“In questi tempi difficili, tutti siamo chiamati a rifiutare la logica della violenza e della discordia, per abbracciare quella dell’incontro, dell’amicizia e della collaborazione nella ricerca del bene comune”. È quanto afferma Papa Francesco alla Delegazione proveniente dall’Albania guidata da Haxhi Baba Edmond Brahimaj, leader dei musulmani Bektashi di Tirana. Il Pontefice ha ricevuto tutti questa mattina, 16 gennaio, nella Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico vaticano.
LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO
La speranza di un mondo migliore
“Ogni volta che dei leader religiosi si riuniscono in spirito di mutua stima e si impegnano in favore della cultura dell’incontro, attraverso il dialogo, la comprensione reciproca e la cooperazione, si rinnova e si conferma la nostra speranza in un mondo migliore e più giusto. Quanto il nostro tempo ha bisogno di tale speranza!”, esordisce il Papa nel suo discorso.
Le relazioni tra Chiesa cattolica e comunità Bektashi
Ricorda poi le relazioni di amicizia tra Chiesa Cattolica, Albania e Comunità Bektashi che “sono un bene per tutti noi”. Speranza del Papa è che “questi legami si rafforzeranno sempre più a servizio della fraternità e della convivenza pacifica tra i popoli”. “Le nostre convinzioni religiose – aggiunge - ci aiutano ad abbracciare più chiaramente questi valori fondamentali, propri della nostra comune umanità, permettendo all’insieme delle diverse voci di formare un nobile e armonico canto”.
Nelle parole di Francesco anche il ricordo dei tanti momenti di incontro fraterno che hanno avuto luogo tra la comunità Bektashi e la Chiesa Cattolica, come la Preghiera per la pace nei Balcani del 1993 e la Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace di Assisi del 2011. Anche l’inaugurazione del Tempio Bektashi di Tirana, nel 2015, è stata “un momento particolarmente fecondo di vicinanza e amicizia”. Il Papa si dice “convinto” che la Comunità Bektashi, assieme agli altri musulmani, ai cristiani e a tutti gli altri credenti presenti in Albania, possa servire da “ponte di riconciliazione e arricchimento reciproco non solo all’interno del vostro Paese, ma anche tra Oriente e Occidente”.
Un futuro di giustizia e pace
“Nonostante le sfide del presente – assicura il Vescovo di Roma -, il dialogo interreligioso ha un ruolo unico nella costruzione di un futuro di riconciliazione, giustizia e pace che i popoli del mondo, e specialmente i giovani, tanto ardentemente desiderano”.