La recente intitolazione di una nuova via a favore delle persone senza fissa dimora ha suscitato un acceso dibattito, tra perplessità e ironia, a livello locale e regionale. Il nome scelto dal Comune, "via delle Balle", ha infatti sollevato non poche critiche, tanto da diventare oggetto di un'interrogazione a risposta immediata durante la seduta consiliare del 14 gennaio 2025, presentata dal gruppo Progetto Civico Progressista.
"Seguendo la normativa, il Comune ha scelto di istituire una nuova via fittizia dove iscrivere i senza tetto e i senza fissa dimora che eleggono domicilio nel Comune senza indicare un vero recapito", ha esordito la Consigliera Chiara Minelli. Un atto che, a suo avviso, risente di una visione poco attenta verso la sensibilità sociale. La scelta del nome "via delle Balle" non è infatti passata inosservata, con la Minelli che ha sottolineato come l'amministrazione comunale abbia voluto evitare l'uso di denominazioni più tradizionali, come "via della Casa comunale", considerate troppo generiche e potenzialmente confuse. "Secondo quanto dichiarato dal Sindaco, avrebbe potuto generare confusione ma anche per stigmatizzare in modo ironico un obbligo che per una realtà come La Thuile non ha molto senso," ha spiegato la Consigliera.
Le sue parole, infatti, mettono in luce una problematica che non riguarda solo la scelta di un nome per una via, ma anche la riflessione su come le istituzioni trattano un tema delicato come quello delle persone senza dimora. La decisione di usare il termine "Balle", con la sua evidente connotazione irriverente, sembra voler dare risalto a una questione burocratica senza considerare appieno l’impatto simbolico che una tale denominazione potrebbe avere. "Noi riteniamo che l'iter adottato, oltre che la scelta di 'via delle Balle', siano discutibili," ha concluso Minelli, chiedendo se la delibera inviata alla Regione possa essere ritenuta conforme alle disposizioni di legge.
In risposta alle critiche, il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha cercato di fare chiarezza sulla questione, precisando che "la Struttura enti locali della Presidenza della Regione sta già analizzando la questione che non riguarda la toponomastica e quindi la competenza regionale primaria, bensì l'anagrafe che riguarda anche le persone senza fissa dimora." Testolin ha sottolineato che la scelta di una via convenzionale per queste persone è prevista dalla legge, ma anche lui ha voluto fare una distinzione fondamentale: le persone senza fissa dimora non sono solo "clochard", ma possono essere anche artisti itineranti, commercianti o artigiani ambulanti. "Ciò comporta che i Comuni devono individuare una via convenzionale, che non esiste nella realtà, in cui iscrivere le persone senza fissa dimora."
Il Presidente ha comunque confermato che gli uffici regionali sono al lavoro per esaminare la delibera del Comune e che si provvederà a un confronto con l’amministrazione comunale per capire se la denominazione possa davvero essere accettata nel rispetto delle normative vigenti.
A questa risposta, la Consigliera Minelli non ha esitato a replicare, portando il suo punto di vista con toni ancor più critici. "Se si seguisse l'esempio del Comune di La Thuile, a breve potremmo avere decine di 'via delle Balle' in Valle d'Aosta," ha osservato. Il suo è un invito a riflettere sull'opportunità di dare il giusto valore alle azioni amministrative, che non possono trasformarsi in "carnevalate di dubbio gusto", come ha ironicamente dichiarato. Secondo Minelli, il nome scelto non è solo una provocazione ma un atto che rischia di risultare offensivo per le persone alle quali dovrebbe essere dedicato, trattandole come un "problema" da risolvere con sarcasmo.
La Consigliera ha quindi suggerito un percorso alternativo, chiedendo che la Regione, in collaborazione con il Celva (Consorzio degli enti locali della Valle d'Aosta), fornisca indicazioni chiare per individuare un nome convenzionale da utilizzare uniformemente in tutta la regione. Un gesto che sarebbe in linea con la dignità delle persone coinvolte e con il rispetto per la funzione pubblica che l'amministrazione è chiamata a svolgere.
"Riteniamo che la Regione, in collaborazione con il Celva, dovrebbe dare delle indicazioni al fine di trovare un nome convenzionale per questa tipologia di via, da utilizzare uniformemente in tutti i comuni della Valle d'Aosta," ha concluso Minelli.
La vicenda non sembra destinata a chiudersi rapidamente. Oltre alla questione del nome, il caso evidenzia una mancanza di sensibilità da parte dell'amministrazione comunale, che ha preferito un'ironia spinta a scapito della serietà e della dignità del tema trattato. E se La Thuile è solo un piccolo comune della Valle d'Aosta, l'eco di questo "errore di valutazione" rischia di estendersi ben oltre i suoi confini, sollevando interrogativi che toccano la percezione della politica locale e il suo rapporto con i più vulnerabili.