ECONOMIA - 16 dicembre 2024, 10:46

Adeguamento delle pensioni dal 1° gennaio 2025 che saranno in pagamento venerdì 3 gennaio

Il MEF, di concerto con il Ministero del lavoro, ha emanato il decreto interministeriale 15.11.2024 ai fini della perequazione automatica delle pensioni dal 1° gennaio 2025, già pubblicato in G.U. n. 278 del 27

La “perequazione” delle pensioni è un meccanismo che determina annualmente la loro rivalutazione sulla base del tasso di inflazione rilevato da ISTAT, al fine di adeguarle al maggiore costo della vita e tutelare il loro potere di acquisto eroso dall'inflazione. Questo fenomeno si è verificato anche nel 2024, seppur in misura ridotta. La rivalutazione viene effettuata in via provvisoria, salvo successivo conguaglio in rapporto all’indice definitivo rilevato da ISTAT.

In base al decreto sopra citato, dal 1° gennaio 2025 gli assegni pensionistici godranno di una rivalutazione provvisoria pari allo 0,8%, con un successivo conguaglio previsto per il 1° gennaio 2026. Tuttavia, questa rivalutazione non viene operata uniformemente, ma varia in base alle diverse fasce in cui ricade l’assegno pensionistico.

In base al DDL Bilancio 2025, attualmente in esame al Parlamento, dal prossimo anno si dovrebbe tornare ai criteri di rivalutazione fissati dall’art. 1, co. 478 della Legge n. 160/2019. In questi ultimi anni, tali criteri erano stati modificati, alleggerendo significativamente gli effetti per le fasce superiori a 4 volte il trattamento minimo. Lo stesso DDL prevede anche la conferma, per il biennio 2025-2026, di una rivalutazione aggiuntiva e straordinaria delle pensioni minime (oggi pari a 598,61 €), con un aumento del 2,2% per il 2025 e dell'1,3% per il 2026.

Le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (ossia fino a 2.394,44 € lordi mensili) godranno di una rivalutazione piena pari al 100%, ovvero dello 0,8%. Le pensioni superiori a 4 volte e fino a 5 volte il trattamento minimo (ovvero superiori a 2.394,44 € e fino a 2.993,04 €) godranno di una rivalutazione del 90%, ossia dello 0,72%. Le pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo (ovvero superiori a 2.993,05 €) godranno di una rivalutazione del 75%, pari allo 0,6%.

A partire da gennaio 2025, i pensionati dovrebbero ottenere i seguenti incrementi:

  • Le pensioni minime passeranno dagli attuali 614,77 € (frutto della rivalutazione straordinaria 2024) a 617,89 € per la rivalutazione straordinaria 2025, salvo auspicabili ripensamenti in aumento del legislatore.
  • Per le pensioni superiori al minimo, fino a un importo di 1.000 € lordi mensili, l’aumento dovrebbe essere pari a 104 € annui (8 € mensili); di 208 € annui (16 € mensili) per un importo pari a 2.000 €; di 258,9 € annui (19,95 € mensili) per un importo pari a 2.500 €; e aumenti maggiori per le pensioni di importo superiore.

Per quanto riguarda l’anno 2024, il Decreto Interministeriale del 15 novembre 2024, all’art. 1, fissa l’indice definitivo di variazione dell’anno al 5,4%, pari a quello riconosciuto a gennaio 2024 in via provvisoria. Pertanto, non ci sarà alcun conguaglio sulla perequazione 2024, e non ci saranno arretrati.

In ambito fiscale, sul cedolino di gennaio tornano ad essere applicate, dopo lo stop di dicembre, le addizionali regionali. Nel cedolino di gennaio, l’INPS effettua il ricalcolo a consuntivo delle ritenute effettuate nel corso del 2023, sia per l’IRPEF, sia per le addizionali regionali e comunali, a saldo. Con questa operazione si tiene conto dell’ammontare complessivo delle prestazioni pensionistiche erogate dall’INPS, facendo un confronto su quanto versato di imposte durante l’anno.

Bruno Albertinelli