Chez Nous - 06 dicembre 2024, 08:00

La santé tue en silence

La sanità è un diritto, non un favore. Non possiamo permettere che il diritto alla salute dipenda dalle condizioni economiche di chi cerca di curarsi

I cittadini italiani e anche valdostani si trovano oggi di fronte a una realtà sanitaria che rasenta l’assurdo: chi non ha i soldi per pagarsi la sanità privata deve arrendersi a interminabili liste d'attesa, tempi biblici che non solo mettono a rischio la salute, ma trasformano la vita in una lotta per la sopravvivenza. Se non sei benestante, devi scegliere se rinunciare alle cure o vivere nell'incertezza, temendo che l'attesa possa condizionare il tuo futuro.

E mentre la situazione diventa sempre più insostenibile, i politici continuano a vivere in un mondo separato da quello del popolo, con stipendi mensili che vanno dai 5 ai 12 mila euro, cifre che li rendono impermeabili a qualsiasi difficoltà economica. Loro, tanto capaci quanto falliti, non conoscono l’onta di dover soccombere alle liste d'attesa o di dover fare i conti con i costi esorbitanti delle assicurazioni sanitarie, che per molti sono un lusso inaccessibile. Non solo non vivono l’umiliazione di aspettare mesi per una visita medica, ma possono accedere a strutture private senza doversi preoccupare delle proprie finanze.

Il divario tra le esigenze della popolazione e le loro condizioni privilegiate è insopportabile. Mentre milioni di italiani sono costretti a rinunciare alle cure per mancanza di risorse, i politici non subiscono mai le stesse difficoltà. Loro sono al sicuro, protetti dalle loro polizze sanitarie private, dalla velocità delle cure specialistiche, dall'accesso immediato alle migliori strutture, come se la loro vita fosse una questione separata da quella del cittadino comune.

E se qualcuno di noi si ritrova a soccombere a causa dei ritardi in un sistema malato, questi stessi politici non si pongono mai la domanda cruciale: "Cosa stiamo facendo per migliorare questa situazione?" La loro indifferenza è accecante, mentre la sanità pubblica va a rotoli, le persone muoiono in attesa di esami, eppure nessuna riforma reale sembra all'orizzonte.

La politica sanitaria in Italia non è altro che una gigantesca presa in giro. I soldi ci sono, ma vengono spesi in modo inefficace, in opere inutili e in progettualità che non risolvono i veri problemi del Paese. Il governo Meloni-Salvini, anziché investire in medici e strutture per ridurre le liste d'attesa, si lancia nella costruzione di ponti che nessuno ha chiesto, nel finanziare infrastrutture che non migliorano le condizioni di vita dei cittadini, senza considerare che senza una sanità efficiente, non ha più senso parlare di futuro. E mentre i politici si distraggono, accolgono favoritismi a favore degli evasori fiscali, con un sistema che non fa altro che penalizzare i cittadini onesti, i più fragili, gli anziani, quelli che ogni giorno si vedono costretti a scegliere tra la cura di sé e la sopravvivenza economica.

La sanità non è un privilegio, è un diritto. Eppure, mentre i politici godono dei loro stipendi da 12 mila euro al mese e possono permettersi di curarsi dove vogliono, il cittadino medio è costretto a fare i conti con una realtà inaccettabile. E la distanza tra le due realtà è abissale. Se non hai un’assicurazione privata, ti resta solo il lungo cammino di rinunce e speranze che la sanità pubblica, sebbene allo stremo, possa ancora rispondere alla tua emergenza. E se non hai i soldi nemmeno per pagare un’assicurazione, beh, in quel caso non puoi far altro che sperare che il tempo di attesa non ti condanni prima che tu possa ricevere l'assistenza necessaria.

I politici, con i loro stipendi da favola, sono lontani anni luce dalla sofferenza di chi è costretto a non curarsi o a morire in attesa di una visita. Non hanno mai conosciuto la disperazione di chi, pur di curarsi, si trova costretto a tagliare su altre necessità, a rinunciare a un pasto, a sacrificare se stesso pur di cercare una soluzione. Eppure, mentre il popolo piange per un sistema sanitario che non risponde più ai suoi bisogni, la politica continua a girarsi dall’altra parte, mentre il malessere cresce.

I fondi ci sono, ma vengono dispersi in misure che non servono a nulla. Investire in sanità, garantire cure tempestive per tutti, senza distinzioni economiche, dovrebbe essere la priorità. Ma mentre i cittadini vengono abbandonati, i politici non si pongono nemmeno la domanda di coscienza che ogni amministratore pubblico dovrebbe porsi: "Cosa stiamo facendo per garantire la salute dei cittadini?"

La politica non può più ignorare le necessità dei cittadini, non può più nascondersi dietro le proprie indifferenze. La sanità è un diritto, non un favore. Non possiamo permettere che il diritto alla salute dipenda dalle condizioni economiche di chi cerca di curarsi. Non possiamo permettere che chi ha le risorse viva senza paura, mentre chi non ce l’ha deve lottare per un diritto che dovrebbe essere universale.

La sanità pubblica deve essere una priorità, e la politica deve iniziare a fare scelte coraggiose, a mettere in campo risorse per il bene della collettività, a garantire il diritto alla salute per tutti, senza distinzioni di reddito. Non è più tempo di parole, è tempo di azioni concrete.

Morire di sanità.

Les valdôtains doivent méditer

 

 

piero.minuzzo@gmail