ATTUALITÀ POLITICA - 30 novembre 2024, 08:03

INTERVISTA A GUIDO CESAL: Morgex può rinascere se ritroviamo la nostra identità e socialità

Un invito a riflettere sull’importanza di preservare e valorizzare il nostro patrimonio sociale e culturale. L’attenzione agli aspetti economici e infrastrutturali è fondamentale, ma non bisogna dimenticare che la vera forza di una comunità sta nella capacità di mantenere vive le sue tradizioni e di fare fronte comune per risolvere i problemi collettivi.

Guido Cesal

Guido Cesal, residente a Morgex, già Consigliere regionale e Presidente dell'Unione Valdostana (Uv), ha recentemente condiviso riflessioni profonde sulla situazione del suo paese, Morgex, e sulle sfide più ampie che riguardano i piccoli centri montani della Valle d'Aosta.

Cesal invita a riflettere sull’importanza di preservare e valorizzare il nostro patrimonio sociale e culturale. L’attenzione agli aspetti economici e infrastrutturali è fondamentale, ma non bisogna dimenticare che la vera forza di una comunità sta nella capacità di mantenere vive le sue tradizioni e di fare fronte comune per risolvere i problemi collettivi. Le sue parole, scaturite da un post sulla desertificazione del centro paese, hanno suscitato numerose reazioni e dibattiti, spingendolo a ragionare su come frenare il progressivo svuotamento delle comunità locali.

Guido Cesal, ci può raccontare cosa l'ha spinto a scrivere quel post sulla desertificazione del centro di Morgex?

“La scrittura di quel post è stata una reazione emotiva a una situazione che percepivo con preoccupazione. Ho voluto esprimere la mia amarezza per un fenomeno che vediamo tutti, ma che raramente affrontiamo apertamente: il progressivo svuotamento del nostro paese, in particolare del suo centro. Non è solo una questione di calo demografico, ma anche di quella perdita di socialità, di quel legame che dava forma alla nostra comunità. Volevo stimolare una riflessione collettiva su come possiamo invertire questa tendenza, senza rassegnarci passivamente.”

Cosa pensa siano le cause principali di questo fenomeno di desertificazione che stai osservando nei paesi valdostani, e in particolare a Morgex?

“Le cause sono molteplici. Prima di tutto c’è una mutazione profonda dei rapporti sociali. Un tempo i centri storici erano luoghi di incontro, di socialità, di scambio. Oggi, invece, stiamo assistendo a un progressivo allontanamento delle attività commerciali e della residenza dal cuore del paese verso le periferie. A Morgex, in particolare, il trasferimento del tessuto commerciale è molto evidente, e anche la carenza di alloggi per chi lavora qui è un problema serio. Le soluzioni abitative sono scarse e i costi sono elevati, costringendo molte persone a cercare casa altrove. La regolamentazione degli affitti brevi ha ridotto ulteriormente l’offerta per i residenti, e tutto ciò contribuisce a svuotare il centro.”

Quali potrebbero essere, secondo lei, le soluzioni per limitare questo fenomeno e ravvivare i centri storici dei nostri paesi?

“Innanzitutto, credo che non esistano soluzioni miracolose. È un fenomeno complesso che richiede interventi diversi. Uno dei primi passi sarebbe quello di agevolare le locazioni a residenti, eliminando o riducendo imposte come l'IMU per gli immobili destinati a chi vi risiede o a chi gestisce attività commerciali di prossimità. Un altro intervento potrebbe riguardare il recupero dei fabbricati fatiscenti, incentivando chi investe in questi edifici con agevolazioni fiscali o finanziamenti a tassi bassissimi. Ma credo anche che l’ente pubblico debba farsi garante tra le parti in causa, promuovendo convenzioni che tutelino sia i proprietari che gli affittuari.”

Ha parlato di una possibile "garanzia pubblica" in favore dei residenti e delle attività locali. Cosa intende con questo e come potrebbe essere applicato concretamente?

“Intendo dire che l’ente pubblico dovrebbe giocare un ruolo attivo nel favorire l’incontro tra domanda e offerta, senza limitarsi a un ruolo di spettatore. Per esempio, potrebbe intervenire nelle trattative tra privati e istituzioni, offrendo garanzie sui contratti di locazione o creando condizioni più favorevoli per chi decide di fare investimenti nel recupero del patrimonio edilizio. Un altro esempio potrebbe essere quello di concedere spazi pubblici a cooperative o associazioni che si impegnano a destinare gli edifici a servizi per le famiglie residenti, a prezzi accessibili.”

Qual è il ruolo che il turismo gioca nel futuro di Morgex e, più in generale, della Valle d'Aosta? Pensa che il turismo possa essere una risorsa, o rappresenti una minaccia per la sostenibilità delle nostre comunità?

“Il turismo è certamente una risorsa importante, ma non dobbiamo confondere l'afflusso turistico con la sostenibilità delle nostre comunità. Il turismo che noi vogliamo è quello responsabile, che rispetta il nostro territorio, la nostra cultura e la nostra socialità. Ma un turismo che non è accompagnato da una crescita armoniosa delle comunità rischia di rendere i luoghi più anonimi e meno attraenti, se non c’è un equilibrio tra le necessità dei residenti e quelle dei visitatori. È importante che il nostro paese non perda la sua identità. La bellezza e l'unicità di Morgex, come quella di molti paesi valdostani, risiedono proprio in quella storia, in quella tradizione che non possiamo sacrificare sull'altare di un'economia turistica rapida e poco rispettosa.”

Infine, quali sono i suoi progetti per il futuro di Morgex? Come vede il paese tra 10 o 20 anni, se venissero attuati i cambiamenti di cui parla?

“Se riuscissimo a dare ascolto a queste riflessioni e metterle in pratica, Morgex potrebbe diventare un esempio di equilibrio tra modernità e tradizione. Un paese in cui i residenti si sentano accolti, in cui giovani famiglie possano trovare una casa a prezzi accessibili, in cui il tessuto commerciale locale possa prosperare accanto al turismo, ma senza che quest'ultimo prenda il sopravvento. Immagino un paese in cui la socialità ritorni al centro, dove i luoghi pubblici – bar, piazze, negozi – possano essere tornati a essere punti di riferimento e di incontro. Se riusciremo a trovare questo equilibrio, il nostro paese avrà un futuro sostenibile e prospero, dove le persone non solo vivono, ma si sentono parte di una comunità vivace e coesa.”

Merci

pi.mi.