Era una serata gelida e silenziosa sopra Cervinia, quando la Centrale Unica del Soccorso ricevette una chiamata che avrebbe messo alla prova il coraggio e la prontezza dei soccorritori. Erano circa le 22.10, e la voce dall’altra parte della linea portava con sé una nota di preoccupazione. Due ragazzi italiani, accompagnati dal loro cane, erano bloccati su un terreno impervio, circa 200 metri sopra il paese. Stavano scendendo dal bivacco Bobba, ma avevano scelto un percorso rischioso, tagliando attraverso un canale stretto che si trovava proprio di fronte alla caserma della Guardia di Finanza.
Senza torce frontali e con il buio che ormai regnava sulla montagna, i ragazzi si erano trovati in una situazione difficile. Il terreno, reso ancora più pericoloso dal ghiaccio, aveva reso la discesa complessa e incerta. Un salto di circa tre metri nel canale non li metteva in pericolo immediato, ma la paura cominciava a insinuarsi tra loro. Non sapevano come fare a tornare indietro, e l’idea di proseguire senza visibilità li stava spingendo sempre più vicino a una zona rischiosa.
La situazione era critica: per raggiungere il punto dove si trovavano via terra, ci sarebbero voluti almeno novanta minuti. Con l’inclinazione del canale e le condizioni gelide, qualsiasi movimento sarebbe stato rischioso e l’evacuazione avrebbe potuto rivelarsi estremamente difficile. In quel momento, la decisione fu presa rapidamente: sarebbe stato necessario l’intervento dell’elicottero, un’operazione in notturna che non lasciava spazio ad errori.
Alle 22.30, l’elicottero SA1 decollò, solcando il cielo nero sopra la Valle d'Aosta. In pochi minuti, l'elicottero raggiunse il punto di intervento, pronto a eseguire una serie di verricellate che avrebbero permesso di portare i ragazzi e il cane in salvo. La montagna, avvolta nel buio e nel silenzio dell'inverno, sembrava più minacciosa che mai, ma la sicurezza e la preparazione degli uomini del Soccorso Alpino Valdostano non vacillò.
Le operazioni di recupero furono rapide e precise. Uno dopo l’altro, i ragazzi furono sollevati dal terreno insidioso, seguiti dal loro fedele compagno a quattro zampe. Le verricellate, eseguite con maestria, non lasciarono spazio a incertezze. Il freddo e l’oscurità, che in un altro contesto avrebbero potuto sembrare insormontabili, diventarono compagni silenziosi di una missione che, passo dopo passo, si avvicinava al suo compimento.
Quando l’elicottero ritornò finalmente al suolo, il salvataggio si concluse senza la necessità di interventi sanitari. I ragazzi, il loro cane e i soccorritori si scambiarono sguardi pieni di sollievo e gratitudine. Quella che era iniziata come una chiamata di emergenza si era trasformata in un lieto fine natalizio, dove la speranza, l’esperienza e il coraggio avevano prevalso sulla paura.
Il cielo sopra Cervinia, solitamente buio e silenzioso in quelle ore tarde, sembrava brillare di una nuova luce. Non era solo il riflesso dei fari dell’elicottero a illuminare la notte, ma una luce più calda, più profonda, che ricordava a tutti che, anche nei momenti di maggiore difficoltà, c'è sempre la possibilità di un lieto fine. Come in una fiaba di Natale, quando le difficoltà sembrano insormontabili, l’intervento di chi sa come affrontarle, e soprattutto la solidarietà, possono portare a un finale che tutti, alla fine, desiderano.