la principale causa di questo stallo. Le politiche pubbliche, invece di rispondere in modo concreto alle esigenze delle persone, sembrano spesso orientate più a proteggere interessi economici che a garantire il diritto all’acqua per tutti.
La tua denuncia, purtroppo, non è isolata. In molti oggi si trovano a fare i conti con un sistema che sembra dimenticare la fondamentale importanza di un accesso equo e sostenibile alle risorse naturali. È essenziale che la politica prenda coscienza di questa realtà e che vengano adottate soluzioni che tutelino l’acqua come patrimonio collettivo, anziché come fonte di profitto.
Spero che la tua voce, insieme a quella di molti altri, possa far sì che l’acqua ritorni ad essere considerata per quello che è: un bene comune, non un lusso. Grazie ancora per il tuo contributo prezioso. pi.mi.