AMBIENTE - 14 dicembre 2024, 15:58

Un futuro insicuro per i ghiacciai

13 dicembre 2024, il Forte di Bard ha ospitato il convegno annuale organizzato dalla Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani, in collaborazione con la Fondazione Montagna Sicura e la Regione Autonoma Valle d'Aosta

Durante il convegno sono stati presentati i risultati delle ricerche condotte nel 2024, con particolare attenzione al programma Ice Memory, dedicato alla conservazione della memoria climatica attraverso la raccolta delle carote di ghiaccio. Mauro Sclavo, direttore dell'Istituto di Scienze Polari del CNR, ha introdotto il progetto, che ha visto attività di perforazione profonda sul Colle del Lys, nel comune di Gressoney-La-Trinité, con l’obiettivo di raccogliere dati utili per analizzare le variazioni climatiche nel corso dei secoli.

L'evento, intitolato "La Montagna di Ghiaccio: i risultati delle ricerche sulla criosfera condotte in Valle d'Aosta", ha visto la partecipazione di 73 persone in presenza e oltre 100 in streaming. È stato un incontro che ha messo in evidenza gli sviluppi e le scoperte sui ghiacciai della regione, fondamentali per comprendere il cambiamento climatico e le sue implicazioni sul territorio.

Sono stati poi illustrati i risultati dell'anno idrologico 2024 sui ghiacciai valdostani, con un focus particolare sulle misurazioni delle variabili cruciali per monitorare l'evoluzione della criosfera. William Boffelli, tecnico glaciologo di Fondazione Montagna Sicura, ha presentato l’aggiornamento del report annuale SottoZERO, che include dati sulle variazioni frontali dei ghiacciai, il bilancio di massa e le temperature delle principali montagne valdostane.

I ghiacciai della regione hanno visto una variazione frontale di -12,5 metri, migliorando rispetto al -14,5 metri dell’anno precedente, ma confermando comunque un trend di arretramento. Il bilancio di massa è stato di -850 mm di acqua equivalente, contro i -1106 mm registrati nel 2023, ma, nonostante queste lievi variazioni, il fenomeno di deperimento continua.

I dati mostrano anche una lieve crescita delle precipitazioni nevose, con una cumulata annuale che ha raggiunto i 591 cm, un significativo incremento rispetto ai 358 cm della stagione precedente. La risorsa idrica nivale è stata stimata in 1220 milioni di metri cubi, con un aumento del 13% rispetto alla media storica tra il 2001 e il 2023. Tuttavia, nonostante questi segnali positivi, il trend di riscaldamento globale continua a manifestarsi, con una temperatura media della stagione estiva che è stata di 11,6°C, inferiore rispetto ai 12,9°C del 2023 ma comunque superiore alla media del periodo 2002-2023.

Durante il convegno è stato evidenziato come, sebbene le condizioni siano meno drammatiche rispetto agli anni precedenti, i ghiacciai valdostani non sono ancora al riparo da un continuo e progressivo arretramento. Nonostante un miglioramento nei dati relativi alla neve e alla risorsa idrica, i ghiacciai continuano a risentire delle alterazioni climatiche, con un ulteriore scongelamento del permafrost che, nel 2024, ha visto uno spessore attivo di 6,9 metri, contro i 7,6 metri dell’anno precedente.

Un altro tema importante del convegno è stato il restyling del sito SottoZERO, dove sono stati aggiornati grafici e statistiche annuali. Il sito ora include anche una sezione di glossario dedicata ai termini scientifici legati alla criosfera e alla glaciazione, utile per facilitare la comprensione di fenomeni complessi legati ai ghiacciai e al loro impatto sul territorio. I dati sono già disponibili online e sono costantemente aggiornati, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico e gli esperti sulla situazione dei ghiacciai valdostani e sulle future sfide legate al cambiamento climatico.

In conclusione, l’evento ha rappresentato un’occasione importante per fare il punto sulla situazione dei ghiacciai in Valle d'Aosta, mettendo in evidenza il lavoro svolto dagli enti di ricerca e le attività future necessarie per monitorare e contrastare l’arretramento dei ghiacciai. Nonostante alcune evidenti difficoltà, l’aggiornamento e la condivisione di questi dati rimangono cruciali per affrontare le problematiche ambientali legate al cambiamento climatico, promuovendo al contempo la consapevolezza della comunità scientifica e del pubblico sull’importanza di proteggere e preservare questi ecosistemi montani vitali per la stabilità idrica e ambientale.

pi.min/jpf