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CULTURA | 16 gennaio 2025, 08:00

CaveCulturelle: La Tradizione della Fiera di Sant'Orso rivive alla Cave Valdôtaine

CaveCulturelle si sta confermando come una piattaforma ideale per il dialogo sulla cultura locale, e la sua apertura con La Pré-Foire à La Cave non è che il primo passo di un viaggio che promette di essere ricco di scoperte e riflessioni

CaveCulturelle: La Tradizione della Fiera di Sant'Orso rivive alla Cave Valdôtaine

La tradizione valdostana ha trovato una nuova casa con l’avvio di CaveCulturelle, il ciclo di eventi culturali, musicali e artistici organizzato da La Cave Valdôtaine. L’inaugurazione di questo nuovo progetto è avvenuta martedì 14 gennaio, con un successo che ha sorpreso per l’entusiasmo e la passione del pubblico presente. La serata, intitolata La Pré-Foire à La Cave, è stata la prima di una serie di appuntamenti che celebrano la cultura e le tradizioni più radicate della Valle d'Aosta, tra cui la Fiera di Sant'Orso, uno degli eventi più significativi e sentiti della regione.

La Fiera di Sant'Orso, una delle manifestazioni più importanti della tradizione artigianale valdostana, è il fulcro attorno al quale si sviluppa gran parte della narrazione culturale della Valle. La serata ha visto la partecipazione di due protagonisti indiscussi della cultura locale: Francesco Di Vito, autore del libro La Foire de Saint-Ours, e Siro Viérin, figura centrale nel mondo dell'artigianato valdostano. Entrambi hanno guidato il pubblico in un’emozionante riflessione sulla storia della Fiera e sull’importanza che essa riveste per tutti i valdostani. Con grande passione, Di Vito ha raccontato la sua esperienza di artigiano e allievo di Viérin, facendo rivivere la Foire come un evento che non è solo una fiera di prodotti, ma un vero e proprio incontro di identità e comunità. "La Foire è nel cuore di tutti noi", ha dichiarato Di Vito, parlando dell'importanza di un appuntamento che, ogni anno, riunisce generazioni e tradizioni, diventando simbolo di una cultura che si tramanda.

Uno dei momenti più toccanti della serata è stato il ricordo di Franco Balan, un artista che ha segnato indelebilmente la storia della Fiera. "Franco passava sempre tra i nostri banchi, era un piacere poter parlare con lui e confrontarsi sui pezzi", ha detto Di Vito, con un’emozione palpabile. Balan, infatti, è stato uno dei grandi maestri dell'artigianato valdostano, e la sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo. La presenza di Joel Balan, figlio di Franco, ha aggiunto un ulteriore tocco di emozione, con l’annuncio del Premio Franco Balan, un riconoscimento dedicato a chi, come il padre, ha contribuito a mantenere viva la tradizione artigianale valdostana.

Durante la serata, anche Siro Viérin ha condiviso una notizia che ha suscitato molta attenzione: quest’anno non prenderà parte alla Fiera di Sant'Orso. "La fiera è nel mio cuore, ma quest'anno dovrò essere spettatore. Tornerò", ha dichiarato Viérin, visibilmente emozionato. La sua decisione di non partecipare è dovuta alla necessità di completare le sue opere, ma per non lasciare un vuoto, ha deciso di esporre alcune delle sue sculture a La Cave Valdôtaine. Quattro delle sue creazioni sono state messe a disposizione del pubblico, un’anticipazione della bellezza e della qualità che caratterizzano il suo lavoro, che continua a rappresentare un faro nell'artigianato valdostano. Viérin, infatti, è considerato uno dei più importanti scultori della regione, e il suo legame con la Fiera è sempre stato profondo.

L’incontro si è svolto in un’atmosfera di grande partecipazione, con il pubblico che ha potuto immergersi in una riflessione sulla tradizione e sul futuro di una manifestazione che rappresenta molto più di un evento commerciale. La Fiera di Sant'Orso non è solo una vetrina di artigianato, ma un momento di incontro tra passato e presente, di trasmissione di conoscenza e mestieri da una generazione all’altra. Ed è proprio questa la forza che La Cave intende celebrare con CaveCulturelle: un’agorà di cultura e arte, un luogo dove, come ha dichiarato la gestione del locale, si vogliono proporre eventi che abbiano uno sguardo speciale verso i popoli di montagna, le loro tradizioni e la loro capacità di innovarsi nel rispetto della storia.

Il pubblico, composto da residenti e appassionati, ha dimostrato un forte legame con la propria cultura, partecipando attivamente alla conversazione e manifestando un grande interesse verso la tradizione artigianale valdostana. Questo primo incontro ha segnato l’inizio di un percorso che La Cave intende continuare a portare avanti, creando uno spazio in cui la cultura, l’arte e la tradizione si intrecciano per dare vita a nuove opportunità di riflessione e condivisione.

Il prossimo appuntamento di CaveCulturelle si terrà il 25 gennaio, con l’esposizione delle opere di Ezio Bordet, un altro artista valdostano che ha scelto di raccontare la montagna e la vita rurale attraverso la sua arte. Le sue opere, esposte sia in Italia che all’estero, rappresentano una testimonianza di come la tradizione possa essere reinterpretata e celebrata anche attraverso nuovi linguaggi artistici. Questo evento, come il precedente, si inserisce in un percorso che intende valorizzare la cultura valdostana, creando un ponte tra le generazioni e tra le diverse espressioni artistiche.

In conclusione, CaveCulturelle si sta confermando come una piattaforma ideale per il dialogo sulla cultura locale, e la sua apertura con La Pré-Foire à La Cave non è che il primo passo di un viaggio che promette di essere ricco di scoperte e riflessioni. La Fiera di Sant'Orso, con la sua forza simbolica, rimane il cuore pulsante della tradizione, ma attraverso eventi come questo, è possibile guardare al futuro della cultura valdostana, mantenendo sempre ben salde le radici nella propria identità.

pi.mi.

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