A Torino la notte di Natale si è trasformata in un momento di speranza e amore senza precedenti grazie a un gesto straordinario di un padre. Un uomo di 31 anni, di origine greca, ha donato una parte del suo fegato per salvare la vita della sua piccola di appena undici mesi. La bambina, affetta da una gravissima cirrosi epatica a causa di una malformazione rara, l'atresia delle vie biliari, aveva bisogno di un trapianto urgente. La sua situazione era critica, e dopo un tentativo fallito di risolvere il problema in Grecia con due precedenti interventi, la famiglia si è rivolta all'ospedale Molinette di Torino, dove è stato messo in atto un accordo fra Italia e Grecia per il reperimento di organi compatibili.
La piccola era entrata nella lista nazionale per un trapianto pediatrico, ma nonostante l'urgenza, il donatore idoneo non arrivava. Dopo venti giorni di attesa, e con la salute della bambina che continuava a deteriorarsi, il padre ha deciso di farsi avanti, mettendo da parte ogni preoccupazione per sé stesso. “Se è possibile, procedete con me”, ha detto con determinazione, un gesto che ha commosso tutti i medici e i familiari presenti. In quel momento, la sua decisione ha rappresentato l’unica speranza per la piccina. L'intervento, che ha visto il prelievo di fegato dal genitore e il successivo innesto nell'organismo della bambina, è stato eseguito in contemporanea da un'équipe di specialisti, con il coordinamento del professor Renato Romagnoli e del team di Anestesia e Rianimazione 2. L'operazione, che è durata circa 16 ore, è stata particolarmente complessa: la bimba, che pesava meno di 8 kg, ha subito un innesto reso più difficile dalla malformazione della sua vena porta, che ha richiesto l’autotrapianto della vena giugulare.
Il gesto del padre ha ricevuto un plauso unanime. L’assessore regionale alla sanità, Federico Riboldi, ha sottolineato l'importanza della risposta rapida da parte della struttura torinese e ha reso omaggio al grande gesto di amore e coraggio del genitore, definendolo “il miglior regalo di Natale”. Il direttore generale della Città della Salute, Giovanni La Valle, ha messo in evidenza come la collaborazione internazionale tra Italia e Grecia abbia permesso di dare una risposta tempestiva e risolutiva a una situazione di estrema gravità.
Questa storia non solo ha un sapore natalizio, ma ci fa riflettere sul potere dell'amore familiare, che, in alcuni casi, si traduce in azioni che vanno ben oltre il semplice desiderio di un regalo. Il padre ha donato alla figlia una parte di sé, un sacrificio che va ben oltre ogni parola. In una società che spesso pone al centro il materialismo, gesti come questo ci ricordano che la vita e la salute sono i doni più preziosi che possiamo offrire. L'intervento, eseguito grazie alla sinergia tra ospedali, medici e istituzioni, rappresenta anche un trionfo della medicina moderna, capace di rispondere a situazioni altrimenti senza speranza. La piccola paziente sta ora proseguendo la sua convalescenza nell'area semintensiva chirurgica, mentre il padre, ormai dimesso, può finalmente guardare al futuro con la certezza che la sua decisione ha regalato a sua figlia una nuova possibilità di vita.