La Santa Messa di Lo Rèi de l'Univer, una celebrazione che si rinnova ogni anno nella nostra città, è stata celebrata in un'atmosfera di straordinaria solennità e commozione. La chiesa, pur essendo grande e accogliente, non è riuscita a contenere la marea di fedeli giunti da ogni angolo della Valle, desiderosi di partecipare a un rito che ha un significato profondo, non solo religioso, ma anche culturale.
A centro la Madrina del coro, Flavio Desandré e Angelo Filippini
L’atmosfera che ha accolto i fedeli era carica di una dolcezza che solo la tradizione e la fede possono generare. Oggi, però, a rendere ancor più speciale la celebrazione, è stato l’eccezionale contributo del Coro Polifonico di Sant'Orso, fondato dal canonico e diretto oggi dal maestro Angelo Filippini.
Il coro, con la sua precisione e la sua capacità di trasmettere emozioni, ha animato la liturgia con canti che sembravano provenire direttamente dal cuore della nostra terra. L'accompagnamento dell'organo, affidato al maestro Flavio Desandré, ha avvolto ogni nota con un’intensità che risuonava nelle navate della chiesa come un’eco di fede e speranza. La solennità del momento era palpabile, quasi tangibile, e ogni fedele ha potuto percepire la sacralità di ciò che stava vivendo, immerso in una liturgia che trascendeva il semplice atto di partecipazione religiosa, diventando un vero e proprio abbraccio spirituale.
Il tono di questa Messa, celebrata in lingua francese, non era solo un atto liturgico ma una riproposizione di una tradizione che, come un filo invisibile, lega Aosta e la Valle d'Aosta a una storia secolare di fede e cultura. In questo linguaggio, che ha fatto parte del quotidiano delle nostre comunità per secoli, i canti del coro e le parole del sacerdote hanno acquistato una forza straordinaria, evocando una profonda connessione tra passato e presente.
La Messa di Lo Rèi de l'Univer, composta dal maestro Mauro Zuccante, non è semplicemente una celebrazione liturgica, ma una testimonianza vivente di quella resistenza culturale che ha visto il popolo valdostano, nei momenti più difficili, custodire con amore e devozione le proprie tradizioni, a partire dalla lingua.
Mentre il Coro Polifonico di Sant'Orso, nato nel 1948 nel Vallone di Comboé per volontà del Canonico Jean Domaine, che ne fu direttore per 25 anni, attraverso i suoi canti, dona momenti in cui soffermarsi a riflettere e ad apprezzare la vita e che da sempre rappresenta una delle realtà più importanti della nostra Valle, ha intonato le melodie che arricchiscono la liturgia, i fedeli hanno potuto respirare l’essenza di una comunità che sa come nutrirsi di fede e di cultura allo stesso tempo. Questo gruppo corale, diretto dal maestro Angelo Filippini, ha dato vita a un’esecuzione che non si è limitata a essere una mera esecuzione musicale, ma è diventata parte integrante di una celebrazione che si è fatta esperienza collettiva di spiritualità e bellezza.
La bellezza di questa Messa è stata anche nell’unione che ha saputo creare: tra la fede che affonda le radici nel cuore della Valle e le note che hanno arricchito il nostro spirito, tra il sacro e il profano, che, come spesso accade nelle nostre tradizioni, si intrecciano in un'unica, straordinaria armonia.
Oggi, la Chiesa di Saint-Martin-de-Corléans ha vissuto un momento di straordinaria bellezza, in cui la musica e la parola si sono elevate a simbolo di un’identità collettiva, di una comunità che non dimentica il valore della propria storia.
Il significato di questa Messa, tuttavia, non si limita al solo rito, ma si intreccia con una realtà ben più profonda: quella della lingua francese, che in Valle d'Aosta rappresenta una parte integrante della nostra cultura e della nostra identità. Non è solo una lingua di culto, ma un patrimonio che la comunità cattolica valdostana custodisce con cura e trasmette con fierezza alle nuove generazioni. Il francese, in questa Santa Messa, è stato il mezzo attraverso cui il messaggio di fede è stato comunicato, ma anche il segno di una resistenza culturale che, attraverso le parole di tanti sacerdoti e poeti locali, è riuscita a mantenere viva una lingua che rischiava di scomparire.
Ogni domenica e nelle feste di precetto, offre la Santa Messa in lingua francese, arricchita dai canti del coro diretto da Iris Boniface Stevenin e dall'accompagnamento dell'organo suonato dal prof. Paolo Torrente.
La Chiesa di Saint-Martin-de-Corléans, che vanta una storia millenaria, è stata il luogo ideale per questa celebrazione. Fondata nel 1176, è sempre stata un punto di riferimento per la lingua francese in città, e ogni domenica, come una dolce tradizione, la Messa festiva viene celebrata in lingua francese, arricchita dai canti del coro diretto da Iris Boniface Stevenin e dall'accompagnamento dell’organo suonato dal prof. Paolo Torrente. È un incontro con la fede, ma anche con la lingua, un’occasione unica per riscoprire quella parte di noi che è legata alla cultura valdostana. La Messa di oggi, tuttavia, ha avuto una dimensione ancora più straordinaria, grazie all’unione delle voci del Coro di Sant’Orso, che con la sua storia e la sua tradizione ha dato vita a un momento che rimarrà impresso nella memoria di chi ha partecipato.
E ora, con l’orizzonte del 2026 che si staglia all’orizzonte, l’idea che questa Messa possa essere cantata da entrambi i cori sembra una visione che ci riempie di speranza e di gioia. Immaginare l’unione delle voci di due tradizioni così forti e radicate nella nostra terra è un sogno che potrebbe diventare realtà, un segno di una comunità che sa guardare al futuro senza dimenticare mai le proprie radici.
Questo momento di unione, che affonda le sue radici nel passato e si proietta verso il futuro, rappresenta un faro di speranza, un segno di forza che, come la musica che oggi ha risuonato nella Chiesa di Saint-Martin, continuerà a guidarci nei tempi a venire.