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ECONOMIA | 02 dicembre 2024, 19:00

Le pensioni nel 2025

Si va verso un nuovo aumento degli assegni per le pensioni. Come sempre, anche nel 2025 gli importi saranno rivalutati sulla base dell’inflazione, che pur essendo scesa rispetto ai picchi degli ultimi mesi resta comunque alta

Le pensioni nel 2025

Per l’anno prossimo i pensionati guardano a un provvisorio +0,8% (salvo un futuro conguaglio di cui preoccuparsi a partire dal 1° gennaio 2026), secondo quanto stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e da quello del Lavoro e delle Politiche sociali. Scatta però un nuovo meccanismo di rivalutazione. O meglio, si torna al passato: si accantona il sistema a fasce, utilizzato nell’ultimo anno, per far spazio di nuovo a quello a scaglioni.

La rivalutazione piena con lo 0,8% in più non spetterà a tutti i pensionati italiani. Verrà infatti applicata solamente alle quote di assegni e agli assegni che arrivano a quattro volte l’importo del trattamento previdenziale minimo: 2.394,44 euro. Poi si va man mano scendendo: la quota di assegno che supera questa cifra sarà rivalutata con percentuale più bassa. Nello specifico, scatta lo 0,72% fino a cinque volte il minimo (da 2.394,45 a 2.993,04 euro) e lo 0,60% sulle parti restanti (da 2.993,05 euro a salire).Come detto, si tratta di aumenti provvisori. L’indice di rivalutazione viene infatti stabilito sui dati Istat relativi ai primi tre trimestri dell’anno in corso, quindi da gennaio a settembre 2024. Soltanto più avanti nel tempo si avranno le cifre anche per l’ultimo trimestre, da ottobre a dicembre, e quindi si potrà dire con certezza a quanto ammonta l’inflazione. Per ora il Mef ipotizza, per i tre mesi finali dell’anno, una variazione dell'indice pari rispettivamente a 0,0%, +0,1% e +0,1%.

Per il 2024 è stato invece confermato l’indice provvisorio stabilito nel 2023, pari al 5,4%. Significa che non si procederà ad alcun conguaglio sugli importi in più già incassati dai pensionati. Tradotto: chi sperava di vedersi arrivare qualche soldo in più rimarrà deluso.

La Manovra 2025 va inoltre a confermare, anche per il 2026, la rivalutazione straordinaria degli importi pensionistici minimi. L’assegno al momento è di 598,61 euro (lordi) al mese. Per l’anno a venire scatta un +2,2%, portando le pensioni a 603,40 euro. Per il 2026 si guarda a un +1,3%, che significa 616,67 euro. C’è però da dire si tratta di stime non ancora confermate dall’Inps. La differenza con quanto succede adesso è comunque molto bassa. Se è vero che il valore legale del trattamento minimo è di 598,61 euro, bisogna ricordare che la legge n.197 del 2022 ha già rivalutato, in via straordinaria e temporanea, gli importi minimi del 2,7% per il 2024, portandoli a 614,77 euro. Per il 2025 la rivalutazione straordinaria è invece già approvata al 2,2%, quindi 616,67 euro (1 euro e 90 centesimi in più rispetto all’anno che si sta chiudendo, per un totale di 24,70 euro spalmati su 12 mesi).

Da ricordare come sul punto il dibattito politico non sia ancora chiuso: una proposta di Forza Italia - a firma dei deputati Pella, Cannizzaro, Barelli e Nevi - ha l’obiettivo di ripristinare l’aumento del 2,7% previsto per il 2024 e portare l’assegno delle pensioni minime a 623 euro.

Dato il quadro disponibile, PensioniOggi.it ha lavorato a qualche simulazione sugli importi degli assegni più diffusi. Guardando ad esempio alle pensioni che nel 2024 sono state di mille euro, l’anno prossimo si passerà a 1.008 euro. Chi ha preso 1200 di pensione ne riceverà 1.209,60, chi si fermava a 800 vedrà aumentare l’assegno di 6,40 euro. Passando invece ai trattamenti più alti, si prende in esame una pensione da 5mila euro al mese, che il prossimo anno arriverà a 5.035,40 euro.

È sempre la versione attuale della Legge di Bilancio 2025 che stabilisce come non verranno rivalutate sulla base dell’inflazione le pensioni di chi vive ormai all’estero, se si tratta di assegni che superano già l’importo minimo.

pi.mi.

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