Federico Piana - NV
"I #DirittiUmani alla vita e alla pace sono condizione essenziale per l’esercizio di tutti gli altri diritti. I governanti ascoltino il grido di pace dei milioni di persone private dei diritti più elementari a causa della guerra, madre di tutte le povertà!".
Papa Francesco lancia il suo accorato appello, e quello di tutta la Chiesa, con un messaggio su X in occasione dell’odierna Giornata mondiale dei diritti umani.
Dignità calpestata
Il tema della giornata di quest’anno - istituita per celebrare l’adozione nel 1948 della Dichiarazione universale dei diritti umani da parte dell’Assemblea generale dell’Onu - è “I nostri diritti, il nostro futuro, adesso”. "Questo - afferma in un messaggio il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres - ci ricorda che i diritti umani riguardano la costruzione del futuro, proprio ora. Tutti i diritti umani sono indivisibili: che siano economici, sociali, civici, culturali o politici, quando un diritto viene minato, vengono indeboliti tutti i diritti". Lo stesso Guterres denuncia con forza che oggi "decine di milioni di persone sono impantanate nella povertà, nella fame, in sistemi sanitari ed educativi scadenti che non si sono ancora completamente ripresi dalla pandemia di Covid-19. Le disuguaglianze globali stanno dilagando. I conflitti si stanno intensificando. Il diritto internazionale viene deliberatamente ignorato".
Individui annientati
Ad esprimere profondo dolore "per i crescenti casi di violazioni dei diritti umani fondamentali nel mondo di oggi" è anche l’arcivescovo greco-ortodosso Nikitas di Thyateira e Gran Bretagna, presidente della Conferenza delle Chiese europee (Cec), organismo ecumenico che riunisce 115 chiese di tradizione ortodossa, protestante ed anglicana. La preoccupazione della Cec riguarda il grave danno che la violazione dei diritti umani provoca inesorabilmente agli individui e le profonde ferite che genera lacerando le società: "I reati brutali, le ingiustizie sistemiche e l’erosione dello stato di diritto e della democrazia minano anche le fondamenta dei consessi sociali costruiti sulla giustizia, la solidarietà e la pace", aggiunge l’arcivescovo Nikitas.
Dati impetosi
I più recenti dati di Amnesty international diffusi con il suo rapporto 2023-2024 sono drammatici. Dall’analisi di 155 nazioni è emerso che "il mondo è sfrecciato all’indietro rispetto alla promessa dei diritti umani universali del 1948". Nel 2023, si legge, "gli Stati e i gruppi armati hanno frequentemente perpetrato attacchi e uccisioni illegali in un numero crescente di conflitti armati. Le autorità in varie parti del mondo hanno represso il dissenso imponendo restrizioni alla libertà d’espressione, associazione e riunione pacifica, ricorrendo all’uso illegale della forza contro manifestanti, arrestando arbitrariamente e detenendo difensori dei diritti umani, oppositori politici e altri attivisti, e sottoponendoli in alcuni casi a tortura e altri maltrattamenti".
Istituzioni assenti
Deludente anche il comportamento che le istituzioni multilaterali hanno adottato nella gestione diplomatica di molti conflitti armati che insanguinano il mondo: "Si sono dimostrate spesso incapaci o riluttanti a fare pressioni sulle parti coinvolte, affinché rispettassero il diritto internazionale umanitario. Benché le limitate risorse abbiano giocato un ruolo, molti attori all’interno di queste istituzioni non hanno dimostrato sufficiente coraggio o applicato con coerenza i loro stessi princìpi".