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ATTUALITÀ POLITICA | 09 gennaio 2025, 19:40

Fondazione GIMBE. Crisi senza precedenti del personale sanitario: persi oltre € 28 miliardi in 11anni

Nel 2023 raddoppia la spesa per gettonisti. Paradosso Regioni in piano di rientro: spesa media per il personale più alta delle altre

Fondazione GIMBE. Crisi senza precedenti del personale sanitario: persi oltre € 28 miliardi in 11anni

Il sistema sanitario nazionale italiano è oggi di fronte a una crisi senza precedenti, alimentata da una serie di fattori che minano il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, ha evidenziato durante un’audizione alla Camera dei deputati le gravi carenze di personale sanitario, un problema che è diventato particolarmente acuto in molte regioni, con effetti devastanti sull’accesso ai servizi di cura e sulla qualità dell’assistenza. La crisi è il risultato di errori di programmazione, tagli alla spesa e, negli ultimi anni, un progressivo disinteresse verso i professionisti del settore, che non solo hanno visto peggiorare le loro condizioni di lavoro, ma si sono anche sentiti abbandonati dalle istituzioni.

Nel corso degli anni, il sistema sanitario italiano ha subito un consistente ridimensionamento delle risorse economiche destinate al personale, con una spesa che, sebbene abbia visto un lieve aumento dal 2017 al 2022, è rimasta inferiore a quella del 2012, nonostante l'aumento della domanda di servizi sanitari. La spesa per il personale dipendente, in particolare, è diminuita in percentuale sul totale della spesa sanitaria, passando dal 33,5% nel 2012 al 30,6% nel 2023. Questi tagli hanno avuto un impatto diretto sulle risorse umane, costringendo il SSN a fronteggiare una carenza sempre più grave di medici, infermieri e altri professionisti sanitari.

Un dato particolarmente rilevante, reso noto durante l'audizione, riguarda le differenze regionali nella distribuzione del personale sanitario. La Valle d'Aosta, pur essendo una delle regioni più piccole e con una popolazione meno numerosa, risulta tra quelle più virtuose per quanto riguarda la presenza di personale sanitario, con 17,4 unità ogni 1.000 abitanti, ben al di sopra della media nazionale di 11,6. Questo dato, tuttavia, non deve mascherare la realtà: la carenza di personale resta un problema anche nella nostra regione, dove l’occupazione dei posti di lavoro da parte di professionisti altamente qualificati non è sempre sufficiente a garantire la copertura completa dei servizi sanitari, soprattutto in un periodo in cui il sistema è sotto forte pressione per via di malattie stagionali, emergenze e crisi globali.

A fronte di una media nazionale di 2,11 medici per 1.000 abitanti, la Valle d'Aosta, grazie alla sua organizzazione più snella, riesce a mantenere livelli di efficienza relativamente alti. Tuttavia, come per il resto d'Italia, anche qui ci sono specialità in cui le carenze sono evidenti, come medicina d'emergenza-urgenza, medicina nucleare, patologia clinica e biochimica, e microbiologia. La scarsità di giovani medici interessati a specializzarsi in queste aree, e il fenomeno dell'abbandono della carriera da parte di professionisti più esperti, stanno contribuendo ad aggravare il quadro.

Anche il personale infermieristico sta affrontando difficoltà simili. Con 5,13 infermieri per 1.000 abitanti a livello nazionale, l'Italia è ben sotto la media OCSE, che è di 9,8 per 1.000 abitanti. In Valle d'Aosta la situazione non è diversa: nonostante la presenza di un numero adeguato di infermieri, la carenza di nuovi laureati in Scienze Infermieristiche rischia di compromettere la continuità dell'assistenza. I dati sulla domanda di posti per i corsi di laurea in infermieristica, che per l'Anno Accademico 2024-2025 sono inferiori rispetto ai posti disponibili, indicano una tendenza preoccupante che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione nel medio-lungo termine.

La crisi del personale sanitario non è soltanto una questione di numeri, ma di qualità e sostenibilità del servizio. Con il personale ormai ridotto al minimo, i professionisti si trovano costretti a lavorare in condizioni sempre più difficili: turni massacranti, carenza di supporto, aumenti dei casi di burnout e violenza fisica e verbale nei pronto soccorso. La situazione è ulteriormente complicata dall’aumento dei cosiddetti “gettonisti”, professionisti assunti con contratti a termine e a costi elevati tramite agenzie, per sopperire alle mancanze. Questi contratti, pur garantendo una risposta immediata, sono una soluzione temporanea che non risolve i problemi strutturali e aggrava ulteriormente le difficoltà finanziarie delle strutture sanitarie.

La Valle d'Aosta, purtroppo, non è immune da questa dinamica: pur avendo una struttura sanitaria che, sebbene piccola, è apprezzata per la sua efficienza, la carenza di professionisti in alcune specialità e la crescente difficoltà di attrarre nuovi talenti per il SSN rischiano di compromettere il futuro dell’assistenza sanitaria nella regione. Il rilancio delle politiche per il personale sanitario appare più che mai urgente, non solo per garantire la qualità dei servizi, ma per evitare che la regione, come il resto d'Italia, si trovi a dover affrontare una crisi sanitaria dalle conseguenze devastanti.

Senza un adeguato investimento nel capitale umano, e senza politiche che incentivino la permanenza e l’attrattività della carriera sanitaria, sarà sempre più difficile rispondere ai bisogni di salute della popolazione. La crisi attuale, già ben visibile in molte regioni, compresa la Valle d'Aosta, è una chiamata all'azione per il governo e le istituzioni locali: bisogna garantire che il SSN rimanga in grado di assicurare l'accesso alle cure per tutti i cittadini, senza eccezioni.

In dettaglio sono state analizzati: la spesa per il personale, le unità di personale dipendente, la spesa pro-capite per il personale, la spesa per unità di personale, la spesa per la fornitura di personale cd. “gettonisti”, il numero di medici e infermieri presenti nel territorio nazionale e il confronto con gli altri Paesi.

In Valle d’Aosta:

·         per l’anno 2022, nella regione sono presenti 17,4 unità di personale dipendente del SSN ogni 1.000 abitanti (media Italia 11,6), prima fra le regioni;

·         in regione la spesa pro-capite per il personale dipendente nel 2023 è stata di € 1.085 (media Italia € 672)

·         per l’anno 2022, la spesa per unità di personale dipendente del SSN della regione è di € 61.006 (media Italia € 57.140).

 

 

red.

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