Il rincaro previsto per il prossimo trimestre è del 18,2%, una percentuale che graverà ulteriormente sulle tasche di chi, già da tempo, fatica a far quadrare i conti. L’aumento non è certo una novità in un contesto di continua instabilità economica e geopolitica, ma l’assoluta inerzia del governo rende la situazione ancor più intollerabile.
Gli aumenti sono spiegati con il perdurare delle tensioni geopolitiche in alcune aree strategiche e il rialzo stagionale dei prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica. Eppure, non è accettabile che, in un paese come l’Italia, si continui ad imporre salassi di questa entità sulle famiglie, molte delle quali si trovano già sull'orlo del baratro economico. Il governo, tanto a livello nazionale quanto regionale, non fa nulla per arginare il problema. Nessuna politica di contenimento, nessuna misura che possa davvero alleviare il peso di un fardello che, per troppe famiglie, è ormai insostenibile.
Non possiamo fare a meno di chiederci: come si può giustificare un simile aumento mentre milioni di cittadini italiani, in particolare nelle regioni più piccole e periferiche, lottano per arrivare a fine mese? Le famiglie sono costrette a fare i conti con prezzi esorbitanti per beni essenziali, e l'energia, che rappresenta uno dei costi più significativi per ogni nucleo familiare, è diventata ormai un lusso. La situazione è drammatica e l’assoluto disinteresse delle istituzioni è una condanna per una parte significativa della popolazione.
Siamo di fronte a un sistema che non tutela i più deboli, che non fa nulla per contenere le speculazioni sui prezzi, e che lascia che il costo della vita continui a crescere senza alcun intervento serio. La giustificazione per gli aumenti, legata a fattori internazionali, è solo un comodo alibi per non affrontare le carenze strutturali del nostro sistema energetico e la scarsa lungimiranza delle politiche pubbliche. I governi passano, ma la sofferenza dei cittadini rimane, mentre l'equilibrio sociale si sgretola sotto i colpi di una disuguaglianza che sembra destinata ad aumentare.
Il governo, invece di assumersi le proprie responsabilità e di agire concretamente per difendere le famiglie, sembra preferire l’inerzia, lasciando che siano i cittadini a pagare il prezzo di politiche energetiche inefficaci e prive di una vera visione. In questo scenario, la politica diventa sempre più distante dalla realtà quotidiana di chi, in nome di un presunto sviluppo e di un miglioramento dei conti pubblici, è costretto a fare sacrifici sempre più insostenibili.
Eppure, si poteva fare di più. Si potevano adottare misure di protezione per le fasce più deboli, come ad esempio il blocco degli aumenti per i nuclei familiari in difficoltà economiche o l'introduzione di un sistema di tariffe più eque e progressive. Ma tutto ciò sembra essere fuori discussione, mentre le famiglie italiane continuano a essere schiacciate dai costi di una bolletta sempre più alta, senza che nessuno si faccia carico della loro sorte. E tutto questo avviene in un silenzio assordante, mentre il paese si prepara ad affrontare nuove sfide politiche, senza però che queste sfide affrontino mai i problemi reali delle persone.
Nel 2025, le famiglie italiane non sono solo vittime di un mercato energetico folle, ma anche di un governo che ha fallito nel proteggere i suoi cittadini. E la domanda che sorge spontanea è: fino a quando i cittadini saranno disposti a tollerare questa ingiustizia? Fino a quando dovranno pagare il prezzo delle inefficienze e delle mancate riforme? La risposta, purtroppo, non sembra arrivare.