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Chez Nous | 28 dicembre 2024, 08:00

Politique des barrières

La Lega, nella sua lotta per difendere i confini, dimentica troppo spesso che, più che erigere muri, sarebbe meglio costruire ponti di solidarietà e di dialogo

Politique des barrières

La mozione presentata dalla Lega Vallée d'Aoste in Consiglio regionale per sostenere la politica del governo italiano sulla difesa dei confini è stata respinta con una maggioranza schiacciante di 20 voti contrari. La mozione, che chiedeva un appoggio alla linea dura di Matteo Salvini e del governo Meloni, è stata bocciata non solo dalle forze di centrosinistra, ma anche da un ampio fronte autonomista, tra cui l'Unione Valdôtaine e il Partito Progressista. Solo la Lega, Forza Italia e qualche altro esponente di minoranza si sono espressi favorevolmente.

Andrea Manfrin, capogruppo della Lega, ha ribadito che ogni Stato ha il dovere di difendere i propri confini, richiamando l’ordine pubblico e la sicurezza. Parole che, purtroppo, non solo ignorano le evidenti necessità umanitarie, ma sembrano anche dimenticare la natura di un'Europa che si fonda su principi di accoglienza e solidarietà. Non è un caso che, durante il periodo della politica dei porti chiusi, Salvini abbia ricevuto numerose contestazioni anche dalla magistratura, pur essendo stato recentemente assolto in merito alla vicenda della nave Diciotti. Tuttavia, il fatto che il caso non sia chiuso definitivamente, e che sia ancora possibile un appello, ci invita a mantenere un atteggiamento critico, soprattutto rispetto a una visione che ha causato sofferenze e divisioni nel nostro Paese.

Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha reagito con decisione a questa mozione, sottolineando la sua visione equilibrata della questione migratoria. Per Testolin, infatti, la Valle d'Aosta è una regione di confine che non può essere indifferente ai fenomeni migratori, ma che deve affrontarli con soluzioni che vadano oltre le imposizioni dall'alto, avendo come obiettivo la sicurezza del territorio attraverso azioni comuni transfrontaliere, più che l'adozione di politiche autoritarie. La sua posizione, che è quella di un autonomista che mette al primo posto la tutela della sua gente, ma anche dei valori di solidarietà, è un richiamo alle politiche più inclusive che caratterizzano l’Unione Europea.

In questo contesto, il dialogo con la politica nazionale diventa cruciale. Tuttavia, non si può fare a meno di ridere amaramente quando sentiamo Manfrin parlare di "difesa dei confini" come se fosse l'ultimo baluardo contro una marea di invasori. In realtà, la vera sfida è quella di costruire un'Europa coesa che riesca a bilanciare la sicurezza con i diritti umani, senza fare della politica delle barriere il nostro unico strumento di azione.

In questo periodo di difficoltà, è fondamentale ricordare anche le parole di Papa Francesco, che ha più volte sottolineato l’importanza dell’accoglienza e del rispetto reciproco. "Accogliere è un atto di umanità", ha detto, una riflessione che dovrebbe guidare le politiche europee e locali, e che purtroppo sembra lontana anni luce dalle dichiarazioni della Lega in Valle d'Aosta.

La politica delle barriere non solo è miope, ma rischia di farci dimenticare le radici stesse della nostra identità europea, fondata su solidarietà e pace. La visione della Lega, che separa e divide, non ha futuro, mentre quella di Testolin, che promuove il dialogo e la cooperazione, rappresenta la vera strada da percorrere.

 

Méditez, Valdôtains

piero.minuzzo@gmail.com

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