La Chiesa celebra San Massimino di Micy Abate
Il più antico documento relativo a Massimino (fr. Mesmin), che visse agli inizi del secolo VI, è una Vita scritta nella prima metà del secolo IX da un certo Bertoldo, monaco di Micy, e dedicata a Giona vescovo di Orléans. Tre secoli separano quindi gli avvenimenti dal racconto, per cui lo storico deve usare cautela.
Secondo questa Vita, Massimino era originario di Verdun e nipote di un prete della città, chiamato Euspicio. Gli abitanti di Verdun si erano ribellati contro il re Clodoveo (481-511) e questi venne a stringere d’assedio la città, ma poi, per intervento di Euspicio, perdonò i ribelli. Ritirandosi dalla città il re condusse con sé Euspicio e Massimino e si recò ad Orléans dove li raccomandò al vescovo della città, Eusebio, e fece loro dono, per fondarvi un monastero, della contrada di Micy, posta a quattro Kilometri a Ovest della città (oggi Saint-Pryvé Saint-Mesmin). Euspicio, già anziano, aveva ottenuto che l’atto di donazione fosse redatto a nome di Massimino. Questi fu ordinato diacono e prete e, ancor prima della morte di suo zio, sopravvenuta due anni dopo il loro arrivo nell’Orleanese, divenne abate di Micy.
Il sole sorge alle ore 8,05 e tramonta alle ore 16,49
“Una politica che non si occupa dei poveri è una politica senza anima” (Papa Francesco)
Pure nelle sua brevità, questa frase di Papa Francesco ci invita a riflettere sull'autenticità e la dignità della politica. Un vero impegno politico, secondo il pontefice, deve essere radicato nella solidarietà e nell'attenzione ai più vulnerabili. La politica, al servizio della comunità, non può ignorare la povertà, ma deve rispondere alle necessità di chi vive ai margini della società, affinché ogni individuo possa godere dei diritti fondamentali. In questa visione, la povertà non è solo una condizione economica, ma una ferita che colpisce la dignità umana, e la politica ha il dovere di guarirla, cercando il bene comune.