La vicenda inizia quasi subito con le peripezie e lo spirito di squadra dei compagni di Ian, Gmor e il fido nano Ossur, i quali, grazie anche all’aiuto del monaco Tshepo, addetto del monastero di Altarupe, dovranno sconfiggere un alfiere, creatura mostruosa malefica, per salvare il loro amico.
I dialoghi sono abbastanza concisi e, nell’inquadratura delle strisce, hanno molto spazio le scene d’azione, i misteriosi paesaggi del monastero in cui trova rifugio Ian, e i luoghi oscuri e tenebrosi in cui vivono demoni, alfieri e abomini.
Lo stile è molto veloce, la scrittura è piuttosto spigliata e i meccanismi di narrazione sono calibrati su un pubblico giovanile, appassionato di fantasy. I disegni strizzano l’occhio ai manga e all’universo Marvel, pur trovando un percorso originale e interessante.
Infatti, alcune angolazioni delle strisce colpiscono per l’eleganza degli interni e la bellezza degli squarci paesaggistici. Molto riuscito, a nostro avviso, è il monastero di Altarupe, che potrebbe essere stato ispirato dal monastero buddista himalayano di Taktsang, Nido della Tigre, un complesso arroccato sul margine di un dirupo a un’altitudine di circa 900 metri nella valle di Paro, nel Bhutan.
Nonostante il bianco e nero delle pagine, l’atmosfera dell’impresa risulta densa di sfumature ed emozioni.
Sulla copertina campeggia il ponte incantato su cui le forze del bene e del male si scontrano per il futuro dei mondi."