Il consumo di suolo rappresenta una delle principali sfide ambientali ed economiche del nostro tempo. Secondo l’ultimo rapporto SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente), il fenomeno è in rallentamento, ma resta preoccupantemente elevato, con circa 20 ettari di suolo consumati ogni 24 ore. Questo ritmo, seppur inferiore rispetto agli anni precedenti, supera ancora la media decennale di 68,7 km² e ha un impatto devastante sui servizi ecosistemici, che vanno ben oltre le problematiche ambientali, influenzando anche l'economia. La riduzione dell'"effetto spugna", ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua, ha un costo annuo stimato di oltre 400 milioni di euro.
In Valle d’Aosta, la situazione è particolarmente positiva in confronto ad altre regioni italiane, con un incremento del consumo di suolo di soli 17 ettari nel 2023, mantenendo così i valori al di sotto dei 50 ettari, una delle performance migliori insieme alla Liguria. Questo dato, pur essendo contenuto, non deve però far abbassare la guardia, dato che le trasformazioni del territorio continuano, anche se in misura ridotta. L’area consumata a livello nazionale nel 2023 ha raggiunto oltre 21.500 km², con un incremento di nuove impermeabilizzazioni permanenti pari a 26 km² rispetto all’anno precedente. L’impermeabilizzazione del suolo, che riguarda principalmente aree urbane e periurbane, è uno dei principali responsabili della riduzione dei servizi ecosistemici, come la regolazione del ciclo idrologico e la capacità di stoccaggio del carbonio.
Secondo Arpa Valle d'Aosta, che ha diffuso recentemente una nota riguardante i dati regionali, la situazione di consumo di suolo nella regione è allineata a una politica di contenimento che punta alla preservazione delle aree naturali. Tuttavia, il rischio di trasformazioni urbanistiche, anche in territori a pericolosità idraulica o da frana, resta una minaccia, con oltre 1.100 ettari di suolo artificiale che continuano a espandersi in aree a rischio.
In questo contesto, il rapporto evidenzia come la crescita della logistica, che ha consumato 504 ettari in un solo anno, rappresenti uno degli ambiti principali di espansione del consumo di suolo, a cui contribuiscono anche le strutture commerciali e industriali, in particolare nelle regioni del Nord Italia. Tra i comuni virtuosi che limitano le trasformazioni del suolo, il 2024 vede sul podio Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM), che si distinguono per politiche di gestione territoriale attente e sostenibili.
L’emergenza legata al consumo del suolo è quindi un problema che coinvolge tutta Italia, ma la Valle d’Aosta, pur restando sotto la soglia critica, non è immune ai rischi legati alla continua urbanizzazione, rendendo indispensabile un monitoraggio costante e l’adozione di politiche di tutela più efficaci per fermare la progressiva perdita di suolo e preservare la qualità dell’ambiente per le generazioni future. (fonte Arpa VdA)