La campagna di sperimentazione scientifica promossa dall'Esercito Italiano sul massiccio del Monte Bianco, a 3500 metri di altitudine, in un ambiente che simula le condizioni artiche. L’iniziativa ha visto la partecipazione di esperti e ricercatori provenienti dal CNR e da numerosi atenei italiani, impegnati insieme ai militari in una serie di esperimentazioni finalizzate a testare le performance in ambienti estremi.
Il cuore dell'iniziativa, che ha avuto come scenario il ghiacciaio del Dente del Gigante, ha riguardato lo studio delle capacità operative del personale militare, dei materiali e degli equipaggiamenti, sottoposti a condizioni di stress fisico e psichico, generate dalla combinazione di alta quota e basse temperature. L’obiettivo di "Campo Alta Quota" è stato quello di sviluppare e migliorare la capacità dell'Esercito nelle operazioni in ambienti artici e sub-artici, utilizzando un approccio multisettoriale e coinvolgendo numerosi esperimenti scientifici in vari ambiti.
Particolare attenzione è stata dedicata agli studi sulla meteorologia, sull'alimentazione, sulla statistica applicata ai materiali, sui processi cognitivi e sull’impiego di Big Data e Intelligenza Artificiale. I militari coinvolti nell’esperimento, appartenenti ai reggimenti delle Truppe Alpine, al 4° reggimento Alpini Paracadutisti e alla Scuola Ufficiali dell’Esercito, sono stati impegnati in movimenti sul ghiacciaio, con una durata di due ore, e hanno pernottato in tenda, affrontando test fisici e psicologici.
In campo scientifico, l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, con il supporto della Società Italiana di Medicina di Montagna, ha condotto studi sull’acclimatazione e sull’adattamento alle condizioni di alta quota e freddo, esaminando le risposte fisiologiche del sistema cardiovascolare e polmonare, monitorando lo stress ossidativo, l’infiammazione e i danni d’organo. L’Università di Bologna, con la collaborazione del CONI Valle D’Aosta - Scuola dello Sport, ha effettuato uno studio sull’impatto delle condizioni ambientali sui processi neurologici e sulla performance umana. Altri contributi significativi sono arrivati dall'Università degli Studi di Milano, che ha sperimentato micro-sensori per la rilevazione della temperatura corporea e ambientale, al fine di ottimizzare la coibenza dei materiali utilizzati in alta montagna. Anche l'Università della Montagna di Edolo ha partecipato, installando una stazione climatologica in quota, mentre l’Università della Valle D’Aosta ha lavorato alla creazione di un database integrato per analizzare le interrelazioni tra i diversi settori della ricerca.
I risultati scientifici, le innovazioni e le tecnologie sviluppate durante la campagna saranno utilizzati dalla Difesa per migliorare le operazioni in ambienti estremi e contribuiranno al miglioramento continuo delle capacità operative in scenari artici. Inoltre, "Campo Alta Quota" ha rappresentato un'opportunità di confronto e collaborazione tra il mondo militare, accademico e industriale, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate e di esplorare potenziali collaborazioni tra le diverse realtà coinvolte.
In sintesi, l’iniziativa ha consolidato un’importante rete di eccellenze, mettendo insieme le competenze di militari, accademici e aziende specializzate per affrontare le sfide operative in ambienti estremi, preparando l’Esercito Italiano ad affrontare le difficili condizioni delle regioni artiche e sub-artiche. (Centro Addestramento Alpino)