/ CULTURA

CULTURA | 31 dicembre 2024, 20:56

Un appello alla speranza e all'azione: il discorso di Mattarella per il nuovo anno

Il Presidente ha portato l'attenzione sulla necessità di affrontare concretamente il problema delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali.

Un appello alla speranza e all'azione: il discorso di Mattarella per il nuovo anno

Il discorso del Presidente Mattarella per il fine anno ha avuto toni di speranza, riflessione e impegno, trasmettendo un messaggio forte di unità e responsabilità per il futuro. È difficile non cogliere la profondità delle sue parole, che rispecchiano un appello per l'azione concreta in un momento storico segnato da guerre e divisioni globali. Mattarella ha voluto richiamare l'attenzione su temi di grande rilevanza, come la pace, il rispetto dei diritti umani, la solidarietà, la giustizia sociale e il benessere delle giovani generazioni. Il Presidente ha fatto riferimento ai tragici eventi di guerra che stanno segnando questo periodo, ricordando in particolare “le migliaia di vittime civili delle guerre in corso” che “turbano tragicamente le nostre coscienze”. Ha riportato, inoltre, il drammatico caso di una neonata morta assiderata a Gaza nella notte di Natale, un'immagine straziante che porta a riflettere sul valore della vita umana e sull’urgenza della pace. Anche i bombardamenti russi in Ucraina, che hanno privato la popolazione del necessario riscaldamento e energia, sono stati un monito doloroso. È stato un passaggio potente, che ha mostrato come la violenza e la barbarie non si fermano neppure nei momenti di festa.

Questa testimonianza di sofferenza e di violenza è stata il punto di partenza per il richiamo alla pace, tema centrale nel discorso del Presidente. “La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunciabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7.” Mattarella ha sottolineato il ruolo fondamentale che l’Italia svolge sulla scena internazionale, richiamando l’impegno del nostro Paese nella promozione della pace. Il concetto di pace che il Presidente ha voluto trasmettere è molto chiaro e preciso. Non si tratta solo di evitare conflitti, ma di costruire un mondo in cui “la pace del rispetto dei diritti umani” e “la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità” siano i fondamenti. Il rispetto dei diritti umani è il cuore di questa visione, e Mattarella ci ricorda che la pace non è semplicemente l’assenza di guerra, ma il rispetto reciproco tra i popoli, che permette di vivere in armonia e dignità. Ha voluto inoltre ricordare che “la pace non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani.” Un principio che va oltre la diplomazia, impegnandosi a difendere la libertà e la dignità di ogni individuo, a partire dai più vulnerabili.

Inoltre, Mattarella ha enfatizzato come l'Unione Europea sia una storica espressione di questa pace costruita su basi solide, non sulla sottomissione ma sul dialogo, la collaborazione e il rispetto reciproco. La politica estera italiana, dunque, non si limita alla difesa degli interessi nazionali, ma ha un ruolo più ampio e universale: promuovere la pace e la giustizia internazionale. Questo è il primo, fondamentale augurio del Presidente per il nuovo anno, che “porti vera pace ovunque.”

Il discorso ha poi toccato un altro tema di grande rilevanza: la violenza, che colpisce tanto le società globali quanto quelle locali, come la violenza sulle donne, il bullismo, la criminalità giovanile e la violenza di strada. In questo contesto, Mattarella ha ribadito l'importanza di costruire una società basata sul rispetto. La “parola dell’anno” scelta dall'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani è “rispetto”, un valore che il Presidente ha messo al centro della sua riflessione. Questo principio, infatti, rappresenta la chiave per una convivenza più giusta e solidale. “Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità.” Come ha giustamente affermato, il rispetto è il fondamento per una società che sappia essere inclusiva, capace di tendere una mano verso chi è più in difficoltà.

Il Presidente ha inoltre portato l'attenzione sulla necessità di affrontare concretamente il problema delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali. Pur riconoscendo i segnali positivi dell'occupazione, Mattarella ha richiamato l'attenzione sulla “precarietà, salari bassi e lavoratori in cassa integrazione” e ha ricordato che ci sono “aree di precarietà” che ancora segnano la vita di tanti cittadini. Le disuguaglianze non riguardano solo l’ambito lavorativo, ma anche la distribuzione dei servizi e delle opportunità sul territorio, come nel caso della distanza tra Nord e Sud Italia. “Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane,” ha dichiarato il Presidente. È un appello alla coesione e alla giustizia sociale, un invito a colmare le distanze economiche e sociali che ancora dividono il Paese.

Sulle giovani generazioni, Mattarella ha mostrato una particolare attenzione. Il suo messaggio è stato un invito a non dimenticare i sogni e le speranze dei giovani, che oggi si trovano a dover affrontare un futuro incerto, caratterizzato da precarietà e disillusioni. “La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno,” ha detto il Presidente, riconoscendo che il futuro delle nuove generazioni è strettamente legato a come si riuscirà a risolvere le difficoltà attuali. È attraverso l'impegno delle istituzioni, delle famiglie e della società che si dovrà dare una risposta concreta ai giovani, offrendo loro maggiore opportunità e certezze.

Il Presidente ha anche fatto riferimento all’importanza di rispettare la Costituzione, sottolineando come questa rappresenti il fondamento del nostro vivere civile. Ha richiamato il tema della giustizia e del rispetto della dignità di ogni persona, anche per chi si trova in carcere, sottolineando le inaccettabili condizioni di sovraffollamento nelle carceri italiane. “Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario.” È stato un richiamo forte al rispetto dei diritti umani e alla necessità di migliorare le condizioni di vita per tutti.

Una parte del discorso che ha suscitato riflessioni è stata quella relativa al fenomeno della violenza sulle donne, un tema che il Presidente ha trattato con particolare sensibilità. “Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste.” Mattarella ha fatto riferimento alla tragica vicenda di Giulia Cecchettin e di tante altre donne vittime di violenza, sollecitando un cambiamento radicale nella percezione della donna nella società. La violenza sulle donne, infatti, è un fenomeno che non solo devasta le vittime, ma danneggia l'intera comunità. Il Presidente ha chiamato all’azione concreta per arginare questa piaga sociale, esortando la società a concentrarsi sulle capacità e sull’energia delle donne, piuttosto che sulla loro condizione di vittime.

Il discorso si è poi concluso con un appello all’impegno civico e collettivo, all’importanza di non cedere alla rassegnazione, ma di costruire un futuro più giusto, inclusivo e rispettoso. Come ha affermato Mattarella, “La speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte.” Questo è il messaggio centrale del suo intervento, un invito a metterci in gioco, a non rinunciare a lottare per un mondo migliore.

In sintesi, il discorso di Mattarella ha offerto un ampio panorama di riflessioni sulla pace, sul rispetto, sulle disuguaglianze, sulle giovani generazioni e sulla violenza, temi cruciali per la nostra società. Pur apprezzando la centralità dei temi trattati, un'attenzione maggiore all'azione del Governo, in particolare per quanto riguarda l'accoglienza e la solidarietà, avrebbe potuto rafforzare ulteriormente il messaggio, soprattutto in un contesto internazionale così complesso. Tuttavia, l'invito all'azione e alla speranza è chiaro e forte: la costruzione di una società più giusta e unita dipende dal nostro impegno quotidiano.

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE MATTARELLA

pi.mi.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore